Alta tensione nel Nord Africa. In Algeria sono in corso violente proteste contro il caro-vita e la disoccupazione dilagante. Ieri sono morti due manifestanti e più di 150 agenti sono rimasti feriti. A Ain Lahdjel nella regionem di M’Sila, 300 chilometri a sud-est della capitale, un diciottenne è stato ucciso da proiettili sparati dai poliziotti, che stavano tentando di respingere l’assalto a un ufficio postale e a un edificio governativo. La seconda vittima è un uomo di 32 anni, morto negli scontri con le forze dell’ordine a Bou Smail, cittadina 50 chilometri a ovest di Algeri. Gli scontri arrivano dopo quelli dei giorni scorsi in Tunisia, causati anch’essi dall’aumento del prezzo dei generi di prima necessità. E dopo l’attentato contro i cristiani copti avvenuto in Egitto il 31 dicembre.

In Algeria la protesta è iniziata martedì scorso con violente manifestazioni. Poliziotti in assetto antisommossa, con gas lacrimogeni e manganelli, sono schierati nei luoghi più sensibili della capitale, soprattutto nei pressi delle moschee. Nel popolare quartiere Belcourt, la protesta e gli scontri sono riesplosi dopo la preghiera del venerdì in moschea. Giovani manifestanti hanno preso di mira gli agenti con il lancio di sassi e hanno bloccato l’accesso ad alcune vie. Secondo l’agenzia ufficiale Apa, i manifestanti nella notte scorsa hanno saccheggiato edifici governativi, banche e uffici postali “in diverse città”, tra cui Constantine, Setif e Bouira. “A Ras El Oued le violenze sono nuovamente esplose questa mattina – scrive sempre l’Apa – Sono stati gravemente danneggiati alcuni edifici pubblici, tra cui la sede di Sonelgaz (l’azienda statale del gas, ndr), del consiglio comunale, dell’autorità per le tasse e di diverse scuole”. In seguito alle violente proteste, la Lega nazionale di calcio ha deciso di annullare tutte le partite del campionato di calcio in programma per questo weekend (venerdì e sabato).

Le proteste sono esplose dopo che, negli ultimi mesi, il costo di beni come farina e olio è raddoppiato raggiungendo livelli record. Un kg di zucchero, che solo pochi mesi fa costava 70 dinari (circa 25 centesimi di euro), oggi costa 150 dinari. A scatenare la rabbia anche il problema della disoccupazione che, se in base alle statistiche ufficiali si attesta al 10 per cento, secondo organismi indipendenti sfiora il 25 per cento. Per sedare la rivolta il ministero del Commercio algerino ha annunciato che abolirà la tassa introdotta sui prodotti alimentari di largo consumo. Il provvedimento adottato dal governo dovrebbe riportare i prezzi dei generi alimentari ai livelli del passato e porre fine alle rivolte popolari dei giorni scorsi.

La Farnesina raccomanda particolare prudenza, negli spostamenti all’interno di Algeri e delle principali città algerine. Sul sito del ministero degli Esteri “Viaggiare Sicuri” si consiglia di evitare i luoghi di eventuali manifestazioni ed assembramenti di protesta e di tenersi informati attraverso i mass media sull’evolversi della situazione.

Aggiornato l’8 gennaio alle 12:15

Articolo Precedente

L’audacia della speranza

next
Articolo Successivo

Iraq, torna al-Sadr: “Via gli Usa”

next