Il doppio terremoto in Centro Italia con magnitudo elevate preoccupa gli esperti. Ogni terremoto di una certa energia può generare una sorta di effetto domino: la faglia che si è messa in movimento nel sisma ha risentito probabilmente dell’energia caricata dall’evento che il 24 agosto scorso ha interessato il Reatino. La zona colpita è, infatti, come tutto il sistema di faglie dell’Italia centrale, estremamente complessa. Subito dopo le due scosse più forti sono state almeno una trentina le scosse di assestamento.

La probabilità che una sequenza sismica possa finire per attivare faglie vicine è nota, ma i sismologi non si stancano di ripetere che è impossibile fare qualsiasi previsione su quando e dove possa avvenire una nuova rottura. Certamente alcune zone, come quelle dell’Appennino centro-meridionale, hanno una maggiore probabilità che avvengano i terremoti rispetto ad altre aree. Oltre che dal luogo, la probabilità dipende anche dal tempo: dopo un forte terremoto, la perturbazione indotta sulle altre faglie aumenta la probabilità che avvengano altri forti terremoti. Si tratta, dicono i sismologi, di probabilità solitamente inferiori al 10%.
Questo accade perché quando avviene un terremoto, questo carica di energia altre faglie in zone limitrofe e se una di queste era già prossima alla rottura diventa più facile che possa generare un altro terremoto forte, anche ravvicinato nel tempo, ma non sappiamo con certezza nè dove nè quando il nuovo terremoto possa avvenire. per esempio, non siamo in grado di capire se sarà più a Nord o a Sud, ci sono tante faglie, e non sappiamo se ed eventualmente quale di queste sia quella pronta ad attivarsi.

Il geologo Mario Tozzi ricorda come “gli sciami sismici possono durare a lungo, anche mesi”. Questa nuova scossa potrebbe, quindi, essere una coda al terremoto dell’agosto scorso, oppure e “va verificato se si è aperta una nuova faglia gemella”. In quest’ultimo caso si potrebbe innescare un nuovo sciame. Più terremoti con questa magnitudo preoccupano anche Dimitri Dello Buono, esperto di pianificazione del territorio del Cnr, perché potrebbe trattarsi dell’apertura di una nuova faglia. Ma se è così sarà possibile verificarlo soltanto dopo analisi puntuali di tutti i dati registrati.

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