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La Cassazione condanna i fascisti di allora e incastra il neoautoritarismo di oggi

La Cassazione condanna i fascisti di allora e incastra il neoautoritarismo di oggi
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La Corte di Cassazione, che non mi risulta essere un covo di sovversivi rivoluzionari, ha demolito la legge, di evidente postura autoritaria e non democratica, che il governo e la sua maggioranza ha definito sicurezza. Della sicurezza del popolo e della nazione però non si cura la legge, anzi siamo tutti più insicuri e meno liberi, ma che ha invece molta cura della sicurezza dell’ordine costituito e del potere politico soprattutto.

I giudici della Corte hanno demolito metodo e contenuti della legge che vanno a scalfire principi fondamentali della Costituzione: dall’abuso strumentale della decretazione d’urgenza alla violazione di numerosi articoli della Costituzione: l’uguaglianza giuridica, la manifesta irragionevolezza, le libertà individuali, la funzione della pena, i diritti difensivi. Insomma un colpo al cuore della Costituzione, avvenuto con un colpo di mano.

La reazione del governo e della maggioranza è stata, come sempre, isterica. Da segnalare, tra le tante, quella del ministro dell’interno prefetto Matteo Piantedosi che prima ancora di leggere quello che avessero scritto i giudici ha affermato che la decisione della Corte di Cassazione è ideologica. Ma se non l’ha manco letta come fa a dire che è ideologica! E poi continua assertendo che gli sfuggono quali siano i principi costituzionali violati. Un ministro dell’Interno a cui sfugge la Costituzione è un problema, un serio motivo di preoccupazione democratica. Ricordiamo che il ministro dell’Interno ha la direzione politica delle forze di polizia e se non conosce la Costituzione è un rischio per il Paese. Ma la Corte di Cassazione non si è fermata qua ha smantellato anche l’impianto normativo sulla deportazione dei migranti in Albania.

L’opposizione parlamentare non può far molto con questa legge elettorale fuori dalla Costituzione con cui si nominano, non si eleggono, i parlamentari. Ed allora sarebbe stata cosa buona e giusta se il Presidente della Repubblica avesse evitato la pronta promulgazione della legge sicurezza, la peggiore legge in materia di libertà civili dell’ultimo mezzo secolo.

La Corte di Cassazione, sempre lei, non c’è due senza tre, ha confermato l’ergastolo per i neofascisti Gilberto Cavallini e Paolo Bellini per la strage di Bologna del 2 agosto 1980, la più grave strage in tempo di pace in Occidente, in cui vi furono 85 morti ed oltre 200 feriti. Per la stessa strage è stato anche condannato il neofascista Luigi Ciavardini. La strage si può anche definire di Stato perché commessa da neofascisti, uomini dei servizi segreti e P2 di Licio Gelli. Nell’attuale legislatura, in cui il programma della P2 che fu ritenuto, da una commissione parlamentare eletta con una legge proporzionale, eversivo dell’ordine costituzionale, è oggi discusso, e già in buona parte attuato, a Palazzo Chigi, Palazzo Madama e Montecitorio, accade che la presidente della commissione parlamentare antimafia sia la deputata Chiara Colosimo che non ha esitato a farsi fotografare, quindi che potesse diventare pubblica, proprio con Luigi Ciavardini, che, da criminale neofascista, ha anche ucciso il sostituto procuratore della repubblica di Roma Mario Amato che indagava proprio su neofascisti e apparati deviati dello stato.

I fascisti, prima o poi dobbiamo fare i conti con la storia e la realtà, non se ne sono mai andati, mutano solo strategia. Se gli eversori diventano Stato e gli onesti servitori della Repubblica sovversivi siamo al consolidamento del golpe perenne che ha inquinato e inquina la nostra apparente democrazia. Il sonno non può durare in eterno, è quindi il momento della sveglia e di una nuova resistenza.

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