Simonetta Rubinato (Pd), ideatrice della tassazione bis sui capitali scudati da Tremonti nel 2009-2010

Dicono che una nuova tassa sui capitali scudati sarebbe “suscettibile di obiezioni sotto il profilo costituzionale” e di “difficile realizzazione pratica”. Così, secondo indiscrezioni filtrate ieri sera, il governo si appresta a soffocare nella culla l’idea di far pagare i furbi invece dei contribuenti leali (già lanciata l’anno scorso da Il Fatto Quotidiano). Sarebbe stata una rivoluzione, invece si torna al vecchio, con una nuova edizione del provvedimento tremontiano già varato nel 2009-2010 e nel 2002-2003, questa volta con un’aliquota maggiore del 5% applicato l’ultima volta.

La doccia gelata arriva dopo un paio di giornate in segno nettamente contrario, durante le quali la proposta di un nuovo prelievo sui capitali rientrati aveva fatto breccia anche nella maggioranza di centrodestra senza che emergessero ostacoli tecnici e giuridici insormontabili. Certo, imporre una nuova tassa a chi due anni fa aveva “patteggiato” con il fisco un’imposta leggera sarebbe una forzatura. Giustificata, però, dal momento di emergenza e da alcuni provvedimenti drastici già adottati dal governo nella manovra bis, come il congelamento della liquidazione dei dipendenti pubblici, il contributo di solidarietà, la Robin Hood Tax.

Insomma, si può fare, e su questo decide di spendersi in prima persona Pier Luigi Bersani: “Dunque, ecco puntualmente arrivare la discussione che mi aspettavo”, scrive il segretario del Pd sulla sua pagina Facebook. “Questa è la sostanza del contendere: chiedere nell’emergenza un contributo straordinario ai condonati sarebbe illegale, sarebbe invece legale chiederlo ai tassati. Attendo con ansia che qualcuno si confronti con me pubblicamente su questa tesi. Porterò un elenco sterminato di casi in cui si sono introdotte deroghe al patto fiscale e al patto di cittadinanza”. E a proposito del nuovo scudo che il governo si appresterebbe a varare, Bersani avverte: “Noi ci opporremmo all’ennesimo scandalo con ogni mezzo a disposizione”.

Il Pd afferma di avere pronta una soluzione in grado di reggere l’urto di qualsiasi cavillo. Ai “legulei” del centrodestra, il responsabile dell’Economia Stefano Fassina chiarisce: ”Il Pd non propone alcun intervento retroattivo, ma un intervento innovativo”. E precisamente “un’imposta patrimoniale una tantum del 15% sulle basi imponibili regolarizzate attraverso il condono-scudo fiscale del 2009”. Non si tratta quindi “di violare il sacro anonimato degli evasori. Il Pd indica quale soggetto passivo dell’imposta gli intermediari finanziari (banche, società fiduciarie e Sgr) che hanno gestito la regolarizzazione dei capitali evasi e affida a essi l’obbligo di rivalersi sui loro clienti senza intaccarne l’anonimato”. Il resto sono “scuse”, aggiunge Fassina, accampate da chi “per ragioni di convenienza politica ed elettorale e per egoismo sociale”, preferisce “far pagare chi paga sempre o tagliare le mense scolastiche, gli asili nido, l’assistenza agli anziani, il trasporto pubblico locale”.

La questione è soltanto politica, lo ammetteva ieri sera, poche ore prima del voltafaccia governativo, anche il sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti, del Pdl: tassare i capitali già scudati “è tecnicamente difficile perché è difficile reperire i dati e ricostruire il percorso dei capitali a causa dell’anonimato. Certo”, aggiungeva significativamente, “la politica può anche superare questi ostacoli”. Curiosamente, quest’ultima parte della dichiarazione scompare in diversi articoli che oggi spiegano sui quotidiani come il provvedimento sia impossibile da adottare (per motivi mai ben specificati).

Sempre ieri, fonti governative interpellate dalle agenzie di stampa facevano filtrare una certa disponibilità: “Se non ci saranno ostacoli giuridici è possibile che alla fine si faccia, anche se la nostra posizione dipenderà anche dall’atteggiamento dell’opposizione”. Il prelievo sarebbe stato comunque “minimale, dell’1-2 per cento”.

Ben più radicale l’intervento immaginato dalla deputata del Pd Simonetta Rubinato, di professione avvocato, che è anche sindaco di Roncade, comune del trevigiano strappato al centrodestra. E’ stata lei, l’11 agosto, a lanciare l’idea di ribaltare sugli esportatori di capitali i sacrifici imposti ai contribuenti onesti. Dopo qualche giorno di silenzio, il Partito democratico l’ha fatta propria nelle controproposte alla manovra bis. E da quel momento ha conquistato proseliti in tutti gli schierimenti, dall’Italia dei Valori alla Lega, a Fli e al Pdl. E persino il presidente del consiglio Silvio Berlusconi sembrava disposto a discuterne.

Il dibattito sembrava concentrarsi soprattutto sull’aliquota da applicare, e certo qui la distanza era notevole. La maggioranza parlava di un’imposta “dell’1 o 2 per cento”, ma la visione della deputata del Pd è ben più radicale: “Prima di ogni altra richiesta ai cittadini, alle imprese e alle famiglie deve essere stabilito un contributo di equità da chiedere, attraverso gli intermediari finanziari, a tutti coloro che hanno riportato in Italia i loro capitali sfruttando lo scudo fiscale”, spiega Rubinato a Ilfattoquotidiano.it. “Considerato che l’aliquota minima Irpef è del 23%, dato atto che il 5% lo hanno già versato, chiediamo loro un contributo minimo pari al 18%, consentendo così allo Stato di incassare la somma di quasi 18 miliardi di euro”. Vale a dire quasi tutta la manovra per il 2012, pari a 20 miliardi di euro. Le ultime dichiarazioni dalle fila del Pd si orientano su un prelievo del 15 per cento, comunque sostanzioso.

“Il calcolo si basa su dati ufficiali”, dice Rubinato. “Secondo il ministero delle Finanze, lo scudo del 2009 ha permesso la regolarizzazione di attività per 104,5 miliardi di euro e un incasso per l’erario di 5,6 miliardi. Basta applicare l’aliquota e il risultato è quello”. La scintilla che ha innescato l’iniziativa è stata l’indignazione per il contributo di solidarietà sui redditi superiori a 90 mila euro: “Chiedere solidarietà a una famiglia di contribuenti onesti è ridicolo e offensivo”, spiega, “se non si pretende prima che gli ‘scudati’ paghino almeno l’aliquota minima dell’Irpef. Di più, è da ‘Stato criminogeno’, per citare il titolo di un libro del ministro Giulio Tremonti. Una vergogna, da rivolta fiscale”.

L’esponente del Pd, provenienza Margherita, è convinta che si possa passare dalle parole ai fatti: “L’anonimato garantito dal provvedimento del 2009 può essere mantenuto demandando la riscossione dell’imposta agli stessi intermediari finanziari che hanno gestito la regolarizzazione dei capitali scudati”. Quanto al resto, “mi sembra che il governo non sia stato leggero con le altre categorie. E allora perché certe cautele dovrebbero valere solo per i furbi? Poi l’aliquota dell’1-2 per cento proposta dal centrodestra è ridicola, ma significa che la questione della costituzionalità la ritengono superata. E se vogliamo parlare di Costituzione, l’articolo 53 dice che i cittadini devono pagare le imposte ‘in ragione della loro capacità contributiva’”.

La deputata che ha dato la scossa al dibattito sulla manovra si trova in vacanza a Ischia e davanti a sé vede “una baia piena di barche. Scommetto che la stragrande maggioranza di quelli a cui sarà imposto il contributo di solidarietà la barca non ce l’ha. Sull’evasione è ora di cominciare a lavorare seriamente, perché la Corte dei conti ci dice che per raggiungere l’obiettivo europeo del rapporto deficit-pil al 60 per cento avremo altri vent’anni di manovre molto rigorose”.

Non vede problemi insormontabili neppure Maria Cecilia Guerra, direttore del Dipartimento di Economia politica dell’università di Modena e redattrice del sito di economia Lavoce.info. “Si tratterebbe di un prelievo straordinario e retroattivo”, afferma, “come la cosidetta Robin Hood Tax. Se si può imporre un contributo addizionale alle aziende energetiche, perché non dovrebbe essere possibile farlo con chi ha ‘scudato’ capitali illegittimamente detenuti all’estero? E’ solo una questione politica”. Oggi il commento di prima pagina di Il Sole 24-Ore, a firma di Guido Gentili, s’intitola “Supertassa retroattiva, uno schiaffo”. Non si riferisce alla tassazione bis sugli scudati, ma al contributo di solidarietà imposto a tutti i redditi sopra i 90 mila euro, “di fatto a partire dal 2011”.

Si può fare anche per l’Italia dei Valori, che anzi rilancia la posta: “Presenterò un emendamento che chiede la confisca dei capitali scudati”, annuncia il senatore Elio Lannutti, “e in alternativa la loro legalizzazione con aliquota del 20 per cento”. Opzione che comunque porterebbe nelle casse dello Stato “21 miliardi di euro”.

Lannutti è anche il presidente del’Adusbef, l’associazione a tutela dei consumatori finanziari. Insieme a Rosario Trefiletti, che guida Federconsumatori, lancia l’idea di una “marcia degli onesti contro gli evasori” in diverse città italiane, “con sit in finale a Montecitorio”. La data proposta è il 15 settembre, presumibilmente in pieno dibattito parlamentare sulla manovra. Eccone il manifesto: “Non esiste alcuna norma costituzionale che possa vietare un sacrosanto prelievo su evasori conclamati ed esportatori di capitali all’estero che hanno vissuto per decenni sulle spalle dei contribuenti onesti tassati alla fonte”.

L’iniziativa di portare in piazza gli indignati della giustizia fiscale è condivisa dall’Idv: “Chi fa riciclaggio deve pagare di più e subito, basta accampare ostacoli tecnici o cavilli giuridici, perché è evidente la malafede della maggioranza”, taglia corto il presidente dei senatori Felice Belisario.”Porteremo in piazza la protesta dei cittadini stanchi di essere presi in giro da questo Governo dei condoni, che fa scempio della legalità portando al collasso la nostra economia”.

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