Cultura

Il premio Nobel per la Letteratura 2017 a Kazuo Ishiguro

Lo scrittore britannico, nato a Nagasaki e in Gran Bretagna da quando aveva 5 anni, nel 1989 aveva vinto il Booker Prize proprio con "Quel che resta del giorno". Appassionato di cinema, sceneggiatore oltre che scrittore, il neo Nobel si sente più romanziere

di F. Q.

Il premio Nobel per la Letteratura è stato assegnato Kazuo Ishiguro. L’anno, tra non poche polemiche, il prestigioso riconoscimento era andato al cantautore Bob Dylan.  L’autore di “Non lasciarmi” e di “Quel che resta del giorno” aveva scritto il suo ultimo libro tre anni fa tornando in libreria con “The Buried Giant” (Il gigante sepolto).  Nella sua produzione anche la raccolta di racconti “Notturni” del 2009. Il Nobel gli è stato assegnato perché “nei romanzi di grande forza emotiva ha scoperto l’abisso sotto il nostro illusorio senso di connessione con il mondo“.

Lo scrittore britannico, nato a Nagasaki e in Gran Bretagna da quando aveva 5 anni, nel 1989 aveva vinto il Booker Prize proprio con “Quel che resta del giorno”. Sia questo romanzo, da cui nel 1993 il regista americano James Ivory ha tratto il film con Anthony Hopkins ed Emma Thompson, sia “Non lasciarmi” sono stati adattati al cinema. Gli altri romanzi di Ishiguro sono “Un pallido orizzonte di colline” del 1982, “Un artista del mondo fluttuante” (1986), “Gli inconsolabili” (1995) e “Quando eravamo orfani”.

Appassionato di cinema, sceneggiatore oltre che scrittore, Ishiguro si sente più romanziere.  Ospite al Festivaletteratura di Mantova aveva detto: “Cosa rende diverso un romanzo da una storia sul grande schermo? Che si rivolge più dimensione del pensiero mentre cinema e tv sono più indirizzati all’esterno. Io scrivo in modo interiore. Se c’è un rapporto tra me e il cinema è in negativo. E quando scrivo lo faccio in modo che non sembri per il cinema”. Una dichiarazione che era stata seguita dall’annuncio che il produttore hollywoodiano Scott Rudin aveva opzionato i diritti per la trasposizione cinematografica de ‘Il gigante sepolto’. Ma “per fare un film ci vuole molto tempo. Chi lo sa? La cosa importante è che sia fatto bene”.

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