Le forze armate statunitensi impegnate in Afghanistan hanno sganciato per la prima volta “la madre di tutte le bombe” nella zona di Nangarhar, ad est del Paese, con l’obiettivo di distruggere una postazione dell’Isis. Uccisi almeno 36 miliziani del sedicente Stato Islamico, come riferisce il ministero della Difesa di Kabul. “Nel raid sono stati distrutti tre covi dell’Is, una serie di bunker e tunnel profondi, oltre a molte armi e munizioni”. Non si registrano vittime civili, precisa il testo, sottolineando che “le forze americane hanno preso tutte le precauzioni necessarie a evitare vittime civili nel raid’’. 

Quello lanciato dagli americani è un ordigno convenzionale, chiamato GBU-43 Moab (Massive ordnance air blast), ma è stata ribattezzata dagli stessi americani “Mother of all bombs”. La bomba pesa quasi 10 tonnellate e ha una potenzialità esplosiva in grado di distruggere qualsiasi cosa nel raggio di un centinaio di metri: è l’ordigno non nucleare più potente al mondo. “Un’altra missione di successo, sono molto orgoglioso dei nostri militari”, ha commentato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, specificando che dal suo punto di vista i militari hanno carta bianca.

Dopo le indiscrezioni della Cnn, il Comando centrale dell’esercito americano ha confermato di aver usato la bomba contro un complesso di tunnel e caverne dello Stato Islamico nel distretto di Achin, dove sabato scorso è stato ucciso un soldato delle forze speciali Usa, il sergente 37enne Mark R. De Alencar. La provincia orientale di Nangarhar è quella dove sono maggiormente concentrati i militanti dell’Isis. Gli Stati Uniti e il governo afgano ritengono che da almeno due anni i seguaci del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi stiano cercando di installare un loro quartier generale nei distretti della provincia, muovendosi nel sottosuolo.

Una nota del Comando centrale spiega che l’azione rientra nelle “misure in corso per sconfiggere l’Is in Afghanistan nel 2017”, sedicesimo anno della guerra condotta da Washington nel Paese. La Moab è stata sganciata alle 19.32 da un MC-130 aircraft. “Il raid è stato organizzato in modo da ridurre al minimo il rischio per le forze afghane e americane e per massimizzare l’eliminazione dei combattenti dell’Is e le loro strutture”, prosegue la nota, sostenendo che “sono state prese precauzioni per evitare vittime civili”. Il generale Nicholson definisce “questo ordigno ideale per ridurre questo genere di ostacoli – tunnel e bunker – e mantenere lo slancio nella nostra offensiva contro l’Isis”. Gli Usa ritengono che in Afghanistan siano attivi tra i 600 e gli 800 combattenti dello Stato Islamico.

È la prima volta che viene utilizzata in un raid. La bomba era stata realizzata durante la guerra dell’Iraq iniziata nel 2003. Il primo test fu fatto l’11 marzo dello stesso anno, poi un secondo 8 mesi dopo. A parte le due esercitazioni, non si avevano notizie di altre esplosioni della Gbu-43 Moab. La bomba era stata prodotta in altri 15 esemplari presso il McAlester Army Ammunition Plant. Il dipartimento della difesa americano ha diffuso il video del secondo test, datato 21 novembre 2003.

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