Roma, 7 ott. (Adnkronos) - Conto alla rovescia per l'elezione del giudice costituzionale chiamato a sostituire Silvana Sciarra, cessata dal mandato quasi un anno fa. Domani alle 12.30 la riunione del Parlamento in seduta comune e il centrodestra punta ad eleggere il suo candidato, al momento, salvo cambiamenti dell'ultimissima ora, Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Una scelta respinta dalle opposizioni, pronte a disertare il voto anche per evitare sorprese nel segreto dell'urna, salvo scelte individuali in dissenso (Pier Ferdinando Casini, ad esempio, critico comunque con la maggioranza) e in attesa che il Pd ratifichi la decisione in una riunione dei Gruppi prevista per domani mattina alle 9.00.
La maggioranza è chiamata quindi a serrare i ranghi per riuscire a raggiungere quota 363, il quorum richiesto per l'elezione, pari ai tre quinti i componenti l'Assemblea. Al momento si parte da 360, vale a dire i 355 parlamentari di Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati, a cui dovrebbero aggiungersi Lorenzo Cesa e Antonino Minardo, formalmente iscritti al Misto della Camera, e Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini e Giusy Versace, uscite recentemente da Azione. Dove trovare i tre voti mancanti?
Sempre dal Misto della Camera potrebbero unirsi Andrea De Bertoldi, che nelle settimane scorse ha abbandonato Fdi, e Francesco Gallo, eletto con la lista di 'Sud chiama Nord'. Non parteciperà al voto invece l'ex Iv Luigi Marattin, impegnato a Genova per la presentazione di un suo libro.
Da capire se tra i Gruppi di opposizione ci saranno, oltre a Casini, altri parlamentari pronti a sfidare il diktat a non presentarsi in Aula, ma anche il cronometro degli addetti a verificare se, in base ai secondi trascorsi in cabina, ci si sia limitati a votare scheda bianca oppure si sia riusciti a scrivere il nome di un candidato. Al Senato, ad esempio, si studiano le mosse di Dafne Musolino, eletta con 'Sud chiama Nord' e poi passata al Gruppo di Italia viva.
In ballo poi i sei voti (due al Senato e quattro alla Camera) delle minoranze linguistiche: non sarà a Roma Julia Unterberger, capogruppo delle Autonomie a palazzo Madama ed esponente della Svp, ma sarebbero più possibilisti il deputato e segretario del partito, Dieter Steger, e il deputato della Valle d'Aosta, Franco Manes, mentre restano da decifrare le mosse degli altri tre parlamentari. Impossibile infine azzardare previsioni sulle intenzioni dei cinque senatori a vita.