Cultura

Mario Schifano e il mistero della magia

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Mario Schifano un bel giorno di qualche anno fa per far contento il figlio Marco, allora pulcino di sette anni, invitò un celebre e popolarissimo (al limite della maschera) mago televisivo nel proprio studio romano di via delle Mantellate. Per l’occasione, si trattava di mettere in piedi uno spettacolino privato destinato a ravvivare il compleanno del cucciolo. Non fu però un pomeriggio da Oscar e neppure da David di Donatello, proprio no, soprattutto dopo che Schifanino si accorse che il mago in questione portava una vistosissima parrucca, ma chi dico?, “una coppola di capelli”. Questo suggestivo dettaglio pettegolo, che tuttavia per nulla oscura il vessillo nereggiate della categoria degli illusionisti, mi è tornato in mente vedendo Raul Cremona (già mago Oronzo, no?) e il collega Mago Forest alle prese con la conduzione di “Master of Magic”, sorta di giochi senza frontiere, o forse Telethon, o magari semplice dépliant da veglionissimo di capodanno con tappo di spumante incluso, dove c’è modo di beccare a ciuffi maghi e illusionisti sparati dal cannone del palinsesto in tutto il mondo. Il gioco del format è semplice e istruttivo, un po’ come lo spettacolo del circo a Montecarlo: stesse luci, stesse mosse, stesse calze a rete per le assistenti, o quasi. A seguire, magie, giochi di prestigio e illusioni cominciando dall’imperdibile numero (fisso) della bella donna segata in due, fonte di stupore meraviglioso, insieme all’esercizio della lettura del pensiero e delle carte da indovinare, ma anche di battute al limite del “Supercalandrino” (nella fattispecie affidate al siciliano Forest) sul piacere (sessuale) che può suscitare anche un solo mozzicone di corpo. Lo show, infatti, tornando alle suggestioni del format, propone alcuni dei più “emozionanti” spettacoli di prestigio realizzati a Saint Vincent, in occasione della nona edizione del “Congresso magico”, dove, leggiamo insieme, “si è dato appuntamento tutto il gotha della magia internazionale”. Però! Scopro, fra molto altro, che sotto gli occhi del duo Forest-Cremona sarà sorteggiato addirittura il titolo di campione italiano di magia. I contendenti? Il diciottenne torinese Luca Bono, considerato l’enfant prodige dell’illusionismo italiano, il romano Luca Terranova e il genovese Tino Firmiani. La giuria? In ordine d’apparizione, il patriarca Silvan, e a seguire Alexander, Binarelli, Edoardo Pecar, Walter Rolfo, Samuel e infine il talento contagioso di Francesco Scimemi. La domanda che resta sospesa durante la visione dell’intero programma è di quelle che tolgono il sonno per l’intera notte: a chi si rivolge un simile prodigio? Ma sarà vero che questo genere di trucchi agiscono sulle emozioni primarie dell’individuo-spettatore? E ancora, sempre più in derapata, non sarà che si tratta di un genere destinato a essere affiancato per suggestioni al cinema muto? Domande che alla fine restano lì, inevase, come il coniglio nel fondo del cilindro, come la parrucca del mago che perse ogni carisma agli occhi di Schifano junior, lui e la sua parrucca indossata come un colbacco, come una tiara. www.teledurruti.it

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