“Non c’è più tempo da perdere”. L’appello è dei senatori del Movimento 5 stelle che chiedono che venga messo in discussione al più presto il pacchetto di norme contro la corruzione e per l’introduzione del falso in bilancio. Il disegno di legge è in attesa di essere calendarizzato a Palazzo Madama, ma ancora non si hanno date precise. Tra i primi ostacoli anche la discussione del ddl Riforme che dovrebbe arrivare in Aula giovedì 10 luglio. “I 5 stelle“, si legge in una nota del gruppo e poi pubblicata sul blog di Grillo, “si è attivato affinché venga immediatamente messo in discussione. La nostra proposta è stata appoggiata anche dal vice presidente della Commissione Giustizia del Senato Felice Casson (Pd) ed ha ricevuto il sostegno di esponenti della società civile come Elio Lanutti (Adusbef) e Ferdinando Imposimato“. E in giornata è arrivato anche il sostegno del premio Nobel Dario Fo che ha rilanciato su Facebook l’appello. 

Il ddl si era bloccato nelle scorse settimane anche in attesa del decreto annunciato da Matteo Renzi sul tema. Ma nel corso dell’ultimo Consiglio dei ministri, il governo ha annunciato solo una bozza e alcune linee guida per una consultazione sul tema giustizia. Insomma non è ancora il tempo di parlare di autoriciclaggio, corruzione e falso in bilancio. L’assemblea dei capigruppo a Palazzo Madama ha infatti bocciato la richiesta di posticipare l’esame del ddl Riforme alla prossima settimana, avanzata dalla capogruppo Sel, Loredana De Petris. Stesso esito per la richiesta del Movimento 5 stelle che aveva chiesto un inversione del calendario deciso dalla conferenza dei capigruppo. I 5 stelle hanno chiesto il posticipo dell’esame in aula del ddl Riforme dopo l’arrivo in aula del ddl Anticorruzione e del dl Competititvità. Polemiche anche dalla senatrice Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto: “Piede sull’acceleratore sulle Riforme”, scrive su Twitter, “e calende greche su Anti-corruzione, falso in bilancio e prescrizione. Cancellati i diritti delle minoranze”.

I 5 stelle chiedono un intervento di Palazzo Madama perché si sblocchino i tempi. “La richiesta di una nuova legge anti-corruzione”, scrivono, “è stata sottoscritta da 531.000 cittadini che hanno aderito alla campagna Riparte il Futuro in Italia, secondo uno studio diffuso a maggio da Unimpresa la corruzione ci è costata negli ultimi 10 anni ben 100 miliardi, 10 miliardi l’anno. Si tratta di cifre che gridano vendetta e che rendono ancora più incredibile e assurdo l’immobilismo del governo su questo tema”. Nelle scorse settimane c’era stato anche un incontro tra la delegazione 5 stelle e il ministro della giustizia Orlando per chiedere che il tema fosse discusso a livello parlamentare e non con un decreto del governo: “Il M5S lo scorso 12 giugno ha incontrato il Ministro della giustizia. In quella occasione abbiamo presentato le nostre proposte che erano già in discussione nella Commissione Giustizia del Senato insieme ad altre del Pd a prima firma del presidente Grasso. Non c’è più tempo da perdere. Il Senato discuta subito la legge anti-corruzione e contro il falso in bilancio”.

Ma l’attacco va oltre nelle parole del senatore Maurizio Buccarella che ipotizza una relazione tra il ritardo della discussione del ddl e il patto del Nazareno: “Perchè Pd e Forza Italia temporeggiano e rinviano? E’ sempre più evidente che nello scellerato patto del Nazareno ci sia una garanzia di impunità per corrotti, corruttori e falsificatori di bilancio e che la linea calata dall’alto imponga uno stop alle norme anti-corruzione che ormai siamo rimasti in pochi a chiedere a gran voce”.

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