Un’intervista al Tg1 che sembra un videomessaggio. E’ così che Silvio Berlusconi “apre” la campagna elettorale. Ufficialmente il governo è ancora in piedi, ma le mosse del premier indicano la volontà di mettere in campo i suoi cavalli di battaglia a partire dai comunisti e le tasse. L’intervista al presidente del Consiglio batte su un solo tasto, l’economia. Nei giorni dello scandalo Ruby, il giornalista del Tg1 non affronta i reati di cui il premier è stato accusato dalla procura di Milano, concussione e induzione alla prostituzione minorile. “Dobbiamo dare una forte scossa all’economia”, ha esordito il premier. “E’ il momento di tornare a crescere. L’obiettivo è arrivare ad incremento del Pil del 4 per cento in 3 anni”. Nessun riferimento ai festini di Arcore e alle intercettazioni contenute nelle quasi 700 pagine di documenti trasmessi dalla procura alla Giunta per le autorizzazioni a procedere.

L’intervista ha la parvenza di un videomessaggio. Nessuna domanda interrompe il monologo di Berlusconi. L’intervento del giornalista si limita alla domanda iniziale. Unico riferimento indiretto alle vicende che lo vedono coinvolto, Berlusconi lo concentra tutto in una frase: ”Nonostante gli attacchi inauditi contro di me, resto sereno e assicuro agli italiani che continueremo a lavorare per garantire soprattutto ai giovani una prospettiva di libertà e benessere”.

Silvio Berlusconi pensa di dare una scossa all’economia con “un pacchetto di misure che avrà tra i vari punti anche la riforma dell’articolo 41 della Costituzione sulla libertà d’impresa per proseguire con il piano casa ed il piano per il sud”.  La prima tappa di questo pacchetto, la riforma dell’articolo 41 – ha detto il premier – dovrebbe essere discussa nel prossimo Consiglio dei ministri che potrebbe essere convocato entro l’inizio della prossima settimana, dopo il Consiglio europeo straordinario di venerdì, dedicato ai temi economici”.  ”Serve una rivoluzione liberale e perquesto proporremo la modifica dell’art.41 della Costituzione perchè ci sono troppi vincoli che hanno creato un medioevo burocratico intorno alle imprese”, ha proseguito Berlusconi.

Berlusconi agita lo spauracchio dei comunisti responsabili, a suo dire, dei problemi economici dell’Italia: ”Le vecchie forze politiche che hanno moltiplicato otto volte il debito pubblico negli anni del consociativismo, con i comunisti in primo piano, si stanno coalizzando e hanno in mente una sola idea: tassare gli italiani”. Non manca l’attacco alle opposizioni che, afferma il premier, vogliono tassare gli italiani “con una patrimoniale”. Ma “se ciò avvenisse si tratterebbe di un gigantesco esproprio. Lavoreremo – assicura – perché ciò non avvenga”.

Insomma, tutta colpa dei comunisti (che però non sono mai andati al governo). Come ricordava ieri Gianfranco Fini, “di questo passo Berlusconi se la prenderà anche con gli alieni”.

(ER)

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