Il leader degli ex Verdi, Angelo Bonelli

Brutte notizie per Nichi Vendola in quel di Taranto: il variegato movimento ambientalista e civico cittadino – almeno quello riunito nell’associazione delle associazioni “Aria Pulita” – scarica lui e il sindaco uscente Ippazio Stefàno (Sel) per promuovere un arcipelago di liste civiche e correre direttamente alle prossime amministrative. Non solo: Aria Pulita ha chiesto con un appello pubblico di candidarsi a sindaco ad Angelo Bonelli. Il leader nazionale dei Verdi – oggi scioltisi nella nuova formazione “Ecologisti e Reti civiche” – non ha ancora sciolto la riserva, ma pare fortemente tentato dalla battaglia. Può sembrare solo un caso locale, ma non lo è: Taranto è la terza città per importanza (dopo Genova e Palermo) tra quelle che andranno al voto a maggio e, cosa ancor più importante, è una sorta di luogo simbolico dei mali del Sud e del modello di sviluppo novecentesco.

Taranto la città più inquinata d’Europa, Taranto che respira il 95 per cento della diossina italiane e vive e muore insieme all’Ilva, ai suoi veleni, al complesso procedimento giudiziario che la riguarda e potrebbe stravolgere giurisprudenza e società italiane assai più del caso Eternit: per questo la scelta di “Aria Pulita”, un gruppo di attivisti capace di portare in piazza migliaia di persone in questi ultimi cinque anni, è un segnale importante in sé e anche per il futuro politico dell’avventura di Nichi Vendola. I movimenti civici – la Puglia migliore su cui il governatore basa gran parte del suo discorso pubblico – non credono più né a lui né al suo sindaco uscente: troppi balletti sull’Ilva, a partire dall’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) che ha concesso l’aumento della produzione a 15 milioni di tonnellate, prima firmata e oggi contestata dal presidente pugliese (nel frattempo è arrivata una perizia ordinata dal gip che spiega fin troppo bene i danni che l’inquinamento da siderurgia sta causando ai tarantini).

Da qui nasce l’appello pubblico a Bonelli, “unico leader nazionale ad essersi occupato con serietà dei problemi sanitari ed ambientali di Taranto”, sul cui nome “si è realizzata la convergenza di quasi tutte le anime del mondo ambientalista con la presenza attiva di suoi esponenti importanti” e “pezzi rilevanti di economia, imprenditoria, commercio, professioni, scuola, lavoro, precariato”. Il presidente dei Verdi, ritengono le associazioni, “è in grado di far diventare ‘nazionale’ il caso Taranto. Bonelli con Taranto non ha legami pregressi, né debiti di alcun genere. Egli sarà affiancato da una forte squadra di tarantini per bene, competenti, affidabili e votati al bene comune”. La scelta di “Aria Pulita” arriva quasi in contemporanea rispetto ad un fatto abbastanza bizzarro avvenuto proprio nella città pugliese. I partiti del centrosinistra hanno infatti deciso – al massimo livello regionale – di ricandidare il sindaco uscente Stefàno (uomo del partito di Vendola, come detto) senza passare per le primarie, pure invocate a mezza bocca da un bel pezzo di politica cittadina.

Solo che domenica scorsa le primarie ci sono state lo stesso. Le ha organizzate gente del Pd, ma non il Pd, ci è andata poca gente (1.900 votanti, meno dei 3.300 che avevano firmato per chiederle) tra cui alcuni dirigenti del partito e le ha vinte tale Dante Capriulo, ex assessore al Lavoro defenestrato nell’estate 2011: adesso pare che si candiderà davvero a sindaco, ma forse no, forse era uno scherzo. Non sarà comunque lui il vero ostacolo di Stefàno (dato per vincente dai sondaggi), ma Bonelli nel caso decidesse di andare a fare il “portavoce” dei movimenti e delle associazioni presenti dentro “Aria Pulita”: le elezioni a Taranto diventerebbero non tanto o non solo un referendum attorno all’Ilva, quanto – poggiandosi sul corpaccione dell’Ilva – una consultazione allargata sul modello di sviluppo della città e del Mezzogiorno.

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