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“So che ciò che ho fatto è mostruoso”: la confessione della madre di Alessandro Venier, ucciso e fatto a pezzi a Gemona

L'avvocato della 61enne è stata interrogato dal sostituto procuratore. Ora sarà sentita anche la compagna della vittima, mentre proseguono gli accertamenti
“So che ciò che ho fatto è mostruoso”: la confessione della madre di Alessandro Venier, ucciso e fatto a pezzi a Gemona
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Sono stata io e so che ciò che ho fatto è mostruoso“. Cono queste parole Lorena Venier ha ammesso, di fronte al magistrato che la stava interrogando, di aver ucciso e fatto a pezzi il figlio Alessandro, di 35 anni, per poi nascondere il suo corpo nel garage della sua casa a Gemona, in provincia di Udine. La 61enne ha agito assieme alla compagna del figlio, Marylin Castro Monsalvo, 30 anni: gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire le esatte responsabilità di entrambe e quale sia il reale movente dell’omicidio.

Per dare un’accelerata alle indagini, già giovedì sera la madre della vittima è stata interrogata dal sostituto procuratore Giorgio Milillo. Un interrogatorio ripreso poi questa mattina. “La mia assistita ha reso piena confessione di fronte al sostituto procuratore che l’ha interrogata – ha confermato all’Ansa l’avvocato Giovanni De Nardo, che patrocina la sua difesa – Come si può immaginare, era visibilmente scossa per la crudeltà della sua azione e per la contrarietà a qualsiasi regola naturale del suo gesto”. Ora sarà sentita anche la compagna Marylin Castro Monsalvo, 30enne di origini colombiane.

Il corpo di Alessandro Venier è stato sezionato in tre parti e sistemato in un bidone coperto poi da uno strato di calce viva. Nella villetta in località Taboga, alla periferia di Gemona, anche oggi proseguiranno gli accertamenti da parte dei reparti scientifici dell’Arma. A prescindere da quanto diranno le due donne, gli investigatori vogliono ricostruire esattamente le modalità dell’omicidio e individuare la stanza dove l’uomo è stato ucciso. Nell’abitazione finora non sono state trovate evidenti tracce di sangue: la mamma e la compagna dell’uomo hanno infatti ripulito attentamente il posto nei giorni seguenti l’omicidio. Poi hanno deciso di confessare.

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