Carne di maiale data, “per sbaglio”, ai carcerati musulmani. È questo il nuovo scandalo alimentare britannico che – dopo la vicenda degli hamburger di manzo contenenti tracce di carne di cavallo e distribuiti da grandi catene della distribuzione del Regno Unito – sta scatenando le ire dei consumatori a Londra e dintorni. Consumatori questa volta costretti all’interno delle celle, ma che regolamenti molto stringenti salvaguardano per quanto riguarda il loro credo religioso. Analisi del Dna di spezzatini e torte salate serviti nelle carceri, ufficialmente contenenti solo manzo, hanno infatti mostrato “piccoli ma significativi quantitativi di carne di maiale”. Musulmani su tutte le furie, ora, e un’azienda dell’Irlanda del Nord finita nell’occhio del ciclone e cancellata dalla lista dei fornitori delle reali prigioni di Sua Maestà, questo il risultato della vicenda. Per la quale è stata già aperta un’inchiesta ufficiale e per la quale ci saranno sicuramente molti strascichi, così come nel caso degli hamburger al cavallo, animale considerato dai britannici “da compagnia”.

La religione islamica, come noto, vieta il consumo di carne di maiale. Ora Masood Khawaja, dell’autorità di controllo del cibo halal, dice: “Siamo di fronte a un problema di etichettatura dei cibi e il rispetto delle regole europee dovrebbe essere più forte. Poi, chiaramente, c’è la mancanza di rispetto nei confronti dei carcerati musulmani, che avrebbero diritto secondo la legge inglese alla carne halal – macellata secondo il principio musulmano, ndr – e che non dovrebbero di certo essere raggirati in questo modo”. Sulla vicenda è intervenuto il ministero britannico della Giustizia, che ha già avvertito tutte le prigioni del Regno Unito. Un portavoce del ministero ha così precisato: “Sappiamo che questo può essere un elemento molto disturbante nella vita dei carcerati e per questo stiamo prendendo tutte le precauzioni del caso. In ogni modo rimane un incidente veramente spiacevole”.

Ogni giorno, nelle prigioni del Regno Unito, vengono servite decine di migliaia di pasti halal. I precetti islamici sono molto stringenti, bisogna seguire regole, tratte direttamente dal Corano, per la macellazione degli animali e per la preparazione e la conservazione dei cibi. La società britannica, molto attenta al rispetto delle differenze religiose, si è da tempo dotata di una legge che garantisce il cibo halal per le comunità musulmane nelle carceri e negli ospedali, così come allo stesso modo vengono rispettate le altre confessioni, dall’induista all’ebraica, alla buddista.

Il quotidiano The Guardian, intanto, è andato alla caccia del colpevole, il cui nome è stato tenuto segreto per almeno 24 ore, identificandolo nell’azienda dell’Irlanda del Nord McColgan Quality Foods Limited. L’azienda stessa ha rivelato di essere “sorpresa” per la presenza di carne di maiale nel cibo halal e ha ritirato dal commercio tutta la sua produzione destinata ai consumatori di fede islamica. Intanto, continua anche la vicenda degli hamburger di manzo contenenti carne di cavallo anche al 29%, come le analisi hanno dimostrato. La catena di supermercati Tesco, coinvolta nello scandalo, ha comprato spazi pubblicitari sui quotidiani britannici per scusarsi con consumatori e partner commerciali. Alcune inchieste ufficiali sono state aperte, mentre associazioni per la difesa della salute hanno ipotizzato la presenza di sostanze cancerogene in questa carne di cavallo. A quanto pare, infatti, la carne proveniva da animali da corsa, ai quali, durante la loro vita, vengono somministrati ormoni e medicinali per migliorare le prestazioni.

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