Nel febbraio del 2014 l’Unar (ufficio nazionale antidiscriminazione razziale) propose, insieme all’istituto Beck (associazione scientifica di psicologi e psicoterapeuti), di introdurre negli istituti scolastici il progetto “Educare alla diversità a scuola“; in sostanza si trattava di tre opuscoli informativi, uno per ogni grado di formazione scolastica (primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado), da distribuire ai vari istituti, allo scopo di insegnare ai bambini e ai ragazzi cos’è la diversità, da un punto di vista scientifico e non ideologico, imparare a capirla e ad accettarla, così da poter contrastare il terribile fenomeno del bullismo e della discriminazione sessuale. Negli opuscoli venivano affrontati temi quali: l’omosessualità e il suo rapporto con la religione, l’omofobia, uno studio sull’incidenza di alcolismo e disturbi psichici tra gay e lesbiche che vivono in Paesi dove non esistono leggi specifiche contro le violenze e le discriminazioni omofobiche. Si legge sul sito web dell’Istituto: “Gli opuscoli sono destinati esclusivamente agli insegnanti e non agli alunni e, in quanto tali possono essere utilizzati con le modalità che gli insegnanti e i genitori, coinvolti dalla scuola nel progetto, ritengano più opportune”. Pressato dalle Associazioni dei Genitori prima e dalla Chiesa poi, in particolare nella persona del Cardinal Bagnasco, che li ha definiti una rovina per la famiglia, il ministro dell’istruzione Giannini, nell’aprile del 2014 blocca la distribuzione dei “libriccini del diavolo”. Questo gesto, oltre ad avallare le assurde teorie complottisti nei confronti della famiglia tradizionale, costituisce senza dubbio un significativo passo indietro verso la creazione di una società libera, informata e rispettosa; a partire dai bambini, i quali andrebbero difesi dall’unica cosa a cui invece paiono destinati: l’ignoranza.
Società - 30 Giugno 2015
Ddl educazione di genere: difendiamo i nostri figli. Ma dall’ignoranza
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