Sull’arco alpino la “digomania” imperversa, un po’ giustificata dalle scarse precipitazioni di questi anni, un po’ dalla supposta energia verde che si ricava dall’idroelettrico. Di tutte le nuove opere, quella sicuramente più devastante sarebbe quella sul torrente Vanoi, a cavallo tra Veneto e Trentino Alto Adige. E cominciamo proprio da qui, perché a volere la diga e a portarsi avanti con l’iter è il Veneto, ma lo sbarramento della diga (alto ben 116 metri) poggerebbe con una spalla su territorio Veneto e con l’altra su quello Trentino, mentre l’invaso, della capacità di 33 milioni di mc, sarebbe invece pressoché tutto in Trentino. Che infatti si è dichiarato formalmente contrario alla realizzazione.

Da notare che la giunta trentina è leghista come è leghista Zaia, e ha approvato una mozione del Pd: stranezze della politica. Sono più di cent’anni che si parla di realizzare una diga sul Vanoi, ma fino ad oggi nulla è stato possibile costruire, soprattutto a causa della geologia locale, in particolare dei terreni franosi in cui il corso d’acqua scorre. In compenso, nel bacino del torrente Cismòn, tributario del fiume Brenta, sono stati realizzati nel secolo scorso ben sei invasi: Fortebuso, Val Noana e Val Schenèr in Trentino e Ponte Serra, Senaiga e Corlo in Veneto.

Dicevamo della pericolosità dei versanti. In proposito giova riportare un passaggio della nota del 18/05/2023 dell’allora Assessore all’ambiente della Provincia autonoma di Trento: “A queste considerazioni si aggiunge anche l’evidenza della pericolosità dell’area dove è prevista la costruzione del serbatoio, connotata perlopiù da pericolosità massima (P4) della carta di sintesi della pericolosità provinciale (approvata con deliberazione della Giunta provinciale n.1317 del 4 settembre 2020) dovuta a potenziali crolli ed alla particolare situazione lito geomorfologica dei versanti oltre che naturalmente dalla massima pericolosità fluviale/torrentizia.” Ma questo non sembra costituire un ostacolo per il soggetto che lo sbarramento lo vuole fortissimamente, e cioè il Consorzio di Bonifica Brenta con sede a Cittadella (Padova), anch’esso a guida centrodestra. Consorzio che ha comunque indetto una gara per la progettazione dell’opera.

Capita spesso, anzi sempre più spesso, che prima si pensi di realizzare delle grandi opere e solo in seguito a come giustificarle. Qui la giustificazione sarebbe la creazione di una riserva di risorsa idrica per la pianura, ma anche una centralina idroelettrica dalla portata irrisoria (molto meno di 2 megawatt). Così, con la scusa di portare eventuale acqua in pianura (ovviamente non si parla di risparmiare acqua in pianura o di risanare le reti idriche colabrodo o di dragare la ghiaia e il limo dai bacini esistenti) si causerebbe un disastro ambientale di immani proporzioni: il Vanoi è uno dei pochi corsi d’acqua integri del Nord-Est, tant’è che è habitat della trota marmorata, è frequentato da escursionisti e kayakisti.

Un’opera che necessita del consenso di due regioni, un’opera in un ambiente integro, un’opera che se non si è realizzata fino ad oggi perché la si ritiene pericolosa, eppure si spendono soldi pubblici per la sua progettazione. Mi viene un dubbio: sarà perché invece che acqua, dal cielo di questi tempi piovono i soldi del Pnrr?

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