L’Italia anticipa Bruxelles. Mentre il fantasma del commissariamento della Troika in perfetto stile Grecia aleggia sulla Penisola, il governo italiano ha chiesto a Carlo Cottarelli di lasciare il Fondo monetario internazionale (Fmi) offrendogli l’incarico di commissario per la spending review. E il direttore del dipartimento degli affari di bilancio del Fmi ha prontamente accettato notificando al direttore generale Christine Lagarde la sua intenzione di dimettersi con effetto dal 22 ottobre, in seguito alla sua nuova nomina.

“Non esistono tagli di spesa facile, la revisione va fatta con accortezza”, aveva detto nei giorni scorsi il premier Enrico Letta, anticipando l’intenzione di dare l’incarico di commissario a Cottarelli. La scelta dell’esecutivo arriva in un momento particolarmente delicato per il rapporto tra l’Italia e la Troika (composta da Fmi, Unione europea e Banca centrale europea).

Il Fmi ha pubblicato recentemente un report drammatico sulla situazione economica del Paese, segnalando un rapporto tra deficit e Pil al 3,2% nel 2013 e avvertendo che “uno scenario di nuovi stress nella zona euro potrebbe abbassare il Pil italiano di oltre 4 punti percentuali rispetto al valore di base e aumentare i rischi di una spirale debito-deflazione”. Una doccia fredda per l’Italia, soprattutto dopo che il commissario Ue Olli Rehn si era detto pronto a riaprire la procedura di infrazione per il Paese se il rapporto tra deficit e Pil supererà di nuovo la soglia del 3 per cento.

E così l’esecutivo italiano ha giocato d’anticipo scegliendo direttamente un dirigente dell’organizzazione di Washington per curare i tagli alla spesa pubblica che difficilmente potranno essere oggetto di critiche internazionali. “Occorrerà del tempo per raggiungere gli obiettivi di taglio alla spesa e miglioramento dei servizi”, ha dichiarato Cottarelli dopo avere annunciato di lasciare definitivamente il Fmi, “ma è importante procedere rapidamente sulla strada già avviata e ottenere risultati visibili fin dall’inizio”.

Mentre il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, parlando della spending review ha detto che “questo è l’unico sistema per modernizzare davvero il Paese e liberare stabilmente risorse da destinare alla riduzione del carico fiscale e agli investimenti”. E ha aggiunto: “Cottarelli potrà promuovere un riordino di carattere strutturale della spesa, superando il principio dei tagli lineari dettati da situazioni di emergenza, e di introdurre criteri permanenti di gestione della spesa basati su costi e fabbisogni standard’’.

L’attività del nuovo commissario riguarderà le spese delle pubbliche amministrazioni, degli enti pubblici, nonché della società controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni pubbliche che non emettono strumenti finanziari quotati in mercati regolamentati. Cottarelli si avvarrà delle risorse umane e strumentali del ministero dell’Economia per l’esercizio delle sue funzioni e potrà disporre lo svolgimento di ispezioni e verifiche a cura dell’Ispettorato per la funzione pubblica e del dipartimento della Ragioneria generale dello Stato.

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