“Abbiamo evitato un fallimento disastroso“, commenta il ministro delle Finanze cipriota Sarrys quando l’alba non è ancora spuntata a Bruxelles. I volti sono tirati, l’Eurogruppo ha sì concesso il maxiprestito da 10 miliardi di euro per salvare Cipro ma, mai come in questa occasione, il club dell’Unione europea è stato vicinissimo allo scioglimento. Il Presidente della Repubblica Nikos Anastasiadis, ad un certo punto, ha sbuffato e rivolgendosi ai suoi interlocutori (Lagarde, Scheauble, Draghi) ha detto: “Vi faccio una proposta e non la accettate, ve ne presento un’altra ma è lo stesso. Cosa volete che faccia, che mi dimetta? Nessun problema”. In quei frangenti è anche circolata l’ipotesi che il suo testimone potesse essere raccolto dal capo della Chiesa di Cipro, l’Arcivescovo Chrysostomos II, che in quel caso avrebbe ripercorso gli stessi passi compiuti quarant’anni fa da Makarios, leader della chiesa e primo capo di stato dell’isola finalmente indipendente. Solo dopo quattro ore di trattative serrate con la troika la delegazione cipriota ha fatto ingresso nella sala dove nel frattempo era già iniziato senza di loro l’Eurogruppo.

Il nodo è per i depositi superiori a 100mila euro. Il portavoce del governo cipriota, Christos Stilianides, parlando alla radio statale ha avvertito che il prelievo sui super conti nella Bank of Cyprus sarà di circa il 30 per cento, punto più punto meno. Una percentuale altissima ma comunque inferiore al 60 per cento proposto dalla troika. Per questo oggi il quotidiano cipriota Fileleftheros titola “Thriller con racket”, per via del gioco di ricatti e veti che per quasi dodici ore è andato in scena a Bruxelles. La prima reazione a Nicosia è stata una bomba fatta esplodere nella città marittima di Limassol contro una sede della Bank of Cyprus: molti danni ma nessun ferito.

I punti chiave dell’accordo prevedono la liquidazione immediata della Laikì Bank, divisa in “bad bank” e “good bank”; la Bce fornirà la liquidità necessaria alla Bank of Cyprus; indenni i depositi sotto i 100mila euro; solo i depositi non assicurati rimarranno congelati fino a quando non si procederà alla ricapitalizzazione; quest’ultima coinvolgerà i depositi non assicurati dei titolari di azioni e obbligazioni; la misura non dovrà passare al vaglio del Parlamento cipriota, che qualche giorno fa ha già votato un ddl straordinario che attribuisce poteri eccezionali al governatore della Banca centrale. Il versamento della prima tranche del prestito dovrebbe avvenire entro due mesi, ha detto il capo del meccanismo europeo di stabilità (Esm), Klaus Regklingk: “Dovremmo essere in grado di fare la prima erogazione ai primi di maggio”. Prima però la troika sarà chiamata a determinare i dettagli tecnici. L’accordo raggiunto sulla ristrutturazione delle due maggiori banche di Cipro può procedere “senza ulteriori ritardi” grazie ad un testo di legge recentemente approvato dal Parlamento a Nicosia, ha aggiunto il presidente dell’eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem.

Lapidario il commento di Anastasiadis: “Non solo una battaglia vinta, ma credo che si sia evitato il rischio prevedibile di una catastrofica uscita dalla zona euro“. L’obiettivo, da domani, è quello di ottenere stabilità macroeconomica, riformare il settore bancario, la disciplina fiscale. Nessuna certezza, ha aggiunto Sarrys, sulla data di riapertura delle banche nell’isola. Il ministero delle Finanze ha confermato che la liquidità di 9,2 miliardi sarà trasferita alla Banca di Cipro grazie all’impegno diretto della Bce. Alla domanda circa il coinvolgimento di fondi pensione appartenenti ai clienti della Banca di Cipro per importi superiori a 100.000 euro, Sarrys ha risposto che i depositi (indipendentemente da chi li ha generati) saranno convertiti in azioni, e i nuovi proprietari delle banche saranno principalmente gli azionisti attuali. Ha aggiunto che i fondi di previdenza hanno una propria politica di investimento che prevede la partecipazione al capitale nelle banche, “che è anche un modo per contribuire alla stabilizzazione del sistema”. E il Financial Times scrive che alcune banche estere starebbero già premendo per accaparrarsi i depositi dei russi a Cipro. Pare che approcci indicativi siano già giunti da paesi come Andorra, Germania, Lettonia e Svizzera. Forse la crisi è solo all’inizio.

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Aggiornato da Redazione web alle 11.55

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