Una gita in Francia, in montagna. Poi il ritorno a Budapest, in pullman. Il viaggio di 56 ragazzi ungheresi tra i 16 e i 18 anni, però, si è interrotto in Italia, alle 23 di ieri, sull’autostrada A4, all’altezza dello svincolo di Verona est in direzione Venezia. L’autobus su cui viaggiavano ha sbandato, da solo, senza coinvolgere altri mezzi. Ha toccato lateralmente un pilone. Si è schiantato, poi ha preso fuoco. Sedici i ragazzi morti, un ferito in coma, 12 feriti gravi, 13 feriti leggeri, 12 persone illese. E’ questo il bilancio tracciato dal ministro degli esteri ungherese Peter Szijjarto in una conferenza stampa convocata a Budapest per informare sugli sviluppi del tragico incidente. “Siamo in contatto permanente con le autorità italiane”, ha precisato il ministro, garantendo che il governo ungherese coprirà tutte le spese di rimpatrio. I feriti più gravi sono stati ricoverati negli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma. Quelli meno gravi accompagnati nel nosocomio San Bonifacio e che forse potrebbero essere dimessi in giornata. Gli altri usciti indenni dall’incidente sono stati prima assistiti dal personale della polizia stradale e poi accompagnati dagli agenti in un albergo per la notte. In lacrime, choccati, terrorizzati dall’aver visto compagni bloccati all’interno del pullman avvolto dalle fiamme e trafitto da un pilone contro cui era finito in A4. Questa l’immagine di un mezzo che si è trasformato “in una trappola che subito ha preso fuoco” che emerge dai racconti dei sopravvissuti.

Al momento restano aperte tutte le ipotesi sulle cause della tragedia, anche quelle legate a un cedimento del mezzo o un malore del conducente. In tal senso, gli investigatori stanno vagliando diverse testimonianze, tra le quali quella di un camionista che una trentina di chilometri prima del luogo dell’incidente ha segnalato di aver visto una ruota del pullman avere qualche problema. Una segnalazione che, se confermata e al pari delle altre, potrebbe servire a rendere più chiaro quanto avvenuto. Sul posto, per tutta la notte, la polizia stradale di Verona e i vigili del fuoco, i primi ad arrivare sul posto. Davanti ai loro occhi scene raccapriccianti: alcuni dei ragazzi erano stati sbalzati fuori dal mezzo e i superstiti erano scossi e scioccati. Le condizioni dei corpi estratti dalla carcassa del pullman rendono particolarmente difficili le operazioni per l’identificazione delle vittime. I corpi sono in gran parte carbonizzati: sarà fondamentale l’esame del Dna. Al lavoro anche la polizia scientifica, che ha compiuto un attento esame anche all’interno del mezzo alla ricerca di ogni possibile traccia utile agli accertamenti in corso. L’attenzione degli inquirenti è concentrata anche nella raccolta e visione dei video della rete autostradale.

“Ho visto gente che bruciava viva, sono immagini terribili che non potrò mai dimenticare” ha raccontato uno degli automobilisti che seguiva il mezzo, poi rimasto bloccato in coda. “Sono sceso e mi sono diretto a piedi per vedere se ci fosse bisogno di aiuto. Si sentiva urlare – ha detto – le persone si mettevano le mani nei capelli. C’erano un paio di corpi che bruciavano, ancora vivi”. Girolamo Lacquaniti, capo della polizia stradale scaligera, ha spiegato ai microfoni di SkyTg24 che la maggior parte dei passeggeri del bus sono studenti adolescenti accompagnati da insegnanti e genitori. “E’ troppo presto per dire quale sia stata la causa di questa tragedia” ha detto il dirigente. La maggior parte degli occupanti dell’autobus stavano dormendo al momento dell’incidente. Gli agenti, con l’aiuto di un interprete, stanno raccogliendo le testimonianze dei ragazzi illesi. L’autostrada A4 è ancora chiusa tra Verona Est e Verona Sud in direzione Venezia perché devono essere ultimate le verifiche tecniche sulla stabilità del ponte contro il cui pilone il pullman si è schiantato. Nel frattempo, sarebbero già in viaggio verso l’Italia alcuni familiari degli studenti ungheresi. Alcune famiglie sono state raggiunte dalla notizia dopo un colloquio tra la polizia stradale e la magistratura scaligera con le autorità consolari del Paese est europeo. “Le persone che erano sedute nella parte posteriore del pullman si sono salvate rompendo i vetri e uscendo tra le urla e il panico. Un professore di educazione fisica ha salvato molti di quelli che erano a bordo rientrando nel mezzo. E’ ricoverato con ustioni profonde sulla schiena”: la testimonianza, seppur indiretta, è del console generale d’Ungheria, Judit Timaffy. “Si erano fermati circa un’ora prima a una stazione di servizio per fare una sosta – ha detto la console -. Poi erano ripartiti e molti mi hanno detto che avevano preso sonno e sono stati svegliati dall’impatto”. Dopo una scena apocalittica, con urla, pianti, finestrini spaccati per mettersi un salvo, tentativi di aiutare gli altri a uscire.

“Ho appreso con profonda tristezza e commozione del tragico incidente stradale avvenuto oggi nei pressi di Verona, nel quale hanno perso la vita numerosi giovani ungheresi e molti altri sono rimasti feriti”: parola del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha inviato al presidente della Repubblica di Ungheria, János Áder, un messaggio dopo aver appreso dell’incidente. “In questo momento di dolore, e nell’assicurarle il massimo impegno e la più ampia disponibilità di tutte le autorità coinvolte nelle operazioni di soccorso – ha proseguito il capo dello Stato – porgo a lei, alle famiglie delle vittime e all’amico popolo ungherese, a nome di tutti gli italiani e mio personale, il più sincero cordoglio, unito all’auspicio di un pronto ristabilimento dei feriti”.

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