Italia-Israele, Antinelli in diretta con un fiocco nero sulla giacca: “Voglio ricordare i giornalisti morti per raccontare il genocidio”
Un fiocco nero per ricordare tutti i giornalisti morti durante il genocidio a Gaza. È quanto mostrato sulla sua giacca da Alessandro Antinelli, giornalista Rai – su iniziativa dell’Ussi – nel post partita tra Italia e Israele, finita 3-0 per gli azzurri, che hanno ottenuto l’aritmetica qualificazione ai playoff per i Mondiali 2026. Il giornalista ha indossato un fiocco nero sulla sua giacca e nell’immediato post gara, durante un collegamento dalla Bluenergy Arena di Udine, ha voluto spiegarne il significato.
L’occasione è stata la manifestazione di solidarietà nei confronti di Elisa Dossi, giornalista Rai che è stata “colpita da una pietra mentre stava svolgendo il proprio lavoro di cronaca all’esterno dello stadio”, come scritto dalla Rai in una nota. Quello per Antinelli è stato il gancio perfetto. Ringraziando anche chi ha raccontato le ore precedenti al match, il giornalista Rai ha dichiarato: “Un grande abbraccio a Elisa Dossi. Ciò mi dà lo spunto per dire che questo è un lavoro importante, che si fa in prima linea, quindi bravi a tutti quelli che hanno raccontato con difficoltà questa giornata e mi dà anche lo spunto per spiegare cosa è questo fiocco nero”, ha dichiarato Antinelli, indicandolo.
Un’iniziativa che parte dall’Ussi, Unione Stampa sportiva Italiana che ha consegnato ai giornalisti in tribuna stampa e ai fotografi a bordo campo un fiocchetto nero per “ricordare la tragedia e il lavoro dei cronisti di penna e per immagini e per auspicare che ci sia una fine definitiva del conflitto per un futuro senza armi” .”Voglio ricordare 250 tra giornalisti e giornaliste che hanno perso la vita a Gaza, in quello che la commissione d’inchiesta dell’Onu ha definito un genocidio, che i colleghi hanno provato a raccontare – ha dichiarato Antinelli -. Questo è un fatto purtroppo, a casa non sono mai più tornati”, ha poi concluso il giornalista Rai.
Il match si è concluso per 3-0 in favore della selezione italiana, ma a far notizia – ormai da diverse settimane – è stato tutto l’aspetto non sportivo, relativo al genocidio di Gaza, con la manifestazione organizzata a Udine a cui hanno partecipato circa 10mila persone per chiedere di “non giocare la partita”.