Il tentativo del governo di far sì che chi ritarda il pagamento di sette rate del mutuo sia costretto a cedere la proprietà della sua casa alla banca è abominevole“. Il leader di Possibile, Pippo Civati (ex Pd, oggi nel gruppo Misto – componente Al-Possibile), ha così preso posizione sulla mossa dell’esecutivo denunciata nei giorni scorsi da ilfattoquotidiano.it che punta ad agevolare in ogni modo le vendite forzose degli immobili da parte degli istituti nel caso in cui il cliente sia in ritardo con 7 rate del mutuo e si muove in parallelo alle norme introdotte a proposito delle garanzie di Stato sulle sofferenze bancarie, che prevedono importanti sgravi fiscali per chi compra una casa all’asta.

Matteo Renzi non è capace di snellire il processo civile, come chiedono da anni cittadini e imprenditori – ha continuato Civati – e l’unica cosa che riesce a fare è cancellare le tutele offerte dal sistema giudiziario ai cittadini che faticano a pagare il mutuo, prevedendo che gli istituti di credito si impossessino subito della casa senza andare davanti a un giudice. Per introdurre questa devastante modifica nell’ordinamento italiano, il governo si nasconde dietro all’esigenza di ratificare una direttiva comunitaria che però non prevede nulla del genere”. Il provvedimento governativo cancella di fatto l’articolo 2744 del codice civile e in caso di inadempimento del mutuatario non sarà più obbligatorio per le banche rivolgersi al tribunale per poter entrare in possesso dell’immobile ipotecato e metterlo in vendita. La mano libera alle banche è anche fiscale, data l’esenzione dal pagamento delle normali imposte del 9% sul valore dell’immobile a favore del creditore o degli acquirenti in asta, a patto che questi ultimi rivendano poi l’immobile a un acquirente finale.

“Non c’è futuro per un Paese che pensa di risolvere i problemi togliendo garanzie e la casa a chi ha difficoltà economiche – ha concluso Civati -. Faccio appello a tutti i parlamentari che credono nei valori della solidarietà e che lo Stato è al servizio dei cittadini e non delle banche. Si dia rapidamente vita a un intergruppo lampo, al di là dei gruppi di appartenenza per correggere le aberranti previsioni contenute nell’atto del Governo n. 256“.

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