Un nuovo studio dell’università di Stanford, pubblicato di recente sull’Annals of Internal Medicine riapre il dibattito sul cibo biologico. Si tratta di una garanzia per la salute rispetto a prodotti alimentari inquinati e tossici o è al contrario una colossale bufala? 

Sfruttando la sempre maggior consapevolezza dei consumatori, il mercato del biologico continua a crescere ma i dati certi sugli effetti dei prodotti bio sulla nostra salute rimangono scarsi. Mancano in particolare studi di lunga durata che confrontino la salute dei consumatori di alimenti biologici con quella di coloro che assumono invece alimenti tradizionali. Fino a quando studi di questo tipo non vengono svolti su larga scala saremo costretti a basare le nostre valutazioni su dati parziali.

Ma alcuni di questi dati rimangono comunque importanti e assolutamente a favore dei prodotti biologici. Per esempio è stato visto che sono sufficienti pochi giorni di un’alimentazione basata su cibi biologici per ridurre in modo significativo il livello di pesticidi nelle urine. I soliti scettici diranno che non si sà con certezza se i pesticidi assimilati facciano male o meno. Già, ma in attesa di saperlo, meglio ridurne l’esposizione o no? 

Lo studio di Stanford non ha riscontrato nei cibi biologici valori maggiori di vitamine e anti-ossidanti ma altri dati sembrano invece indicare un leggero vantaggio per i cibi biologici.  Nel dubbio perché non prediligere allora questi ultimi? Non esiste un’evidenza forte che i cibi biologici siano più nutrienti di quelli convenzionali, concludono gli esperti di Stanford. Ma esiste un’evidenza che non lo siano?

Tutto questo non significa che biologico è sempre sinonimo di salute e che il resto del cibo sia per definizione poco sano. E il biologico è certamente migliorabile ma qualsiasi tentativo di ripulire la nostra catena alimentare è meglio del continuare a fare finta che non sia necessario farlo.

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