due ragazzi libici mutilati festeggiano la morte di Gheddafi all'ambasciata di TunisiPrima: che delusione, che orrore, che schifo la uccisione di Gheddafi. E che dispiacere anche sentire che lo scenario in cui mi trovo, la Tunisia pre-elettorale, viene completamente emarginato nella gerarchia mediatica dal sangue libico. Poi, poco dopo: che comprensione, che solidarietà coi libici e i tunisini festanti davanti all’ambasciata libica di Tunisi, che tenerezza e che simpatia i ragazzi mutilati dalle bombe dei gheddafisti che addirittura si arrampicano senza mani sul cornicione. Ho provato questo cambio, o meglio questa alternanza di sentimenti in poche ore, ed è davvero una questione di punti di vista.

Quando la notizia è arrivata stavamo facendo le lente pratiche per il tesserino speciale che servirebbe per entrare nei seggi domenica in Tunisia. Atmosfera internazionale, discussioni surreali su come dimostrare a Tunisi che ho pagato la quota 2011 all’Ordine di Milano. Intanto i giornali riportano come routine la dichiarazione del leader di Nnadha che se ci saranno brogli elettorali contro di loro, la piazza spazzerà via gli imbroglioni. Ci saranno osservatori internazionali dappertutto, non si temono brogli. Dunque arriva la notizia su Gheddafi e realizziamo che della Tunisia oggi nessuno vorrà sapere niente. Poi, vedendo le prime auto clacsonanti con bandiera libica ci viene la giusta intuizione: andare all’ambasciata libica dove a marzo avevamo visto la straordinaria raccolta viveri e beni per i profughi. E in effetti una folla festante si è radunata sotto l’ambasciata. Impossibile discutere se era meglio arrestarlo vivo. Molti non parlano neanche inglese. Molte ragazze, velate e no. Slogan che dicono, “E adesso la Siria”.

Ci facciamo coinvolgere dai personaggi emblematici di questa festa: i giovani mutilati di guerra che son venuti a Tunisi per farsi curare e che ora non solo si mostrano orgogliosi ma fanno a gara nel salire sul cornicione. Quello senza un braccio e quello senza una gamba aiutano quello senza mani a salire. A questo punto metto tra parentesi per un attimo la mia disapprovazione europea per la non necessaria esecuzione senza processo di uno sconfitto, penso che più o meno lo stesso è successo a Ceausescu e a Mussolini, e che col processo a Saddam non è cambiato molto. Guardo ciò che vedo, gente che festeggia la fine vittoriosa di una guerra civile di liberazione, e che la festeggia in mezzo alla comprensione dei tunisini. Senza il 14 gennaio tunisino non ci sarebbe stato tutto questo. Ecco perchè dalla morte di Gheddafi si deve tornare a guardare alle elezioni tunisine.

Nella foto e nel video, due ragazzi libici mutilati festeggiano la morte di Gheddafi all’ambasciata di Tunisi. Per ingrandire la foto clicca qui


La puntate precedente del Diario dalla Tunisia:
Si va al voto dopo Ben Alì
Tunisia al voto: quando le domande le fanno a noi

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