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Alla serata anche Conte, Scarpinato, Ranucci e Borsellino
“C’è una trama nera che il governo Meloni vuole nascondere. Vogliono l’oblio, ma non lo consentiremo”. Queste le parole del giornalista Saverio Lodato e dell’avvocato Luigi Li Gotti, autori di “Stragi d’Italia. Il caso Almasri e tutto quello che Giorgia Meloni e il governo non vogliono ammettere” (ed. Fuoriscena), presentato al Teatro Garbatella di Roma, nel corso di un evento organizzato da Antimafia Duemila. All’iniziativa hanno partecipato anche il presidente M5s Giuseppe Conte, Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino e leader del Movimento “Agende Rosse”; il senatore M5s Roberto Scarpinato, già procuratore generale di Palermo e ora membro della Commissione parlamentare antimafia. In platea, tra il pubblico anche il sostituto procuratore nazionale antimafia Nino Di Matteo e il giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci.
Ad attaccare il Guardasigilli Carlo Nordio, alla vigilia dell’ultimo passaggio parlamentare sulla riforma della separazione delle carriere, è stato Giuseppe Conte, anticipando la raccolta firme che sarà portata avanti dai parlamentari M5s in vista del referendum. Facendo riferimento alle parole del ministro della Giustizia sul caso Garlasco, è stato invece Li Gotti a sottolineare: “Nordio ha detto una ‘frase di principio in tema di giustizia’ che va ben oltre il caso in sé. Ovvero, per Nordio “ci sono processi e indagini che vanno avanti per decenni, perché la verità non si è mai trovata. Però ad un certo punto bisognerebbe avere il coraggio di arrendersi e di dire che il tempo non solo è padre di verità, ma è anche padre di oblio. È difficilissimo, dopo 20-30 anni, ricostruire una verità giudiziaria. Lasciamola agli storici o ad altri”. Parole che hanno spinto lo stesso avvocato Li Gotti a chiedersi: “A chi sta parlando il Ministro della Giustizia? Su quali indagini vuole l’oblio? Ci sono nuove indagini che riguardano fatti lontani. Qualche giorno fa è stato arrestato un prefetto per aver depistato le indagini sull’omicidio Mattarella. Avete sentito qualche parola da qualcuno della maggioranza di destra? E perché non parlano? Parlano di tutto…”. Pure Lodato rivendica: “Falcone, quando iniziò a indagare su quel delitto, iniziò a privilegiare la ‘pista nera’, quella fascista, sostenendo che bisognava capire quali fossero allora i rapporti tra Cosa nostra e l’eversione nera“.
Un collegamento, quello tra mafie e movimenti neri e neofascisti, ricordato anche da Roberto Scarpinato: “Le dichiarazioni di decine di collaboratori ci dicono che le stragi furono eseguite dai mafiosi, ma scelte da specialisti del linguaggio delle bombe per interessi politici superiori”. Mentre Salvatore Borsellino ha attaccato l’esecutivo e il lavoro della commissione Antimafia presieduta da Chiara Colosimo: “Stanno cercando di isolare la strage di Via d’Amelio da tutte le altre e addebitare la causa a un improbabile dossier mafia-appalti, che sarà pure passato tra le mani di mio fratello, ma che mai avrebbe giustificato l’accelerazione di via D’Amelio che c’è stata. Stanno cercando di riscrivere la storia e questo va combattuto“.