La raccolta firme lanciata dal Fatto Quotidiano a sostegno dei magistrati, di fronte all’’accerchiamento’ cui sono sottoposti i pm di Palermo da parte di Quirinale, Csm, Avvocatura dello Stato, Pg della Cassazione e governo, sta raccogliendo migliaia di adesioni. A rilanciare l’iniziativa anche Addio Pizzo, Movimento agende rosse, Italia dei valoriPdci e Rifondazione comunista nonché Don Andrea Gallo che ringraziamo per il sostegno.

Addio pizzo ha sostenuto l’iniziativa del nostro giornale inviando questo messaggio: “Mai come in questo momento è necessario manifestare tutta la propria vicinanza a chi è impegnato in prima linea su indagini molto delicate che ci auguriamo possano portare a una verità definitiva su ciò che è accaduto prima, durante e dopo il periodo delle stragi”. 

Le “agende rosse” hanno inviato ai loro sostenitori un comunicato in cui chiedono di interrompere “un black-out nel mondo dell’informazione con pochi precedenti”. Ritengono importante firmare perché “se pezzi delle Istituzioni si piegano a chi non vuole la verità sui rapporti mafia-potere, ciò significa che il potere di ricatto e minaccia di chi conosce la verità sulle stragi del biennio ’92-’93 è ancora talmente forte da arrivare a condizionare persino le stanze più alte delle Istituzioni”. Poi sottolineano la necessità di stringersi attorno “alla parte migliore dello Stato per respingere questo ricatto che mina le fondamenta della democrazia e del vivere civile”. Infine, continua il comunicato, è “necessario che ognuno di noi faccia sentire la propria voce e si schieri a fianco degli Uomini dello Stato che stanno cercando di fare piena luce su quella stagione di sangue e di individuare i nomi dei responsabili di quei crimini che si muovono ancora nell’ombra”.

Antonio Di Pietro usa parole dure per far sapere della raccolta firme. Secondo lui, infatti, intercorrono “rapporti indecenti tra criminali e pezzi delle istituzioni” ed “è immorale e raccapricciante solo pensare che uno Stato possa essere sceso a patti con la mafia, ma è ancora più sconcertante che si blocchi il percorso per arrivare alla verità”. Infine, aggiunge il leader dell’Idv, “non resta che rivolgersi direttamente ai cittadini perché facciano sentire la loro voce” nfine Di Pietro ricorda che i magistrati siciliani stanno pagando “un prezzo altissimo solo perché fanno il loro dovere e svolgono fino in fondo il loro servizio allo Stato”. Quindi l’Idv “è con loro senza se e senza ma, convinta che non debbano esistere sacche di impunità e misteri da coprire”. L’appello alla firma da parte dell’Idv viene fatto in memoria dei “troppi servitori dello Stato sono stati ammazzati” e per far lavorare “in pace quei pm che servono lo Stato, come fecero Falcone e Borsellino”.

Anche Don Andrea Gallo ha voluto dare il suo sostegno all’iniziativa: “La mia piccola firma per dire “basta” al ‘silenziatore..antidemocratico’. Ho visto nascere la Democrazia nel 1945 con la mia Brigata partigiana (avevo 17 anni). Sono ‘vecchio’, 84 anni, devo vederla morire? No! Su la testa”.

Rifondazione comunista ha aderito, con le firme del segretario nazionale Paolo Ferrero e del responsabile nazionale Giustizia Giovanni Russo Spena alla petizione “a sostegno dei magistrati in servizio in Sicilia”. “La verità e la trasparenza non possono mancare in democrazia – dichiara Ferrero – per tanto è essenziale che si faccia luce sui rapporti tra Stato e mafia e che non vengano attaccati i magistrati che cercano di fare chiarezza e giustizia. I pm di Palermo devono essere messi e lasciati nelle condizioni di fare il loro delicato e importante lavoro, senza ingerenze e pressioni, e ai media spetta la responsabilità di informare, con onestà intellettuale, su quanto sta avvenendo e sui rapporti tra Stato e mafie. Per questo sosteniamo e diffondiamo la raccolta di firme lanciata dal Fatto”.

Adesione anche da parte di Orazio Licandro, coordinatore della segreteria nazionale del Pdci: “Un Paese senza verità e senza memoria non costituirà mai una democrazia compiuta. La solidarietà ai magistrati della Procura di Palermo è un semplice gesto di difesa dello Stato di diritto e delle istituzioni democratiche”.

Tra gli oltre 90 mila che hanno firmato la sottoscrizione del Fatto per i magistrati di Palermo ecco quelli ci stanno e perché.

Roberta De Monticelli, bisogno civile. “Aderisco perché se c’è un fondamento ultimo della democrazia, è il bisogno di verità. E se c’è una via sicura alla morte civile è soffocarlo dietro la scusa dell’inopportunità politica. non c’è omertà peggiore del silenzio quando il silenzio è indifferenza al vero”.

Carlo Freccero, basta misteri. “In questo grave momento di crisi lo Stato non può chiedere la fiducia e la collaborazione dei cittadini senza prima aver abbattuto quel muro di diffidenza e di omertà costituito dai misteri del nostro passato democratico. quindi sto con i magistrati per fare chiarezza”.

Daniele Luttazzi, Falcone e Borsellino. “Firmo perché Falcone e Borsellino non possono”.

Daniele Silvestri, In questa orrenda, colpevole, vergognosa e arrogante contrapposizione tra pezzi dello stesso Stato italiano, non si può che stare dalla parte di chi cerca la verità. Il mio presidente della Repubblica dovrebbe aiutare ad accendere la luce, piuttosto che difendere il suo diritto a tenerla spenta.

Dario Vergassola, difesa reciproca. “Sottoscrivo. Perché i magistrati difendono i cittadini e deve valere anche il contrario”.

Gianni Vattimo, alziamo la testa. “Certo che firmo. Per i magistrati di palermo e per alzare la testa contro il regime Monti-Napolitano”.

Sandro Ruotolo, i conti col futuro. “Un paese che non fa i conti con il passato non ha futuro. Per questo motivo penso che sia necessario essere vicini ai magistrati che indagano sulla trattativa stato-mafia. Il bisogno di conoscere la verità riguarda tutti noi”.

Sandra Bonsanti, fino in fondo. “A titolo personale, come giornalista, aderisco all’appello del Fatto perché i magistrati devono avere tutta la possibilità di indagare fino in fondo su quella drammatica e vergognosa stagione della nostra storia”.

Franco Battiato, sto con Scarpinato. “Aderisco all’appello in difesa dei magistrati siciliani. In particolare considero Roberto Scarpinato un uomo libero”.

Moni Ovadia, per la legalità. “Aderisco all’appello del Fatto Quotidiano a sostegno dei magistrati palermitani che presidiano la legalità democratica e costituzionale”.

Victoria Cabello, come Bill Murray. “Firmo perché, leggendo l’intervista di Leoluca Orlando, mi sembra di essere Bill Murray in “Ricomincio da capo”, mi è sempre più chiaro che vivo in un paese senza memoria”.

Natalino Balasso, contro il potere. “Aderisco volentieri. Perché non esistono poteri forti di destra da condannare e di sinistra da tollerare o viceversa. Esiste il potere cieco che persegue il proprio mantenimento contro la democrazia e, da qualunque parte provenga, non può essere tollerato dai cittadini liberi”.

Gad Lerner, no al bavaglio. “La giustizia incontra sempre ostacoli quando persegue la devianza dei potenti. Sarebbe una sconfitta della democrazia se lasciassimo imbavagliare i magistrati di Palermo.

Fiorella Mannoia, nessuno escluso. “Firmo l’appello perché penso che nessuno debba essere al riparo dalla verità”.

Claudio Santamaria, per la trasparenza. “Aderisco all’appello in difesa dei magistrati di palermo perché va assolutamente difeso e sostenuto chiunque lavori in nome della verità e della trasparenza, e lo faccio con tutta la vergogna e la rabbia di chi sa che la verità e la trasparenza dovrebbero essere valori naturalmente imprescindibili in una democrazia”.

Gene Gnocchi, io firmo col sorriso. “Firmo. anche perché voglio il posto di Ingroia in Guatemala”.

Isabella Ferrari, non vi abbandoniamo. “Non si isola e non si abbandona chi cerca la verità utile a tutti noi”.

Carlo Verdone, serve coraggio. “Aderisco all’appello del Fatto. La mia stima per Scarpinato in particolare è grande. Come uomo e come colto, coraggioso giurista”.

Milly Moratti, dalla vostra parte. “Aderisco senz’altro alla fatica onesta di magistrati che vogliono soltanto chiarire l’incoerente disegno di una organizzazione di illegittimità per troppo tempo tollerata per un ossequio incomprensibile: nel tempo in cui può finalmente diventare realtà la democrazia della comunicazione e della coproduzione in tutti i campi compreso quello delle scelte politiche, questa resa passiva è intollerabile e negativa in tutti gli ambiti, compresi quelli dei diritti e della vera economia”.

Fabri Fibra, contro il silenzio. “La mia firma in favore dei giudici di Palermo e Caltanissetta a sostegno delle indagini. Contro un silenzio che ha deformato il paese. Qualunque politico italiano non affronti questo tema non va preso in considerazione”.

Pietrangelo Buttafuoco, fogna Sicilia. “Sono sicuro che se Giorgio Napolitano venisse intercettato perfino nei suoi pensieri, in nessun momento, in nessuna azione, in nessuna sua intima convinzione verrebbe meno ai doveri di fedeltà alla patria e allo Stato nella forma delle sue regole. A 20 anni dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio la Sicilia è ancora di più la fogna del potere, i Riina e i Provenzano non sono dunque il problema, ma una parte del problema. La Sicilia di oggi è peggiore di quella pur straziata dalla dinamite mafiosa ed è perciò che non un solo poliziotto, non un solo prefetto, non un solo magistrato deve essere lasciato solo”.

Enrico Montesano, la nostra battaglia. “Sottoscrivo la raccolta firme del Fatto Quotidiano e condivido i contenuti della vostra/nostra battaglia in difesa del lavoro dei magistrati”.

Stefano Bollani, domande necessarie. “Aderisco perché avere dubbi, dunque per estensione svolgere inchieste e farsi domande è una delle cose sane della democrazia e non va ostacolata”. 

Sabina Ciuffini, sono con voi. “Aderisco all’appello perché vorrei una mediazione onorevole che non scoraggi gli uomini di buona volontà”.

Luca Guadagnino, voglio la verità. “Aderisco. L’indipendenza della magistratura e la verità dei fatti non possono essere storpiate e minacciate”.

Aldo Busi, mi rappresentano. “Aderisco perché in me non c’è ombra di cinismo familistico, nepotistico, chiesastico, massone, tribale, reazionario, affaristico, in una sola parola, mafioso, perché non sono ipocrita, ambiguo e ricattabile, e perché l’energia di verace e combattivo democratico che spero di trasmettere a questi valorosi magistrati è già pari a quella che ricevo io da loro attraverso l’invito all’intelligenza che osano fare al paese. aderisco perché i vili sono furbi e perché il coraggio è il lievito dell’intelligenza: essi sono semplicemente intelligenti e pertanto mi sento rappresentato. un grazie di cuore e di mente.”

Marco Tullio Giordana, rispetto della legge. “Aderisco nella convinzione che la legge debba essere uguale per tutti”.

Nicola Tranfaglia, Costituzione in mano. “Aderisco con entusiasmo perché sono per la divisione dei poteri e l’indipendenza dei giudici come recita la Costituzione repubblicana”.

Marco Vitale, i veri mali d’italia. “Aderisco con convinzione perché mafie, corruzione e burocrazia sono i veri mali dell’italia che il governo non combatte e contro i quali i magistrati sono l’ultima diga”.

Vauro, la verità è un diritto. “Uno stato che celi o tenti di ostacolare in qualsiasi modo e per qualsiasi motivo la ricerca della verità non è uno stato di diritto. La verità è un diritto inalienabile. sono a fianco dei magistrati di Palermo”.

Roberto Faenza ed Elda Ferri, un attacco indegno. “Aderiamo perché l’attacco ai magistrati di Palermo è indegno di un paese democratico e perché indebolirli implica esporli al rischio mafia come già accaduto in passato e abbiamo visto i risultati”.

Maurizio Viroli, lavoro coraggioso. “Aderisco con piacere all’appello promosso dal fatto perché ritengo che i magistrati di Palermo abbiano svolto e svolgano un lavoro coraggioso e serio in difesa del fondamentale diritto dei cittadini di conoscere e controllare l’operato di chi li rappresenta, soprattutto su questioni di vitale importanza per la libertà di tutti quale il rapporto fra stato e mafia”.

Stefano Bonaga, Ragion di verità. “Il ministro Cancellieri ha detto il 2 agosto a Bologna: “L’unica ragion di stato è la verità”. Questo principio deve valere anche per l’inchiesta di Palermo. Gli aspetti di legittimità li regolerà la Corte Costituzionale”.

Dacia Maraini, sono una speranza. “Sono dalla parte dei magistrati che in mancanza di una politica responsabile costituiscono la speranza più immediata per la ricerca della verità”.

Ottavia Piccolo, attaccati e isolati. “Mi sembra talmente logico aderire alla raccolta di firme in difesa dei magistrati di Palermo, attaccati e isolati, che sarei curiosa di sapere chi firmerebbe il contrario”.

Salvatore Ficarra e Valentino Picone, grazie! “Aderiamo assolutamente. Non c’è bisogno di nessuna motivazione. che è nella natura stessa dell’iniziativa del fatto. Grazie!”

Oscar Giannino, nessuna violazione. “All’indomani delle prime polemiche, ho invitato Marco Travaglio nella trasmissione che conduco a Radio 24 e qui ripeto quel che allora dissi agli ascoltatori: un conto è cosa cambiare eventualmente nell’ordinamento in materia di intercettazioni; altro è credere che se il quirinale finisce in un colloquio legalmente intercettato si tratti di un attacco alle istituzioni. L’argomento non reggeva per Berlusconi o Fassino o D’Alema, non vale neanche per Napolitano”. 

Barbara Palombelli, credo nella giustizia. “Aderisco perché credo nella giustizia. credo nei magistrati. Ho conosciuto e frequentato per lavoro i tribunali di Palermo!”.

Caparezza, sono senza parole. “Aderisco pienamente all’iniziativa. Purtroppo la vicenda mi sta paradossalmente lasciando senza parole…”

Anpi Palermo: Poniamo la parola fine alla lunga scia di stragi avvolte nei misteri, nei depistaggi, negli armadi della vergogna, coperti da misteriosi segreti di Stato e da pseudo trattative di cui si arrogano nell’ombra la titolarità alcuni oscuri corpi dello Stato. Trattativa che paga l’Italia tutta in termini di sovranità dello Stato, di Democrazia, di integrità della Costituzione nata dalla Resistenza.

Pippo Baudo, siciliano addolorato. Da siciliano addolorato ringrazio con il cuore i lettori del Fatto e soprattutto i magistrati siciliani per il loro pensiero democratico.

Pietro Mennea, con i magistrati. Sono a fianco dei magistrati di Palermo nella lotta alla mafia.

Paul Ginsborg, non mollare. L’autonomia della magistratura è stato un fattore fondamentale nello sviluppo e nella difesa della democrazia italiana. Non molliamo ora.

Maurizio Landini, naturalmente.  Naturalmente firmo con profonda convinzione.

Evelina Santangelo, diritto alla verità. Non c’è cosa peggio per chi combatte in prima linea la mafia che il discredito, l’isolamento e l’emarginazione. “Basta offrire alla gente ciò di cui ha diritto… così si combatte la mafia”, diceva padre Pietro Leto, parroco a Brancaccio nei terribili anni Ottanta. E la gente da anni, in questo Paese, ha diritto alla verità. Basterebbe ribadirlo ancora una volta con tutta la forza morale di cui il capo dello Stato sa essere capace. Perché, se c’è un rischio che non bisogna correre in alcun modo è quello che un atto che (com’è stato detto) “rientra nella dinamica processuale” si possa pericolosamente trasformare, nel sentire comune, in un modo appunto per isolare, emarginare, screditare una procura come quella di Palermo.

Camine Fotia, dal “Romanista”. Aderisco con piacere alla petizione de Il Fatto Quotidiano a sostegno dei magistrati di Palermo e Caltanissetta.

Beatrice Luzzi, insieme. Intendo aggiungere la mia adesione alle dichiarazioni pro-procura raccolte dal Fatto Quotidiano

Daniele Vicari, ragion di Stato. Io e Costanza aderiamo all’appello perché anche la verità più sgradevole deve prevalere sulla ragion di stato, e perché i magistrati che indagano sulle collusioni tra mafia e politica in Italia finiscono troppo spesso ammazzati.

Liberacittadinanza, noi ci siamo. Liberacittadinanza esprime solidaretà ai magistrati di Palermo e Caltanisetta sotto assedio da parte dei più alti organi istituzionali solo perchè fanno il proprio dovere e invita a firmare l’appello promosso dal Fatto Quotidiano. Nel silenzio (quasi) generale di media politica tutti i cittadini che credono ancora nella democrazia e nella Costituzione devono far sentire forte la propria voce, chiedere la verità sulla trattativa Stato-Mafia e su tutte le stragi di Stato. Più di dieci anni fa il padre del pool antimafia, Antonino Caponnetto, si era rivolto a centinaia di ragazzi e adulti intervenuti ad un convegno riprendendo l’appello lanciato poco tempo prima da Antonio Ingroia: “Uomini e donne di buona volontà se ci siete battete un colpo!”

Bankitalia, i dipendenti firmano. Aderisce Sindacato Indipendente della Banca d’Italia che ha inviato volantino sindacale via mail a tutti i 7.000 dipendenti della Banca d’Italia in tutta Italia. Anche noi siamo servitori dello Stato, come i magistrati, no? O almeno, così dovrebbe essere.

Paolo Farinella, prete. Essere accanto ai Magistrati di Palermo, oggi, come ieri siamo stati accanto a quelli di Milano, anche quando venivano accanitamente attaccati e vilipesi da coloro che avevano corrotto l’Italia intera e distrutto lo Stato di Diritto, è un obbligo di coscienza etico, prima che politico. Non possiamo stare zitti, non possiamo tollerare che i trattativisti con le mafie siano ancora l loro posto e conitnunuino a impartire lezioni di etica politica. La Democrazia non tollera alcuna ragione di Stato per venire a patti con la criminalità organizzata. A meno che, questa non abbia in pugno lo stesso Stato e quelle Istituzioni che vorremmo difendere da ogni macchia e vergogna. Nel panorama desolante italiano, il Fatto, è rimasto l’unico cane da guardia che abbaia e morde con altri, per ora, centomila cani che vogliono difendere giustizia, diritto e democrazia. No, non ci sopraffaranno, né ci spaventeranno perché la verità che vogliamo è più forte delle loro nefandezze: loro difendono interessi privati e osceni, come e peggio di Berlusconi, noi siamo disposti a dare la vita la dignità dell’Italia e delle Istituzioni Costituzionali. Gratis!

Alberto Lucarelli, ordinario di Diritto Pubblico – Università di Napoli Federico II e assessore ai Beni comuni e alla democrazia partecipativa del Comune di Napoli – Ancora una volta è necessario affermare, con maggiore vigore, il diritto alla verità sulla trattativa tra Stato e mafia e sul muro d’omertà che ancora protegge le connivenze tra le zone grige dei poteri, vero ostacolo all’affermazione della democrazia.

Alessandro Bergonzoni e Riccardo Ridolfi, Aderiamo all’appello del Fatto Quotidiano per i magistrati siciliani impegnati nelle indagini sulla trattativa Stato-mafia. E non ci pare necessario aggiungere altro.

Dario Fo e Franco Rame, Noi stiamo con i magistrati siciliani perché vogliamo la verità sulla trattativa Stato-mafia. La decisione del presidente Napolitano di sollevare il conflitto di attribuzione contro la Procura di Palermo ci ha molto stupiti e amareggiati. Che c’è in quelle telefonate che il popolo italiano non deve sapere?

Luisella Costamagna, Firmo la petizione del Fatto Quotidiano perché sulla trattativa Stato-mafia dobbiamo sapere tutto e in un Paese di diritto non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo.

Anpi Palermo, Vi segnaliamo la presa di posizione di pieno sostegno alla Procura e ai magistrati di Palermo e Caltanisetta dell’Anpi Palermo, del Comandante Barbato e del coordinamento regionale siciliano dell’Anpi che potete trovare sul sito http://palermo.anpi.it/  , con la richiesta di finirla con la Repubblica dei misteri. Siamo profondamente indignati per la ignobile e turpe trattativa Stato-mafia e preoccupati per le sorti della nostra già precaria democrazia da tempo segnata da una lunga scia di stragi impunite.

Fulvio Abbate, Il marchese Fulvio Abbate e la redazione tutta di Teledurruti aderiscono all’iniziativa del Fatto Quotidiano in difesa delle ragioni della verità e della giustizia per le vittime della trattativa Stato-mafia..

Silvia Bonucci, Aderisco perché non sopporterei di contribuire con la mia distrazione all’isolamento di chi lavora per la ricerca della verità.

Pancho Pardi, Il movimento dei girotondi sin dall 2002 ha difeso l’autonomia della magistratura e ogni nuovo tentativo di attacco va impedito con la mobilitazione.

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