“Vergogna! Assassini!”. Una decina di manifestanti ha contestato il presidente della Commissione europea, José Manuele Barroso e il premier italiano Enrico Letta all’arrivo all’aeroporto di Lampedusa, prima che entrassero nell’hangar dove sono le 289 bare, accumulate lì dopo il naufragio del 3 ottobre scorso. Bare destinate ad aumentare visto che i sommozzatori hanno recuperato altri 13 corpi in mare. Sale così a 302 il numero delle vittime accertate. La visita, durata circa due ore non ha registrato ulteriori contestazioni, ma una divergenza di vedute tra il presidente del Consiglio e il ministro dell’Interno Angelino Alfano sulle prossime mosse da fare in materia legislativa. Cambiare la legge Bossi-Fini? Se servisse a evitare le tragedie del mare sarebbe da fare, ma temo non sia la soluzione”, ha detto il segretario del Pdl mentre Enrico Letta, dopo aver riconosciuta la diversità delle posizioni presenti all’interno del governo, ha proposto un “nuovo metodo” basato su “scelte comuni su integrazione per affrontare anche le altre cose, compresi i temi nelle vecchie norme Turco-Napolitano e Bossi-Fini. Io sono perché si affronti passo passo queste vicende per trovare soluzioni migliori in parlamento e nel governo, ma non è questo il tema della visita di oggi”.

VISITA DI SOLI – 10 MINUTI AL CPT – “Andate al centro di accoglienza. Andate a vedere come vive questa gente”, hanno urlato gli isolani. Un invito poi raccolto da Barroso e Letta, insieme al vicepremier Angelino Alfano che, dopo una riunione con il prefetto di Agrigento, Francesca Ferrandino, il sindaco dell’Isola Giusi Nicolini e il presidente della Regione, Rosario Crocetta, hanno effettivamente raggiunto il centro di accoglienza per una visita lampo inizialmente non prevista – dieci minuti circa – per poi incontrare all’Aeronautica militare una delegazione di profughi sbarcati nei giorni scorsi: eritrei, siriani ma anche migranti di altre etnie.

BARROSO: “PER L’ITALIA 30 MILIONI DA UE” – In conferenza stampa il premier Letta ha prima chiesto scusa per “le inadempienze del nostro Paese” rispetto alla tragedia del 3 ottobre scorso e ha poi promesso il funerale di Stato per le vittime. A livello concreto, ha detto Letta, “il Consiglio Ue del 24-25 ottobre discuterà con urgenza delle misure da adottare in materia di immigrazione”. Inoltre “il consiglio dei ministri di oggi deciderà un intervento importante sul tema dei rifugiati e un’altrettanto importante collocazione di risorse sui minori“. Il premier ha poi invitato in Parlamento “il sindaco di Lampedusa e il presidente della Regione Sicilia per mettere a punto le misure da inserire nella legge di stabilità. La nostra battaglia in Europa insieme alla Commissione è quella di far cambiare l’attenzione su questo grande tema che è globale, il tema più importante di tutti”. Accanto a Letta, il presidente Ue Barroso ha promesso 30 milioni di euro all’Italia impegnandosi a mantenere “alta l’attenzione dell’Europa” che “sta con Lampedusa” perché “il problema deve essere percepito come un problema dell’Europa che non deve girarsi dall’altra parte quando le barche stanno affondando”. 

ALFANO: “CAMBIARE LA BOSSI-FINI? NON SERVE”. LETTA: “CI CONFRONTEREMO”– “Una modifica della Bossi-Fini? Se servisse a evitare le tragedie del mare sarebbe da fare, ma temo non sia la soluzione”, ha detto il vicepremier Angelino Alfano.

Una posizione  che Letta ha mostrato di non condividere. “La modifica della legge è opportuna ?- si è chiesto Letta – Noi abbiamo già fatto scelte politiche importanti che accomunano le forze del governo, che in passato avevano posizioni diverse. Le scelte comuni su integrazione sono la base di un nuovo metodo per affrontare anche le altre cose, compresi i temi delle vecchie norme Turco-Napolitano e Bossi-Fini“.

POLEMICA TRA PM E LETTA SU REATO DI CLANDESTINITA’ –  Sull’iscrizione nel registro degli indagati dei superstiti al naufragio “come presidente del Consiglio – ha spiegato Letta – ho provato vergogna di fronte a tanto zelo: è una vicenda di grandissimo dramma umano“. Si tratta tuttavia di un atto dovuto visto che l’immigrazione clandestina, insieme al soggiorno illegale, sono diventati reati in Italia nell’agosto del 2009 anche in come già previsto in ordinamenti giuridici di altri stati europei quali ad esempio Gran Bretagna, Francia e Germania, seppure con una sostanziale differenza: ad esempio, il fatto che negli ordinamenti francese e britannico non esiste l’obbligatorietà dell’azione penale, prevista, invece, in Italia. Ed è quello che la procura di Agrigento ha risposto a Letta: “Ma quale zelo? Siamo obbligati a iscrivere gli immigrati che arrivano in Italia nel registro degli indagati per immigrazione clandestina. Questo non è zelo, ma rispetto delle regole volute dal Parlamento e non da noi”. “Ad oggi – spiegano – dal luglio 2009 sono stati indagati 12.867 persone per immigrazione clandestina. Fin da subito sollevammo eccezioni di costituzionalità che fu rimessa alla corte e definita con un’ordinanza del 2011. Noi abbiamo sempre richiesto l’archiviazione rigettata dal gip, quando i migranti non hanno ottenuto asilo, che ci hanno imposto l’imputazione coatta e hanno condannato gli indagati”. I magistrati poi fanno anche notare che “non si trova un solo avvocato che ricorra in Cassazione. La denuncia, obbligatoria per legge, proveniente dagli organi di polizia ci obbliga all’iscrizione. Insomma, ribadiamo che non si tratta di zelo ma di rispetto delle regole volute dal Parlamento”. E a rincarare la dose ci pensa il procuratore Renato Di Natale: “Un componente dell’Esecutivo non può sindacare sull’azione di un ufficio giudiziario che si limita ad applicare una legge dello Stato”.

FRONTEX: “FINITI I FONDI PER IL 2013” – Da parte di Gill Arias, vicedirettore di Frontex, l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea, ossia l’istituzione comunitaria che ha come scopo il coordinamento del pattugliamento delle frontiere e l’implementazione di accordi con i Paesi confinanti con l’Ue per il rimpatrio dei migranti respinti lungo i confini, arriva un allarme sui fondi mancanti: “Abbiamo deciso di riallocare due milioni di euro del nostro budget, dando priorità all’Italia e tagliando altre attività, per estendere l’operazione ‘Hermes’ fino a novembre. Ma per farlo ci siamo rivoltati le tasche. I nostri fondi per il 2013 ora sono esauriti”. Eppure, l’ampliamento di Frontex è la promessa ricorrente dell’Unione ogni volta che viene chiamata in causa per lo scarso intervento in materia di immigrazione. Ultima in ordine di tempo proprio il commissario Ue agli Affari interni Cecilia Malmstrom che ha proposto di “lanciare nel Mediterraneo una grande operazione Frontex per il ‘salvataggio sicuro’ di chi si trova in difficoltà in mare, progetto cui il quotidiano International Herald Tribune, edizione internazionale del New York Times, dedica ampio spazio: in prima pagina un’immagine a quattro colonne di relitti abbandonati sull’isola di Lampedusa, accompagnata da un lungo articolo nelle pagine di cronaca in cui riporta l’annuncio di Malmstrom, che definisce “uno dei più forti appelli” legati alla tragedia di Lampedusa.

HOLLANDE: “PIANO D’AZIONE IN TRE PUNTI” Il presidente francese, Francois Hollande ha invitato l’Europa a “trarre una lezione da Lampedusa” e ha proposto un piano d’azione articolato su prevenzione, solidarietà e protezione dei rifugiati”, ha spiegato l’inquilino dell’Eliseo intervistato da Le Soir. Il presidente francese ha parlato del “dramma di Lampedusa chiamando in causa l’Europa intera”. Ne deve trarre delle lezioni. L’Unione non può tollerare di vedere al largo delle proprie coste gente morire in condizioni spaventose per sfuggire alla miseria e alle guerre”. “Proporrò nei prossimi giorni una politica ai nostri partner che si articolerà attorno a prevenzione, solidarietà, protezione”.

OCSE: “IN ARRIVO NUOVE CONSISTENTI ONDATE MIGRATORIE” – Intanto il Censis ha presentato al Cnel il contributo italiano al rapporto OcseInternational migration outlook – prospettive sulle migrazioni internazionali” che parla di “una nuova consistente ondata migratoria in atto nel 2013” verso il nostro Paese. Con l’inizio delle rivolte nei Paesi del Nord Africa – osserva il Censis – i flussi irregolari verso l’Italia sono cresciuti in maniera considerevole: nel 2011 sono giunte in Italia 62.692 persone, contro le 4.406 del 2010. Provenivano per lo più da Libia e Tunisia e sono sbarcate a Lampedusa. Dopo una flessione registrata nel 2012 (15.570 persone), nei primi otto mesi del 2013 si registrano già 21.241 migranti, di cui oltre la metà arrivati nei mesi di luglio e agosto. L’incidenza dei profughi siriani in Italia, secondo il rapporto dell’Ocse, resta relativamente modesta. La maggior parte dei richiedenti asilo è di origine somala, eritrea, nigeriana, pakistana o afghana.

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