Dai signori del gioco d’azzardo alle banche, dagli enti pubblici e quelli a partecipazione statale, dalle lobby mascherate da associazioni al corner del Jobs Act, pagato dal ministero del Lavoro: il Meeting di Comunione e liberazione anche quest’anno è servito. Grazie agli sponsor, che in gran parte usano soldi pubblici. Nonostante la Compagnia delle opere, cassaforte di Cl, abbia dovuto abbassare le pretese. Il “fatturato” del Meeting, che apre i battenti oggi, 20 agosto, a Rimini, scende dai 7 milioni e 998mila euro dello scorso anno ai 5 milioni e 407mila euro di quest’anno, una flessione del 20 per cento. Nonostante aiuti ce ne siano a profusione, a partire da quello del governo che, attraverso il ministero del Lavoro, ha acquistato uno spazio all’interno del quale promuoverà la riforma del lavoro. “Non è promozione della legge”, spiegano dal ministero, “ma si tratta solo di un angolo dove verranno date informazioni. Chiunque potrà chiedere delle nuove regole sul contratto a tutele crescenti, sulla maternità, i nuovi ammortizzatori sociali e la semplificazione degli adempimenti burocratici”.

Oltre al corner istituzionale – nessuno si sbilancia ufficialmente sulla cifra, fonti del Fatto Quotidiano dentro a Cl dicono che la cifra è di poco inferiore ai 100mila euro – ci sarà il ministro Giuliano Poletti al quale è stato cucito addosso come un abito sartoriale il dibattito: “La via italiana per sostenere lo sviluppo e l’occupazione”. Poletti, oltre a Matteo Renzi che sarà a Rimini mercoledì prossimo, cercherà di convincere un esercito di spettatori indecisi, mai rimasto così a corto di riferimenti politici dopo le cadute di Roberto Formigoni e Maurizio Lupi, storici referenti del movimento. Un’idea su dove andranno ce la si può fare, comunque: mai come quest’anno la partecipazione di fiorentini è stata così alta. C’è Marco Carrai, in qualità di presidente del Cambridge Management Consulting Labs, ma anche Andrea Simoncini, docente di Diritto costituzionale all’Università di Firenze che insieme a Fabio Pammolli, docente all’Institute for Advanced Studies di Lucca, che parleranno di tecnologia. Tra gli imprenditori non manca Nerio Alessandri, presidente e amministratore delegato Technogym, grande sponsor di Renzi, e Brunello Cucinelli, il re del cachemire e fan del giglio magico: loro, entrano al Meeting in quota renziana, non hanno bisogno di sborsare quattrini per lo stand.

Il programma non ha acuti, ma a Rimini arriveranno comunque 700mila persone. Ci sarà Monica Maggioni, neo presidente Rai, ma già in programma da prima; Walter Veltroni, attraverso Sky, altro sponsor della rassegna, presenterà il suo ‘I bambini sanno’, film che non ha goduto di grandi successi. Tra i giornalisti ospiti anche Gianni Riotta, editorialista de La Stampa e, per fingere un contraltare, Piero Sansonetti, direttore del Garantista. Resta paradossale come Lottomatica si metta a disposizione dell’evento di Rimini come partner ufficiale e contribuisca a far raggiungere i 3 milioni e 600 mila euro insieme a Intesa San Paolo, Ferrovie dello Stato, Finmeccanica, Eni, Autostrade e Poste italiane, i principali sponsor sui quali i ragazzi che furono di Roberto Formigoni possono contare. Uno stand, quello dell’azzardo legalizzato, che vale 200 mila euro.

Il Meeting è così: ha un prezzo a metro quadro, circa 500 euro. E il puzzle messo in piedi grazie all’architettura di potere di Formigoni faceva confluire soldi da tutta Italia. Le Regioni, quasi tutte, dal Veneto alla Sardegna, deliberavano dai 100 mila ai 150 mila euro come sponsorizzazione a fondo perduto. Quest’anno, con una cifra più che dimezzata, sono rimaste l’Emilia Romagna, costretta a pagare una sorta di dazio perché il meeting resti a Rimini, e la Lombardia che, nonostante il governo leghista si è allineata alla buona tradizione del Celeste, soprattutto perché il Meeting del futuro sarebbe un discreto sfogo per le aree attualmente occupate dall’Expo. Resta sponsor il Comune di Ascoli, ma capire la motivazione è molto difficile, così come l’aeroporto di Venezia che geograficamente è un po’ distante, ma la giustifica come “promozione necessaria”. Di interessi sul piatto, come sempre, anche l’edizione 2015 abbonda: molti degli esperti chiamati ai dibattiti contribuiscono con soldi, attraverso enti o aziende, all’allestimento del Meeting. Come il dibattito “Scommettere e investire sull’Italia”. Guida Graziano Delrio, partecipano James Hogan, presidente di Etihad Airways e vicepresidente Alitalia (partner del Meeting) e Pierluigi Stefanini, presidente di Unipol (altro sponsor a Rimini). L’elenco può andare avanti: la Ferrero, per esempio, riempirà di Nutella i visitatori, poi l’amministratore delegato andrà a parlare di “aziende dal volto umano”.

Non manca, tra i relatori, Mauro Moretti: gli anni passati parlava di trasporti come ad di Ferrovie, quest’anno entra in quota Finmeccanica, ma sempre un grande sponsor resta. Meeting che, per i numeri uno di Eni e Ferrovie, arriva come una ventata di fiducia: essere sponsor e presenti potrebbe anche servire per mantenere due poltrone che traballano da tempo.

da Il Fatto Quotidiano del 19 agosto 2015

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