Dopo il giorno viene la notte. Dopo il buonumore generale, addirittura l’allegria e la commozione nello spirito unitario della partecipazione alle elezioni, viene il momento di fare i conti, nel senso letterale del termine. Qui in Tunisia, i risultati dopo la chiusura dei seggi non arrivano come da noi con exit poll parziali, circolano solo voci. Ma alla sede di Ettakatol, il partito che ha per simbolo il pesce  e che ho scelto come punto di riferimento nel campo progressista-laico, gli umori non sono così buoni. Arriva la notizia che in Francia il partito islamico Ennahda ha quasi la metà dei voti e che i secondi sono quelli del Cpr, partito-rivelazione (non li conoscevo) di origine, se vogliamo, laico-liberale, fondato da Moncef Markouzi (ex presidente della Lega per Lega per i Diritti Umani), ma ultimamente in percorso di alleanza con Ennahda.

Vado direttamente ai seggi che abbiamo ripreso e seguito, nella centrale rue de Marseille. Non sono i ricchi dei quartieri residenziali nord, ma neanche il popolo semplice della maggioranza del paese. Guardo i voti segnati a uno a uno a mano sui tabelloni. Arriva la semplificazione politica, su 80 liste pochissime prendono piu di 10 voti sui circa 750-800 validi a seggio. Qui il pesce socialdemocratico di Ettakatol supera il 20%, ma Ennahda, in una zona in cui dovrebbe essere debole, supera il 30% e il Cpr sfiora il 15%. Qualche telefonata conferma la tendenza e cominciano ad avere il muso lungo gli esponenti dei partiti laici progressisti. Soprattutto quelli del Polo Democratico Modernista, che è risultato una forza d’élite. Pensano che questo Marzouki si accoderà a Ennahda e che non ci sarà neanche un governo di unità nazionale.

E’ presto per fare previsioni precise, scende in campo la Politica con la p maiuscola e con astuzie meridionali (peraltro sappiamo che anche quelle settentrionali non sono da meno). Ma intanto riguardiamo ancora i volti di questa grande manifestazione di massa che sono state le elezioni e cerchiamo di capire se la gente vuole cose poi così diverse da prevedere grossi conflitti nei prossimi mesi o se, tutto sommato, a parte gli inevitabili conflitti tra gli addetti ai lavori, la Tunisia dopo queste elezioni costituenti inizierà solo a prepararsi alle prime elezioni “normali”.

Guarda la galleria fotografica su Facebook

Le puntate precedenti del Diario dalla Tunisia
Si va al voto dopo Ben Alì
Tunisia al voto: quando le domande le fanno a noi
Da Tunisi: emozioni alterne sulla fine di Gheddafi
Tunisia: la fierezza di chi vota per la prima volta
Le donne alle elezioni di Tunisi
Tunisia: entusiasmo e lunghe code ai seggi

Chi ha informazioni dirette usi, se può, lo spazio dei commenti. Oppure mi scriva a: paolohutter@gmail.com

Articolo Precedente

La Libia (e noi) dopo la fine di Gheddafi

next
Articolo Successivo

La “nuova” Tunisia festeggia per l’alta partecipazione al voto. In attesa dei risultati

next