Corteo contro Italia-Israele a Udine, giornalista ferita alla testa durante gli scontri tra manifestanti e polizia: “Trauma cranico importante”
“Italia-Israele non si doveva giocare”. Le parole sono state scandite al megafono ancora prima che il corteo pro Pal lungo le vie di Udine avesse inizio. Poi, a fine manifestazione e con la partita in corso, gli scontri in strada con le forze dell’ordine. Durante i quali una giornalista di RaiNews24, Elisa Dossi, è rimasta ferita riportando “un trauma cranico importante“: è stata trasferita d’urgenza in ospedale. Sono stati migliaia i manifestanti, provenienti anche da fuori regione, che hanno affollato il centro città per dire no al match valevole per la qualificazione ai Mondiali disputato allo stadio Friuli. Imponente la macchina della sicurezza, in centro come allo stadio, dove i controlli, per chi ha comprato un biglietto per assistere alla partita, sono stati rigorosi.
I momenti di tensione si sono registrati al punto di arrivo della manifestazione, in piazza I Maggio, dove dopo le 20 una parte dei manifestanti ha tentato di sfondare il cordone di polizia per andare oltre con l’intenzione di raggiungere lo stadio. Una volta respinti, i manifestanti si sono diretti verso un altro possibile varco. Contro la polizia sono stati lanciati petardi e le forze dell’ordine hanno risposto con un cordone di agenti in tenuta antisommossa e gli idranti. Poi in via della Vittoria alcuni manifestanti hanno sollevato transenne per colpire i blindati della polizia. Le forze dell’ordine in tenuta anti sommossa con manganello e scudo hanno risposto respingendoli. Sono stati lanciati anche lacrimogeni. Molti manifestanti pro Pal, travisati e al grido di ‘Intifada’, hanno divelto le coperture di quasi tutti i tombini e numerosi cartelli stradali della piazza. Diversi i feriti.
Dopo le 21:30 la piazza si è svuotata per effetto delle cariche di alleggerimento. Il gruppo che aveva tentato di rompere i cordoni di sicurezza in modo violento in via della Vittoria si è spostato in via Piave. Polizia, carabinieri e Guardia di finanza stanno procedendo per disperderli e i manifestanti stanno indietreggiando. Al passaggio del gruppo gran parte dei bidoni della spazzatura sono stati divelti. Diverse le transenne ribaltate a terra.
Fino a quel momento il corteo si era svolto pacificamente e la maggior dei manifestanti è rimasta in piazza Primo maggio, punto di arrivo del corteo. Tutto è avvenuto in una città blindata. Negozi e bar sono rimasti chiusi. Poche le persone che nel pomeriggio passeggiavano lungo la centralissima via Mercatovecchio. Una prima stima della Questura parlava di 5mila partecipanti al corteo, partito con un po’ di ritardo da piazza della Repubblica. Per i manifestanti, a sfilare sono state 10mila persone. Il corteo è stato promosso dal Comitato per la Palestina di Udine, con l’adesione di oltre 350 realtà. Presidi e proteste si sono tenuti anche in altre città d’Italia, da Bari ad Ascoli Piceno, tutti uniti dallo slogan “Cartellini rossi contro Israele”.
Nel tardo pomeriggio una seconda iniziativa, in concomitanza col match, è stata promossa nella chiesa di Santa Maria di Castello, con l’arcivescovo mons. Riccardo Lamba: “Noi siamo pro Pace – le sue parole – e in questo momento, in cui si tiene una manifestazione in città che ci auguriamo sia civile e pacifica, noi accompagniamo con la nostra preghiera per la pace”. Presente anche il sindaco, Alberto Felice De Toni, che nei mesi scorsi aveva chiesto ripetutamente di rinviare e annullare la partita visto lo scenario di guerra a Gaza. “Al di là delle divergenze di opinioni su pro Palestina e Pro Israele – ha detto stasera – io sono qui perché tifo per entrambi e tifo per la pace”. La delegazione israeliana era giunta al Friuli in serata e l’albergo che ha ospitato il ritiro è stato presidiato dai tiratori scelti dei reparti speciali.
La Rai in una nota “condanna con fermezza ogni forma di violenza e intolleranza che si è verificata oggi a Udine in occasione del corteo pro Palestina, durante il quale una nostra giornalista di RaiNews24, Elisa Dossi, è stata colpita da una pietra mentre stava svolgendo il proprio lavoro di cronaca all’esterno dello stadio, in occasione della partita Italia-Israele”. L’azienda “esprime solidarietà e vicinanza a Dossi e a tutti i professionisti dell’informazione che ogni giorno operano con senso di responsabilità e coraggio per garantire ai cittadini un’informazione libera, corretta e completa. La violenza non può mai essere una forma di espressione o di protesta”.
Il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga dal canto suo ha espresso “massima vicinanza e gratitudine alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine” e agli operatori informazione. Il segretario del Pd provinciale e cittadino di Udine Luca Braidotti e Rudi Buset hanno dichiarato che gli episodi di violenza “lasciano amarezza e rabbia nelle migliaia di persone che si sono mosse civilmente per chiedere pace. Purtroppo ci sono persone venute a Udine con l’intenzione di sfasciare pezzi di città e creare tumulti a prescindere e si nascondono dietro bandiere che a loro non appartengono. Nessuna scusa per chi delinque in questo modo incivile. Siamo vicini ai giornalisti aggrediti e alle forze dell’ordine impegnate”.