Il taglio delle tasse su tutte le prime case, comprese ville e castelli, viola la Costituzione. Perché contrasta con l’articolo 53 sancisce che “il sistema tributario è informato a criteri di progressività“. A sostenerlo è l’ex segretario Pd Pierluigi Bersani, che sul suo profilo Facebook torna ad attaccare la legge di Stabilità del governo Renzi. Dopo le critiche all’innalzamento del tetto all’uso del contante da mille a 3mila euro, la minoranza del Pd si prepara all’ennesima sfida al proprio segretario del partito e presidente del Consiglio. Se la partita delle riforme istituzionali si è conclusa, per ora, con un accordo, ora il cannoneggiamento inizia sulla legge di bilancio. Già sabato in un’intervista al Corriere della Sera il deputato Alfredo D’Attorre, portabandiera delle posizioni bersaniane, aveva annunciato di essere tentato di lasciare il partito se la legge di Stabilità continuerà ad avere questi contorni. E oggi i retroscena dei giornali, in particolare dello stesso Corriere, cominciano a parlare di una “contro-finanziaria”.

E i segnali mandati dalla sinistra Pd al governo continuano. Bersani, ora, mette nel mirino l’eliminazione di Tasi e Imu prima casa, misura che per definizione favorirà in misura maggiore chi oggi paga di più. Cioè i proprietari di immobili di lusso. “Siamo ancora a sfidare l’intelligenza degli italiani”, scrive l’ex premier a cui ieri Renzi aveva risposto che tagliare le tasse “non è di destra o di sinistra ma è giusto. “Dire che, a parità di welfare, abbassare le tasse è buono e giusto è come dire viva la mamma. Nessuno può obiettare”, nota Bersani sul social network. “Ma abbassarle prima di tutti a chi, e come, e per che cosa? Spero sia ancora possibile discuterne. Aggiungo: che cosa vogliamo fare dell’articolo 53 della Costituzione, che parla di progressività? Le norme sulla casa introducono per via di fatto un 53 bis: chi ha di più paga di meno”, è la riflessione.

Mentre Roberto Speranza insiste che c’è bisogno “notevoli modifiche perché alcune delle proposte che sono arrivate rischiano di contraddire la nostra cultura e la nostra storia”, c’è Gianni Cuperlo che se la prende con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ancora sulla questione del tetto di spesa con l’uso di contanti che il governo vorrebbe innalzare a 3mila euro. “Mi piacerebbe che tu rispondessi a una domanda banale – scrive l’ex presidente del Pd su facebook – Questa: meno di un anno fa (era il 19 novembre del 2014) durante un question time alla Camera tu, replicando all’interrogazione di un deputato, hai pronunciato le seguenti parole: ‘La scelta di limitare la circolazione del contante e di procedere ad un progressivo abbassamento della soglia, è motivata dall’esigenza di fare emergere le economie sommerse”. Quindi “sul contante il ministro Padoan in un anno a cambiato idea – conclude Cuperlo – Perchè?”.

Caro Ministro Pier Carlo Padoan,mi piacerebbe che tu rispondessi a una domanda banale. Questa: meno di un anno fa (era…

Posted by Gianni Cuperlo on Sabato 17 ottobre 2015

La scelta del governo, tuttavia, è difesa anche da Filippo Taddei, responsabile Economia della segreteria Pd: “Se il dibattito deve essere sul limite del contante non aiutiamo il Paese ad andare avanti” dice, aggiungendo che la legge di Stabilità poggia “su quattro pilastri: il sostegno al lavoro, il sostegno agli investimenti, il contrasto alla povertà e il proseguimento della spending review”. Se è o meno una manovra di sinistra? “È una manovra progressiva e nell’interesse del lavoro. Che è la cosa più sinistra che mi viene in mente”.

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