Tra gli 86 indagati nell’inchiesta sulla centrale Tirreno Power di Vado Ligure figurano anche tutti gli assessori della ex giunta della Regione Liguria. E’ quanto emerge dalle notifiche degli avvisi di fine indagine dopo la chiusura dell’inchiesta avvenuta il 17 giugno. Oltre all’ex governatore Claudio Burlando, risultano indagati gli ex assessori Claudio Montaldo, Renzo Guccinelli, Marylin Fusco, Giovanni Barbagallo, Angelo Berlangieri, Giovanni Boitano, Gabriele Cascino, Raffaella Paita, Lorena Rambaudi, Sergio Rossetti, Renata Briano (ora europarlamentare), Enrico Vesco, Matteo Rossi.

Tra i reati contestati quelli di disastro ambientale colposo aggravato e disastro sanitario colposo aggravato per gli amministratori e i dirigenti dell’azienda. Abuso d’ufficio e disastro colposo aggravato per i pubblici amministratori ed i funzionari di Comuni, Provincia, Regione ed altri enti. L’omicidio colposo plurimo e l’abuso d’ufficio per i responsabili aziendali e gli amministratori pubblici.

Il coinvolgimento di tutti gli ex assessori sarebbe legato alla approvazione delle delibere di giunta riguardanti la centrale. L’inchiesta era culminata con il sequestro della centrale di Vado Ligure l’11 marzo del 2014 per presunte violazione all’Aia. L’impianto è ancora sotto sequestro. Il gruppo Tirreno Power appartiene a Gdf-Suez (50%), Sorgenia (39%), Iren (5,5%) e Hera (5,5%). La procura indaga su 427 morti definite ‘anomalè tra il 2000 e il 2007 per malattie respiratorie e cardiovascolari.

Indagati anche i dirigenti della centrale vadese e l’ex presidente della Provincia di Savona Angelo Vaccarezza, oltre agli ex assessori Santiago Vacca, Andrea Berruti, Pietro Santi, Pietro Revetria. Iscritti anche il sindaco di Vado Ligure Monica Giuliano e i suoi ex Attilio Caviglia, Carlo Giacobbe, quindi il sindaco di Quiliano Alberto Ferrando e il suo ex Nicola Isetta.

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