Mentre la Federal Reserve si è detta pronta a interrompere l’acquisto di bond per stimolare l’economia, la Banca centrale europea non ha alcuna intenzione di fermare l’immissione di liquidità. “La nostra uscita dalle misure non convenzionali resta lontana”, ha chiarito Mario Draghi, presidente dell’istituto, spiegando che la Bce permette di sostenere “una ripresa dell’attività economica più avanti nel 2013 e nel 2014”. Festeggiano i mercati dopo le parole di Draghi: la Borsa di Milano ha chiuso a +3,4%, mentre lo spread è sceso sotto 280 punti base per poi risalire a quota 282, con il rendimento dei titoli italiani al 4,46%.

Draghi, al termine del Consiglio direttivo che ha lasciato invariati i tassi allo 0,5%, ha precisato che questi “resteranno ai livelli attuali o più bassi per un lungo periodo di tempo”. La politica monetaria resterà quindi “accomodante per tutto il periodo necessario”, ha aggiunto, precisando che “i rischi per le prospettive economiche dell’Eurozona continuano a essere orientati al ribasso”.

Il presidente della Bce ha poi difeso l’operazione sui derivati compiuta dal Tesoro italiano alla fine degli anni ’90, quando lui era direttore generale, oggetto di polemiche sulla stampa nei giorni scorsi. “Non è una notizia nuova”, ha detto, rilevando che  l’operazione era stata approvata dalla Commissione Ue e da Eurostat.

E ha infine avvertito che vanno “bene i passi fatti avanti nell’unione bancaria“, ma le misure “devono essere attuati tempestivamente”. Le misure sull’Unione bancaria vanno quindi “attuate tempestivamente”, ha concluso, sottolineando che “su questo tema l’Ue sta procedendo nella direzione giusta” e che “i futuri meccanismi di supervisione sono cruciali”.

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