Sweden will become one of the first fossil-free welfare states in the world.”
“Children should grow up in a toxin-free environment –
the precautionary principle,
the removal of dangerous substances
and the idea that the polluter should
pay are the basis of our politics.”
Stefan Lofven, primo ministro di Svezia

La Svezia vuole diventare la prima nazione del mondo totalmente fossil-free. L’ha annunciato il primo ministro Stefan Löfven alle Nazioni Unite in questi giorni.

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E cosi, in concomitanza con gli imminenti incontri sul clima di Parigi, la Svezia accelera  il suo cammino verso le rinnovabili e contro i cambiamenti climatici. Per il 2016 hanno stanziato ben 546 miloni di dollari solo per incentivare fonti non fossili nel paese.

In questo momento in Svezia le fonti fossili generano solo il venti per cento dell’elettricità del paese, il resto viene da un mix di fonti rinnovabili, in particolare dall’idroelettrico, e dal nucleare.  Ma le centrali nucleari chiudono perché obsolete, e gli svedesi hanno deciso di non costruirne altre. Sono le tre centrali di Ringhals 1 e 2 e Oskarshamn 2, la cui chiusura viene anzi anticipata. Ci si aspetta che le rinnovabili rimpiazzeranno il loro contributo energetico. E non solo: in Svezia hanno già chiuso centrali a carbone e addirittura uno degli aeroporti secondari di Stoccolma, il cui sito sarà trasformato in residenziale per persone a basso reddito. La Chalmers University of Technology ha annunciato mesi fa il suo disinvestimento dalle fonti fossili.

Ma come funzionerà la transizione al fossil-free in questo paese di 10 milioni di persone, guidato da una coalizione fra verdi e social-democratici, con fabbriche e produttività da mantere?

Si investirà di più in solare ed eolico, ricerca di base e infrastutture, in aumento dei servizi di trasporto pubblico, miglioramento dello stoccaggio di energia, di sistemi di isolamento termico nelle costruzioni ed una rete elettrica più efficiente. A partire da adesso. Nel 2016 gli stanziamenti per il solare aumentano del 800%. E gli investimenti non saranno solo in Svezia, ma anche con circa 40 milioni di dollari di investimenti in paesi in via di sviluppo per progetti “green”. Lofven ricorda che alla base della sua politica c’è il principio di precauzione, l’idea che chi inquina paga e che nessun bambino merita di crescere in un ambiente tossico.

In realtà è da tanto che la Svezia segue la politica dell’energia green. Già dieci anni fa, nel 2005, il governo pubblicò “Making Sweden an Oil-Free Society” in cui si iniziava già a programmare verso una società green.  Allora come oggi, gli svedesi non hanno fissato una data, ma un obiettivo da perseguire, e sperano di essere leader ed esempio nelle rinnovabili nel mondo.  Vanno avanti.

Sembra quasi una gara a chi nel mondo vuole liberarsi per prima dal petrolio – i vicini danesi per esempio hanno investito a lungo nell’eolico, generando quest’estate addirittura il 140% della loro energia dal vento. La parte in eccesso è stata poi venduta a Svezia e Norvegia. L’Islanda già genera quasi il 100% della sua energia dalle rinnovabili, in particolare il geotermico.

E in Italia? E Matteo Renzi cosa annuncerà alle Nazioni Unite, o agli incontri sul clima? Che vogliamo riempire l’Adriatico di trivelle? Che vogliamo fare buchi un po’ dappertutto, dal Veneto alla Sicilia? E che vuole fare tutto questo in barba alla volontà popolare? Quando leggeremo: Renzi annuncia la programmazione per una fossil-free Italia?

Intanto qui il giorno in cui la Danimarca ha generato il 140% della sua elettricità dal vento.

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