“Si può diventare insegnanti senza averne titolo?” Se lo era chiesto ilfattoquotidiano.it il 21 ottobre scorso riferendo su quello che ormai era noto come il “caso Bari. La risposta, arriva oggi ed è: no, non si può. Lo dicono le 34 pagine di relazione che gli ispettori del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca hanno stilato dopo la loro indagine. Tre giorni di sopralluogo, di audizioni, di analisi “della copiosa documentazione acquisita” sono stati sufficienti ai tre ispettori del Miur per denunciare alle Procure della Repubblica di Bari e di Trani e alla Procura generale della Corte dei Conti di Puglia tre dei cinque docenti risultati senza titoli idonei ma che, per di più, si sono resi autori di false dichiarazioni in atto pubblico con lo scopo di scalare le graduatorie.

La storia è lunga e intricata. Comincia nel 2012 quando nell’Istituto “Majorana” di Bari e nel liceo “Cosmai” di Bisceglie, si procede alla selezione dei docenti tecnico-pratici per il triennio 2011-2014. Qualcosa però va storto. I ricorsi presentati in seguito alla pubblicazione delle graduatorie, hanno subito reso evidente che cinque dei docenti assegnatari dell’incarico non erano in possesso del titolo per quella classe di insegnamento. Ma per tre di loro c’è anche altro. Il caso più grave è quello di un docente con una laurea dichiarata ma mai conseguita. Non da meno la posizione degli altri due colleghi: sugli atti ufficiali nessuna incompatibilità dichiarata, nella realtà proprietari o soci di aziende del settore. Irregolarità che hanno permesso di acquisire maggiore punteggio, avanzare nelle graduatorie e inserirsi anche in quelle della classe di concorso A. Riuscendo persino ad ottenere l’inclusione nei percorsi speciali di abilitazione all’insegnamento.

Nulla hanno potuto i numerosi ricorsi degli “esclusi”, le sanzioni inflitte dall’Ufficio scolastico regionale al termine di una precedente indagine (350 e 150 euro per i dirigenti scolastici, 15 e 5 giorni di sospensione dallo stipendio per i docenti). Le graduatorie, anche annullate e riformulate, confermavano lo stesso esito. Finché la visita degli ispettori ministeriali ha permesso di scoprire “notevoli e inesplorate criticità”, come ad esempio l’aver ottenuto con la falsa laurea la stipula di ben due contratti ad ore, uno per la docenza tecnico pratica l’altro per la docenza di teoria. Di essere stato depennato, dopo l’indagine dell’Usr, solo da quella di classe C ma non da quella di classe A. Il tutto completato dalla scoperta che la documentazione fornita dagli Istituti conteneva informazioni differenti da quelle sui contratti effettivamente firmati.

Una responsabilità che non risparmia i due dirigenti scolastici. Non può bastare quanto la preside del “Majorana”, Paola Petruzzelli, ha dichiarato anche a ilfattoquotidiano.it e cioè che le graduatorie erano state stilate prima del suo insediamento avvenuto nel 2012. Perché su quelle successive, scrivono gli ispettori, aveva tutto il tempo di vigilare. E ancor più avrebbe dovuto farlo, dice il collegio ispettivo, dopo le segnalazioni arrivate. E nemmeno ha convinto “l’aver proceduto con controlli a campione”. Alla firma dei contratti – si legge nella relazione – è obbligatorio effettuare controlli specifici. I dirigenti avrebbero dovuto non solo annullare qualsiasi beneficio goduto dai docenti ma escluderli dalla possibilità di stipulare nuovi contratti.

“Reiterate falsità da parte dei cinque docenti che hanno prodotto un danno d’immagine all’Amministrazione” e un profitto personale a scapito degli “esclusi”. Ecco perché, oltre all’ipotesi di reato penale per falso in atto pubblico c’è anche quello di danno erariale. “I dirigenti sono presidi di legalità”, scrivono gli ispettori. Come lo è la Scuola, quella con la S maiuscola.

Tutto risolto? No. Perché denuncia Pino D’Ambrosio, responsabile dell’Usb Scuola Puglia e rappresentante dei due docenti esclusi da cui sono partite le denunce, “nonostante la relazione ministeriale sia stata depositata il 15 dicembre, a tutt’oggi non c’è alcuna attuazione delle proposte avanzate. Eppure conferma in toto quanto denunciamo da anni”.

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