Ivo Mej dedica una recensione a “Supernova – Com’è stato ucciso il MoVimento 5 Stelle”, il libro che ho scritto insieme a Nicola Biondo (qui trovate l’indice dei capitoli).

Inizia con un complimento: ci definisce “Cassandre”. Cassandra, figura della mitologia greca, era dotata del dono della profezia, con la sventura di non essere mai creduta. Insomma: diceva la verità ma non se la filava nessuno. A noi sta bene anche così.

Più modestamente, ci è capitato di assistere da protagonisti alla nascita del MoVimento in due momenti chiave: io ho lavorato in Casaleggio Associati dal 2007 al 2010, ho collaborato all’organizzazione dei due V-Day e delle prime liste civiche ed ero l’inviato di Gianroberto presso i MeetUp, la cinghia di collegamento tra lo Staff del Blog e gli embrioni del MoVimento sul territorio; Nicola è stato capo della comunicazione M5S alla Camera dei Deputati dal 2013 al 2014, all’inizio dell’avventura parlamentare.

Mej sostiene che lamentiamo un complotto ai nostri danni perché “non abbiamo trovato un editore”. Nessun complotto: questo libro è nato grazie alle donazioni sulla piattaforma Produzioni dal Basso di 596 lettori, che hanno coperto le spese come i viaggi per raggiungere le fonti e le parcelle dei professionisti che ci hanno assistiti. È stata una nostra scelta: non volevamo appartenere a nessuno, se non ai nostri lettori, e non volevamo essere vincolati, avendo altri impegni di lavoro, ai tempi che gli editori impongono agli autori. Supernova non è mai stato offerto a nessun editore: la scelta di chiedere sostegno “dal basso” è stato un omaggio allo spirito originario del MoVimento.
Nella conferenza stampa ci siamo limitati a sottolineare il fatto – a nostro parere singolare – che nessun editore si sia fatto avanti, in un anno, per chiederci se avessimo cambiato idea.

Il giornalista prosegue con alcune critiche di carattere politico alla nostra analisi: il filo conduttore è la nostra presunta esagerazione nel giudizio negativo di alcuni comportamenti e dichiarazioni di figure di primo piano del M5S. Con ironia, afferma che i conflitti di interessi di Renzi e Berlusconi “sembrano nulla” rispetto a quelli che attribuiamo noi alla struttura che gestisce i processi democratici e l’anagrafica del partito. Il riferimento è all’Associazione Rousseau, presieduta da Davide Casaleggio, pure presidente di Casaleggio Associati, azienda dove è stata inizialmente sviluppata la piattaforma e i cui uffici ospitano oggi quelli dell’associazione.
Mej mi attribuisce, poi, un concetto che non ho mai espresso: l’interpretazione elastica da parte dell’On. Di Battista della regola che obbliga gli eletti M5S a ricandidarsi una sola volta sarebbe – per me – un pericolo per la democrazia.
E nemmeno il cambio di opinione del Blog e del M5S rispetto al regime di Putin, secondo Mej, pare essere grave rispetto alle politiche di Berlusconi su questo argomento.

Insomma, scrive, “siamo ancora anni luce lontano dalle porcate cui ci hanno assuefatto tutti gli altri partiti italiani”.
E quindi? Il M5S ha un “bonus porcate” da spendersi prima di raggiungere la concorrenza?

Su questo e su altro noi ribadiamo, invece, un concetto caro ai due fondatori: il M5S non deve essere il meno peggio. Deve essere il meglio: coerente, trasparente, onesto. Grillo sintetizzò così il pensiero, nel 2006: “Non voglio più scegliere tra il peggio e il leggermente meno peggio, la merda fumante e quella appena tiepida”. Non credo ci sia bisogno di ricordare quante volte dalle colonne di questo giornale si sia denunciato il malcostume di utilizzare i conflitti di interessi grossi per coprire quelli più piccoli.

Detta con altre parole: se il MoVimento alza, meritoriamente, l’asticella delle aspettative non può paragonarsi a chi fa peggio per giustificare i propri cedimenti. Altrimenti, non è più il MoVimento.

Sui metodi di propaganda in Rete del M5S Supernova riporta fatti discussi con preoccupazione anche all’estero, oltre ai commenti di Gianroberto. Se questi fatti, questi commenti e la nostra valutazione siano o meno interessanti, lo lasciamo giudicare ai nostri lettori. Così come saranno i nostri lettori a giudicare se siano “pettegolezzi” le trecento pagine di memorie e testimonianze che abbiamo raccolto dai protagonisti, alcuni ancora tali, della nascita e crescita del primo partito del Paese.

Mej ricorda anche la mia candidatura col M5S alle Europee del 2014, che il Blog bloccò a parlamentarie in corso. Lo fa, probabilmente, perché la ricordo anche io in Supernova.
Intanto, lo devo ringraziare della notizia inedita che ha scovato: pare che io avessi superato le primarie. Deve avere ottime fonti a Milano, perché i risultati di quel primo turno non sono mai stati resi noti.

A differenza di quanto scrive, io non lo ritengo affatto un episodio irrilevante. All’epoca mi dissi fiducioso della decisione dei Garanti di escludermi perché – scrissi pubblicamente – ritenevo fosse la prova che Gianroberto volesse allontanare ogni sospetto di conflitto di interessi (vennero infatti dichiarati incandidabili tutti i dipendenti e collaboratori attuali o ex della Casaleggio Associati). Mi fidai perché sapevo bene che un mio ex collega, ora socio dell’azienda, aveva intenzione di ricandidarsi nel suo Comune, dopo averlo già fatto una volta e tentato anche la via di Roma nel 2013. Questa norma avrebbe creato certamente tensione in ufficio, così mi dissi: “Gianroberto, evidentemente, preferisce sopportare questi malumori piuttosto che sporcare l’immagine del MoVimento”.
Poche settimane dopo le elezioni, però, Casaleggio nominò capo della comunicazione M5S a Bruxelles Filippo Pittarello, all’epoca dipendente dell’azienda. Evidentemente la mia fiducia era stata mal riposta e il problema non era il conflitto di interessi. Qual era, dunque?

Per finire: Mej, lo scorso venerdì, ci ha chiesto più volte perché abbiamo scritto Supernova. Gli abbiamo risposto che, tra le motivazioni più importanti, sentivamo l’esigenza di rendere onore ai tanti attivisti che ci hanno creduto fin da subito e che si sentono oggi traditi. Non pare ancora soddisfatto. Ce ne faremo una ragione, ma voglio comunque ribadire il concetto.

Per chi non ne ha fatto parte, è difficile capire quanto fosse totalizzante l’impegno nei confronti di questo sogno, diventato oggi un incubo. Ci sono state persone che hanno sacrificato salute e famiglia prima per i MeetUp, poi per le liste civiche, infine per il MoVimento 5 Stelle. Per cosa? Per vedere parlamentari spendere 1000-1200 euro al mese in ristoranti (dati da tirendicondo.it)? Che votano, in Aula, spesso e volentieri, il contrario di quanto deciso dagli iscritti? Per vedere il MoVimento diventare un partito?

Concludo questa mia replica con le parole che mi ha scritto ieri un attivista storico. Non un ragazzino ingenuo, ma un uomo maturo che già lo era quando buttò il cuore oltre l’ostacolo dieci anni fa:

“Ciao Marco, ho ricevuto il libro e l’ho cominciato a leggere. Ti ringrazio molto soprattutto per il grande lavoro di informazione ma arrivato a pagina 50 ho dovuto smettere. non ce la faccio. mi si apre una ferita non ancora rimarginata. lo leggerò tutto quando il mio cuore sarà guarito. grazie e scusami per non avercela fatta. in tutti i sensi”.

A lui e ai tanti che provano questi sentimenti è dedicato Supernova.

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