erri de luca 675

Ieri, 21 settembre 2105 sono stati chiesti otto mesi per Erri De Luca, denunciato per istigazione a delinquere. Alcune riflessioni, dopo diverse interviste, mesi fa, già le avevo riportate, grazie al suo libro in uno scambio immaginario di battute ripercorrendo punti salienti de La parola contraria. In quelle pagine Erri De Luca spiega: “La Val di Susa si batte contro il disastro ambientale per scongiurarlo, per non doverlo piangere dopo. Il popolo da anni lo difende. Si tratta della più intensa e durevole lotta di prevenzione popolare. Stupro del territorio. Da commosso ho aderito alle loro ragioni aggiungendo spesso e da molti anni la mia presenza fisica alle loro manifestazioni”.

Manifestazioni a cui da cittadino ha aggiunto parole a difesa della terra di Val Di Susa, quindi dei suoi cittadini. La pubblica accusa avrebbe deciso che De Luca, con le sue parole, avrebbe influenzato il comportamento delle persone.

Ieri mi chiedevo perché nessuno avesse denunciato Salvini per la violenza delle sue parole contro gli immigrati, poi ho scoperto che Nazione Rom lo ha denunciato per minacce, occupazione abusiva suolo pubblico, ingiurie, diffamazione, istigazione all’odio e alla violenza per i fatti avvenuti a Scandicci il 22 aprile scorso e che oggi sarà al Tribunale di Firenze per verificare come stia procedendo l’azione.

Vedremo dunque se la parola del potere ha il peso della parola di un cittadino prima, di uno scrittore poi. Da che parte stiamo andando, il messaggio finale che arriverà ai cittadini.

A proposito della parola, della responsabilità, Erri De Luca, da cittadino chiarisce che “dalle mie parti, al Sud, esiste un altro tipo di responsabilità della parola. Uno augura il peggio a una persona e quella più tardi subisce un incidente. Il tale del malaugurio viene ritenuto responsabile dell’accaduto e dà così avvio alla sua fama di iettatore. La linea Tav va sabotata: la frase rientra nel diritto di malaugurio”.

Abbiamo una Costituzione, ne ricordo i primi due commi dell’articolo 21.
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

Da cittadina, e anche come operatrice culturale che ogni giorno impiega la parola, cercando di dare valore alla libertà di espressione, oggi sostengo con forza Erri De Luca. Farlo significa difendere e sostenere il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Ma sostenere Erri De Luca significa difendere non solo l’articolo 21 della Costituzione italiana, un cittadino che in questo lotta per tutti, ma anche uno scrittore che si avvale del suo ruolo pubblico per dare voce a chi ne ha bisogno, che altrimenti non ne avrebbe.

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