Cinema

Mostra del Cinema di Venezia 2017, vince Del Toro con The shape of water. Il Leone d’Oro torna in Usa. Italia a secco

Il premio alla favola dark prodotta da 20th Century Fox cancella le serie storica dello statunitense presidente di giuria che non premia film americani. E il regista dedica il premio a Sergio Leone. Gli altri riconoscimenti: Kamel El Bash, coprotagonista del film francolibanese The Insult, miglior attore; l’israeliano Samoel Maoz Gran Premio della Giuria -Leone d’Argento per il suo Foxtrot; il francese Xavier Legrande Leone d’Argento alla regia per il notevole Jusqu’a la garde

di Davide Turrini

La fiaba dark di Guillermo del Toro è il Leone d’Oro 2017. The shape of water, produzione hollywoodiana 20th Century Fox, ha vinto in modo ineccepibile la 74esima Mostra del Cinema di Venezia. A bocca asciutta l’altro insistente favorito della vigilia, Three Billboards outside Ebbing, Missouri (solo un’Osella alla sceneggiatura per il regista Martin McDonagh), e l’intera truppa dei quattro film italiani: Ammore e malavita, The Leisure seeker, Una famiglia. Mentre Hannah di Andrea Pallaoro “guadagna” la coppa Volpi per l’interpretazione femminile che però va alla britannica Charlotte Rampling.

La giuria presieduta dall’attrice Annette Bening, e composta da Jasmine Trinca, Ildikó Enyedi, Michel Franco, Rebecca Hall, Anna Mouglalis, David Stratton, Edgar Wright, Yonfan, ha poi voluto premiare Kamel El Bash, coprotagonista del film francolibanese The Insult, come miglior attore; l’israeliano Samoel Maoz Gran Premio della Giuria –Leone d’Argento per il suo Foxtrot; il francese Xavier Legrande Leone d’Argento alla regia per il notevole Jusqu’a la garde, film che raccoglie anche il Premio Venezia Opera Prima “Luigi de Laurentiis”. Non del tutto inatteso il Premio Speciale della Giuria, per il western australiano dagli echi alla Sergio Leone diretto da Warwick Thornton, Sweet Country, che mette in scena una storia vera accaduta in Australia negli anni venti con protagonista un aborigeno accusato ingiustamente dell’omicidio di un colono bianco. Mentre ampiamente prevedibile è stato il Premio Mastroianni al Miglior attore emergente che fin dai titoli di coda di Lean on Pete è finito tra le mani del 18enne statunitense Charlie Plummer.

The Shape of Water (Del Toro)

“Ho 52 anni, peso 110 chili e ho fatto 10 film, ma non importa quale età hai, ogni volta che fai un film rischi tutto. Bisogna avere sempre una fede e io ho fede nei mostri. Dedico questo premio a Sergio Leone che mi ha ispirato. Continuerò a credere nella vita, nell’amore e nel cinema”, ha affermato durante la premiazione un commosso del Toro. Un verdetto veneziano davvero equilibrato e di classe che cancella le serie storica dello statunitense presidente di giuria che non premia film americani. The shape of water riporta il Leone d’Oro negli Stati Uniti, assente dal 2010 quando al Lido vinse Sofia Coppola con Somewhere, non senza polemiche. Questa volta però l’immenso capolavoro di del Toro ha messo d’accordo critica e pubblico fin dai primi giorni del festival. È il decimo lungometraggio (l’undicesimo sarà un Pinocchio che ci auguriamo un po’ gotico e splatter) per il cineasta nato a Guadalajara nel 1964, autore di gioielli come Hellboy e Il Labirinto del Fauno. The shape of water è la storia di una creatura robusta con pinne, branchie e occhi dolcissimi, riemersa nel 1962 dalle acque del Sudamerica e finita incatenata in un vascone sotterraneo di Baltimora per esperimenti segretissimi del governo americano in piena corsa verso lo spazio contro i sovietici. Saranno soltanto l’amore di una donna delle pulizie muta (Sally Hawkins), e l’appoggio del suo vicino gay e della collega afroamericana, a salvarlo dalle grinfie di un terrificante e sadico direttore della sicurezza dalle dita in putrefazione.

Sia Foxtrot di Maoz che Jusqu’a la garde di Legrande sono gli altri due titoli che non hanno lasciato indifferente la giuria di Venezia 74. Il primo è un surreale ritratto dell’elaborazione di un lutto per un padre che perde il figlio militare nell’Israele di oggi. Tragedia intimista in tre atti che sorprende a livello simbolico e denuncia ancora una volta dopo quel Lebanon (Leone d’Oro 2009) la violenza insita nella società israeliana. Jusqu’à la garde di Xavier Legrande è invece un piccolo, compatto e asciutto film che mette in scena gli effetti nefasti di una separazione tra marito e moglie sui propri figli che dopo una descrizione dettagliata a livello psicologico dei personaggi prorompe in un finale thriller alla Shining. Importante anche l’affermazione di Susanna Nicchiarelli in Orizzonti – sezione secondaria della 74esima Mostra del Cinema di Venezia – con Nico, biopic sull’omonima musa di Andy Warhol che ha vinto il premio come miglior film. La vittoria di del Toro con The shape of water, infine, potrebbe nuovamente rilanciare il tormentone del “Venezia porta agli Oscar”. Visto che già Gravity nel 2013, Birdman nel 2014, Spotlight nel 2015 e La La Land nel 2016, passati in pompa magna a Venezia, hanno poi vinto chi l’Oscar come miglior film, oppure come per l’opera di Chazelle ben sei statuette tra cui migliore attrice e miglior regia.

 

Leone d’oro al miglior film: The shape of water di Guillermo del Toro

Leone d’argento per la miglior regia: Xavier Legrande per Jusqu’à la garde

Leone d’argento – Gran premio della giuria: Foxtrot di Samuel Maoz

Premio speciale della giuria: Sweet Country di Warwick Thornton

Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile: Kamel El Bash per The Insult

Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile: Charlotte Rampling per Hannah

Premio Osella per la migliore sceneggiatura: Martin McDonagh per Three Billboards outside Ebbing, Missouri

Premio Marcello Mastroianni ad un attore o attrice emergente: Charlie Plummer per Lean on Pete

Premio Luigi De Laurentiis miglior opera prima: Jusqu’à la garde di Xavier Legrande

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