A San Terenzo, frazione di Lerici, ha colto di sorpresa il ritorno di don Piero Corsi, il parroco che si era ritirato meno di un mese fa dopo il polverone suscitato dal suo volantino, affisso in parrocchia, dal titolo “Le donne e il femminicidio. Facciano sana autocritica, quante volte provocano?”. Avrebbe dovuto riposarsi per “ritrovare l’armonia”, secondo la diocesi. Invece, il prete secondo cui le donne che servono piatti freddi istigano l’uomo a reagire, è ricomparso. Nel frattempo il Comune di Lerici ha organizzato un ciclo di incontri sul femminicidio. Inaugura Riccardo Iacona, autore di “Se questi sono gli uomini” (Chiarelettere), che mercoledì 23 gennaio alle 21 parlerà nella sala consiliare del municipio. Parteciperanno anche Simone Perotti, blogger de ilfattoquotidiano.it e autore di “Dove sono gli uomini?” (Chiarelettere), il sindaco Marco Caluri e l’assessore alle politiche sociali Veruschka Fedi.

“Il ritorno di don Corsi – commenta Iacona – è interessante perché ci costringe a fare i conti con la realtà. Le sue parole inaccettabili, infatti, riflettono e interpretano un comune sentire italiano. Qualcosa però dovrà essere ribattuto dal Vaticano e spero che susciti un dibattito tra i credenti”. Tre mesi fa, sulle pagine de Il Fatto Quotidiano, a proposito della strage femminicida, Iacona lanciava un appello al governo tecnico: “Questa è un’emergenza nazionale e va trattata come tale: con una seduta straordinaria del governo”. A oggi non si sono viste sedute straordinarie del governo sul femminicidio né, del resto, sembrano curarsene i protagonisti della campagna elettorale. Che ne pensa il conduttore di Presa Diretta? “Tutto il male del mondo. A parte Vendola, che ne ha parlato solo alla fine, e la Puppato, il tema non è nell’agenda politica. E dovrebbe esserci, non solo perché la politica deve cercare di rendere il Paese un posto più felice, ma perché affrontare quest’emergenza è anche l’unico modo per uscire dalla crisi. Le donne sono risorse inutilizzate e questo indica l’arretratezza della nostra cultura”.

Secondo Iacona, lo Stato deve farsi carico della questione: “Bisogna far entrare lo Stato dentro le case, ricordare a tutti che picchiare una donna è reato. Il femminicidio non fa scandalo in Italia e in questo senso è il Paese che le uccide, non sono solo quegli uomini in particolare”. Per lo scrittore ligure Perotti la violenza sulla donna ha a che fare con l’incapacità di certi uomini di comunicare. “Le donne di oggi hanno il mento alto e dicono sempre la loro. Questo è imbarazzante per gli uomini che non hanno argomenti. Quelli che non sono in grado di un confronto alla pari, nei casi peggiori, rispondono con la violenza”. L’incontro di mercoledì, organizzato da Leonardo D’Imporzano, è solo il primo di un ciclo dedicato dalla cittadina ligure al femminicidio. E avrà un doppio valore per Lerici, come spiega l’assessore Fedi: “Lerici per prima aveva già vissuto un femminicidio dentro l’edificio comunale, quando un vigile urbano ammazzò con la pistola d’ordinanza la collega che aveva interrotto la relazione. Era il 5 maggio 2003, sono passati dieci anni”. Cosa ne pensa l’assessore dell’inaspettato ritorno del parroco? “Confido nella comunità parrocchiale locale, che si faccia sentire”.

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