La Valle d’Aosta pare non avere capito che lo sci di pista non ha più quelle sorti magnifiche e progressive che sembrava avere negli anni sessanta-settanta dello scorso secolo. A dimostrarlo basterebbe  l’innevamento programmato. Le stazioni spendono milioni di euro in neve artificiale. E già la necessità (ma anche il delirio di onnipotenza) di creare la neve la dice lunga sullo stato comatoso dell’attività. A ciò aggiungasi la crisi economica, che non favorisce una domenica sugli assi o sulla tavola.

Dicevo che sembra non avere capito la situazione, visto che viene ora riproposto il progetto di collegamento sciistico tra la Valtournenche e la Val d’Ayas, il che significa, per chi non conosce la zona, collegare gli impianti del Monte Rosa a quelli del Cervino. Che se andasse in porto significherebbe un carosello continuo da Alagna Valsesia a Cervinia, e quindi Zermatt. “Complici” del progetto il Comune di Valtorunenche (capofila), e quelli di Champoluc e Gressoney.

Il bello è che il progetto risale addirittura al lontano 1992, e nel 1995 l’allora assessore all’Ambiente Elio Riccarand scrisse alle “Funivie di Champoluc” che il collegamento intervallivo non rientrava in nessuno degli atti programmatori in materia di trasporto della Regione e aggiungeva che l’impatto ambientale era assolutamente inaccettabile, oltre a esprimere forti dubbi sull’economicità dell’opera, dal costo assai considerevole. Della stessa opinione si disse l’allora consigliere regionale Luciano Caveri.

Eppure, nel 1992 lo sci di pista non era così costoso come è oggi in termini economici ed ambientali. E non c’erano così tanti frequentatori della montagna con le ciaspole e le pelli di foca. Il cui numero in Italia raggiunge oggi i 400.000 utilizzatori.

Già solo questo dovrebbe indurre le pubbliche amministrazioni a non proporre od accettare nuovi impianti. Ma, nel caso di specie, la soluzione appare ancora più insensata, solo a considerare i vincoli paesaggistici esistenti in zona, nonché la scarsa (ad essere benevoli) fruibilità a fini sciistici.

Infine, appare evidente che tale operazione si pone in netta contrapposizione con la Strategia Vda 2020 e con la sua  “ambizione di diventare un riferimento europeo in termini di sviluppo sostenibile”.

I sostenitori del collegamento sciistico ovviamente hanno creato una pagina ad hoc su Facebook, ma non pare abbia tanto successo. Ci sono, ad oggi, 188 “mi piace”.

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