“Domani sarò a Roma per la notifica della nomina, non so se vedrò Marino”. Ma Roma “dovrà essere come Milano”. Così il prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca, nominato nuovo commissario di Roma dopo lo scioglimento del consiglio comunale e della giunta di Ignazio Marino. Pochi giorni fa il presidente dell’Anac Raffaele Cantone aveva detto (tra le polemiche) che “Milano è la capitale morale dell’Italia, mentre Roma non ha gli anticorpi”, ora il Viminale ha deciso di nominare a guida del Campidoglio fino alle elezioni il prefetto che ha seguito l’operazione Esposizione universale in Lombardia. “Il Giubileo”, ha commentato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, “deve funzionare come l’Expo”.

“Con Tronca restituiremo fiducia ai cittadini”, ha commentato invece al Tg1 il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ha poi rispedito al mittente gli attacchi dell’ex primo cittadino che in una conferenza stampa aveva detto: “26 coltellate, un unico mandante”: “Ma quale mandante”, ha ribattuto il leader Pd, “ma quale congiura. Le dimissioni dei consiglieri sono state un gesto di stile. Una città o funziona o non funziona, se non funziona bisogna prenderne atto. Una città funziona se il sindaco riesce a far funzionare gli autobus, a sistemare le strade. Adesso stoppiamo le chiacchiere e mettiamoci a parlare di cose concrete”.

Tronca sarà affiancato anche dal ‘dream team’ per l’Anno Santo coordinato dal prefetto di Roma Franco Gabrielli. Il nuovo commissario,in una conferenza stampa, ha commentato: “Sono orgoglioso della fiducia accordata. Affronterò l’incarico con il medesimo impegno e lo spirito di servizio con cui ho affrontato in questi due anni gli eventi del semestre europeo, l’Asem e la preparazione e gestione dell’Esposizione universale”.

Da Milano a Roma dopo un paio d’anni trascorsi sotto la Madonnina, Tronca è nato a Palermo il 31 agosto 1952. Civil servant navigato, è esperto di sicurezza pubblica, di mediazione sociale, di problematiche dell’immigrazione e della gestione di emergenze. Tronca, riporta il sito del Viminale, si è laureato a Pisa nel 1975 in Giurisprudenza e poi, nello stesso ateneo, in storia. Ha superato il concorso di commissario di polizia, prendendo servizio a Varese nel 1977. Il primo marzo 1979, dopo aver vinto il concorso di consigliere di Prefettura, ha iniziato la carriera nell’amministrazione civile dell’Interno alla Prefettura di Milano, ricoprendo l’incarico di capo della segreteria del prefetto e, quindi, gli incarichi di vicecapo di gabinetto e poi di capo di gabinetto, rispettivamente per 8 e 7 anni, fino al primo luglio del 2000, data della nomina a viceprefetto vicario di Milano.

Il 23 maggio 2003 è stato nominato prefetto di Lucca. Nel 2006 è diventato prefetto di Brescia. Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, è cultore di Storia del Diritto Italiano all’Università Statale di Milano ed autore di diverse pubblicazioni. Dal 28 novembre 2008 è stato capo del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, per essere poi nominato nell’estate del 2013 prefetto di Milano.

E ora parte per Roma, dove porterà l’esperienza meneghina e sopratutto quella di Expo, della quale ha parlato stamane diffusamente, sottolineando il fatto che l’esposizione e Milano sono stati il “laboratorio” nel quale costruire un modello di prevenzione delle infiltrazioni mafiose che “riassegna alla Pubblica amministrazione un ruolo di filtro e scudo, anche grazie al meccanismo delle interdittive che si è dimostrato un efficace strumento di prevenzione rispetto alla commissione dei reati”. “La mafia si può e si deve colpire anche attraverso la PA”, ma a condizione che “siano raggiunti livelli di efficienza tali da consentire questo”. Ecco, questa l’esperienza che Tronca si propone di portare a Roma in vista del Giubileo. Anche se i tempi, va detto, sono strettissimi. Si parte l’8 dicembre.

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