“La crisi italiana colpisce le azioni dell’impero berlusconiano”. Titola così oggi un pezzo di Rachel Sanderson e Guy Dinmore nella sezione internazionale del Financial Times, il quotidiano finanziario della City londinese. A causa di una crisi politica che aumenta ogni giorno di intensità – scrive Ft – gli investitori starebbero scappando dalle imprese del premier quotate alla borsa di Milano. Anche perché la situazione sta precipitando: “Un assistente di Gianfranco Fini ha dichiarato al nostro giornale che il presidente della Camera annuncerà l’uscita dal governo nel weekend, dopo che Berlusconi sarà tornato dal G20 di Seoul”, precisano Sanderson e Dinmore. “Il partito Futuro e Libertà di Fini ha un ministro e tre vice-ministri nella coalizione di governo”.

Negli ultimi due giorni le azioni di Mediaset sono scese di circa il 10% a Piazza Affari, perdendo 600 milioni di euro di valore. “La preoccupazione degli investitori per il legame di Berlusconi con Mediaset è sempre stata una delle principali cause per la volatilità del titolo in borsa”, continua Ft. Tanto che gli addetti ai lavori hanno trovato anche un termine tecnico per descrivere l’anomalia delle azioni Mediaset: “Berlusconi discount”. In sostanza, chi investe in Mediaset, sa ormai da anni che deve fare i conti con un titolo azionario che può variare sensibilmente il suo valore (verso l’alto e verso il basso) rispetto alla media dei mercati di riferimento. Un titolo “ballerino”, sensibile alle vicende, alle dichiarazioni e alle decisioni del premier.

“Se Fini farà un altro passo avanti e promuoverà un voto di sfiducia nei confronti del governo usando i suoi 37 deputati alla Camera, Berlusconi sarà costretto a dimettersi, chiedendo le elezioni anticipate al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano”, continua Ft. Il premier lo sa bene e a Seoul, per la prima volta, parlando con il primo ministro del Vietnam, ha ammesso di non avere più la situazione sotto controllo. “Ho qualche difficoltà nel mio Paese in questo momento”, ha confidato Berlusconi. “Alcuni senatori del Popolo della libertà sono indecisi, titubanti e potrebbero essere tentati di trasferire il proprio supporto a un nuovo primo ministro. Giulio Tremonti, l’attuale ministro delle finanze, è visto come il candidato al momento più papabile”, conclude il Financial Times.

Intanto, anche nella mattinata di oggi, continuano le vendite sui titoli Mediaset, che attualmente perdono intorno al 2%, nonostante i conti dei primi tre trimestri dell’anno si siano chiusi con un utile netto in crescita del 4,6% e la società abbia dato segnali incoraggianti sulla raccolta pubblicitaria di fine anno. Ma mai come in questi in questi giorni sui titoli Mediaset prevale la maledizione del “Berlusconi discount”. Gli analisti sono convinti che la crisi di governo possa avere un impatto negativo sui conti futuri dell’azienda e invitano i grandi investitori ad uscire prima che sia troppo tardi. I primi a suonare il campanello d’allarme sono stati gli analisti della banca giapponese Nomura che, mercoledì, hanno ribadito la raccomandazione di vendere Mediaset, abbassando il target di prezzo a 5,3 euro. La festa del biscione in borsa si sta per concludere. Conviene raccattare gli ultimi pasticcini e dirigersi verso l’uscita.

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