Le tregua è finita. Tre razzi sono stati sparati nel pomeriggio dalla Striscia di Gaza verso la zona della città israeliana di Beer Sheva, nel Neghev. Sono esplosi in zone non abitate, senza fare vittime, secondo la radio militare. Il premier Benyamin Netanyahu e il ministro della difesa Moshe Yaalon, secondo Radio Gerusalemme, hanno ordinato all’esercito di colpire “obiettivi terroristici” a Gaza, in reazione al lancio di razzi sul Neghev. “Questo attacco su Beersheba è una violazione grave del cessate il fuoco”, ha dichiarato il portavoce del governo israeliano Mark Regev. In risposta al lancio di razzi, l’Israel Defense Force ha preso di mira “siti terroristici” a Gaza, ha reso noto il portavoce militare. Gli aerei hanno colpito imprecisati obiettivi in zone aperte di Beit Lahya, Sajaya, Rafah e Khan Yunes. E ci sono già le prime vittime palestinese dopo la rottura della tregua: a perdere la vita una bambina di 5 anni e una donna di 40 anni. Ci sono anche 21 feriti. Nella serata di martedì due razzi hanno colpito l’area di Tel Aviv, 4 la zona di Beer Sheva e 3 Sderot. Le brigate al Qassam, “braccio militare” di Hamas, rivendicano i lanci di razzi contro Israele. In particolare, dei missili M75 contro Tel Aviv e dei Farj – di produzione iraniana – su altre zone di Israele. 

Hamas accusa Israele: “Raid per far fallire i negoziati”
Hamas, da parte sua, accusa Israele di aver infranto il cessate il fuoco: in una dichiarazione alla stampa un portavoce dell’organizzazione, Sami Abu Zuhri, ha affermato di non avere alcuna informazione su razzi sparati verso il Neghev, come afferma Israele. Israele ha lanciato nuovi raid contro la Striscia di Gaza per “far fallire i negoziati al Cairo. Non sappiamo nulla di questi razzi”, afferma Abu Zuhri. Israele, conclude il portavoce di Hamas, “ha tutta la responsabilità dell’escalation e delle sue conseguenze”.

Israele, il 92% della popolazione ebrea è a favore della guerra
Il 92% degli ebrei israeliani è a favore della guerra a Gaza, mentre solo il 7% pensa che questo conflitto non sia giustificato. Lo dice un sondaggio condotto dall’Israel Democracy Institute, August 2014 Peace Index, secondo il quale poco più della metà degli intervistati crede che il governo abbia chiari gli obiettivi dell’operazione militare Protective Edge. Al contrario il 47% pensa che non sia così. L’indagine riporta quindi che il 58% dei cittadini dello stato ebraico pensa che Israele non debba assecondare alcuna richiesta di Hamas, né di altre fazioni e che l’esercito debba continuare a combattere finché i militanti di Gaza non si arrenderanno. Secondo il 48% di coloro che hanno partecipato al sondaggio le forze militari messe in campo da Israele sarebbero sufficienti, il 45% pensa invece che queste siano inadeguate.

Netanyahu richiama i delegati al Cairo
La delegazione israeliana è stata richiamata dal Cairo, dove discuteva le modalità di un consolidamento della tregua a Gaza nell’ambito di negoziati indiretti mediati dall’Egitto. Una fonte ufficiale israeliana ha confermato la notizia anche ad Associated Press, spiegando che i colloqui si basavano sul “presupposto” che non ci fossero violenze. “Loro stanno violando il cessate il fuoco, stanno violando il presupposto dei colloqui”, ha aggiunto il funzionario. Il ritiro della delegazione israeliana ordinato da Netanyahu, insieme al riesplodere delle violenze, sta mettendo in pericolo gli sforzi dell’Egitto di negoziare una tregua a lungo termine fra israeliani e palestinesi. La scadenza del cessate il fuoco temporaneo era prevista per mezzanotte ora locale (le 23 di stasera in Italia). 

Stallo nei colloqui, ma “i problemi non sono iniziati con i razzi”
“I problemi nei colloqui di pace non sono iniziati con il lancio di razzi”. Lo hanno affermato fonti della delegazione palestinese al Cairo, citate dal sito israeliano di notizie Ynet. “Il problema è intrinseco. Al momento non si può arrivare a un accordo, i colloqui sono in una fase di stallo”, hanno aggiunto le fonti. “La delegazione palestinese chiede che l’accordo indichi esplicitamente che verrà costruito un porto a Gaza con i dettagli da discutere in futuro, ma Israele vuole che l’accordo sul porto sia collegato al disarmo delle organizzazioni. Le probabilità di arrivare a un accordo per un cessate il fuoco permanente nell’immediato futuro sono molto basse”, hanno concluso le fonti.

Shin Bet: “Piano di Hamas per rovesciare l’Anp”
Destano preoccupazione nell’Anp, intanto, le rivelazioni dello Shin Bet (il servizio segreto israeliano) su “piani eversivi” orditi da Hamas in Cisgiordania che sarebbero stati sventati con decine di arresti. I piani includevano, secondo lo Shin Bet, attentati che avrebbero potuto preludere a un putsch anti-Anp. Il presidente Abu Mazen, scrive la stampa palestinese, ha dunque dato istruzione alle autorità competenti affinché facciano luce sulla fondatezza di quelle rivelazioni. Secondo Abu Mazen le implicazioni della vicenda rischiano di essere pericolose, visto anche che i membri di Hamas arrestati da Israele sembravano ben armati. “Siamo impegnati con l’aggressione a Gaza – ha rilevato Abu Mazen – e queste nuove informazioni rischiano di rappresentare un pericolo reale per l’unità del popolo palestinese, alla luce anche (della recente costituzione, ndr) del governo di consenso nazionale”, sostenuto all’esterno da Al Fatah e da Hamas. Lunedì 18 lo Shin Bet aveva reso noto di aver arrestato negli ultimi mesi in Cisgiordania 93 membri di Hamas che progettavano attentati in Israele, violenze nella Spianata delle moschee di Gerusalemme e anche una nuova intifada che avrebbe potuto destabilizzare le strutture dell’Anp. Il “cervello” di questi progetti è stato indicato dallo Shin Bet in un esponente di Hamas attivo in Turchia.

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