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“Via dall’Italia a 55 anni, quando sei considerato spacciato. Qui in Olanda ho sempre proposte di lavoro”

Alessandro Vendetti da 5 anni vive a Leiden. A Roma si è trovato a dovere chiudere la sua azienda: vista l'età, nessuno lo considerava. Al contrario, proprio la sua esperienza si è rivelata la chiave per l'inizio di una nuova carriera da consulente in Olanda: "Il triplo dello stipendio per la stessa mansione che facevo in Italia"
“Via dall’Italia a 55 anni, quando sei considerato spacciato. Qui in Olanda ho sempre proposte di lavoro”
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In un film di Silvio Soldini del 2007, un Antonio Albanese dallo sguardo contrito racconta il dramma di un uomo benestante di mezz’età che perde il lavoro. Alessandro Vendetti, proprio come Michele, il protagonista di “Giorni e nuvole”, sa bene cosa significhi cambiare vita quando tutti – anche tu – danno ormai per scontato sia troppo tardi. Ma a differenza del protagonista della commedia ambientata a Roma, Vendetti ha saputo dimostrare (e dimostrarsi) che si sbagliava: “Ho lasciato l’Italia a 55 anni. A quell’età ci considerano spacciati. In Olanda invece, proprio grazie alla mia esperienza, ricevo proposte di lavoro ogni mese”. Il primo giro di boa nella vita di Alessandro, romano classe ’65, arriva quando si ritrova costretto a chiudere la propria azienda. “Per due anni nessuno mi ha concesso nemmeno un colloquio, nonostante i tanti contatti”, ricorda. Da lì, mille esperienze: dal fare il commesso nel negozio di un amico al reinventarsi come consulente. Ed è proprio in questa veste che lavora per diversi anni a Roma, offrendo consulenze a un’azienda che lo mette in contatto con l’Agenzia Spaziale Europea a Frascati. Poi, l’occasione: “In una società intermediaria si è aperta la possibilità di ricoprire la stessa posizione, sempre per l’Agenzia Europea, ma in Olanda, e l’ho colta. Offrivano il triplo dello stipendio per la stessa mansione”.

Così, dopo una vita a Roma, Alessandro prepara le valigie e si trasferisce a Leiden. In Italia lascia due figli ormai grandi, gli amici di una vita, quel caos capitolino che un po’ stressa, un po’ si rimpiange: “La mia storia era lì. Mi mancano le passeggiate serali per le vie e i sentieri di Pietralata, mi manca la nostra ospitalità. Però non tornerei, nemmeno per la pensione”. Nella città “delle chiavi”, sede della più antica università olandese, Vendetti scopre una socialità molto diversa da quella a cui era abituato: “È molto viva nonostante sia piccola. Ma è come se anche nella convivialità ci fossero più regole”. “Qui alle finestre non ci sono le tende, perché nessuno si permetterebbe mai di guardare dentro”, spiega. “Nessuno, tranne me: son comunque ancora romano”, aggiunge ridendo. Poi, scherza: “Del cibo non parliamone nemmeno: è un trauma”.

Ma a Leiden trova soprattutto un contesto lavorativo differente. A partire dal mercato del lavoro, che non discrimina in base all’età: “In Olanda non conta. Anzi, grazie alle mie esperienze ricevo continue proposte di lavoro”, racconta Alessandro. La seconda grande differenza sono gli aumenti salariali: “Lo scorso anno c’è stata un’inflazione intorno al 7% – spiega – e già a maggio mi hanno aumentato lo stipendio in maniera proporzionale”. Per questo, secondo Vendetti, che a breve compirà 60 anni, aver lasciato l’Italia è stato scommettere sulla propria felicità: “La vita è cara, certo. Ma la qualità è comunque superiore, perché i salari reali sono più alti”.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Oil – l’Organizzazione Internazionale del Lavoro – in Italia i salari reali (tenendo cioè conto della perdita di potere d’acquisto causata dall’inflazione) sono inferiori di 8,7 punti rispetto a quelli del 2008. E secondo l’Ocse – l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economicol’Italia è il Paese che ha subito il maggior calo dei salari reali tra le grandi economie.

Per questo dal 2024 si è trasferita anche la figlia di Alessandro. “Abita con me. Mentre impara l’inglese per proseguire la sua carriera teatrale, fa la commessa. Lavorando in un negozio prende più del fratello che fa l’ingegnere a Roma”. È una scelta che il padre ha sostenuto, e che consiglia anche ai propri coetanei: “Se 9 ore le passiamo in ufficio, 2 o 3 nel traffico, 8 a dormire, è fondamentale riuscire a vivere dignitosamente almeno i pochi momenti liberi che rimangono”. E ammette: “Trasferirsi non è facile, soprattutto da solo e quando pensavi che la tua vita avesse già acquisito una forma definitiva, ma se questo sacrificio può offrire più felicità, vale la pena considerare di farlo”.

In Olanda da un mese è iniziata la stagione dei tulipani. Alessandro, che vive lì da cinque anni, ancora non conosce l’intero Paese. Nel tempo libero inforca la bici e percorre i canali e le campagne intorno alla città. A volte raggiunge L’Aia pedalando per un’ora: è il primo paese dell“Itinerario dei fiori”, il percorso ciclabile che attraversa la regione da Haarlem a Naaldwijk. Vorrebbe comprare una moto, ama bersi una birra lungo i canali di Rotterdam, ogni sera cucina per sé (rigorosamente ricette romane). A cinquantacinque anni ha scoperto che si può cambiare vita ad ogni età. Ma quando si parla di cibo, continua a preferire la sicurezza di una carbonara fatta in casa. Anche a Leiden.

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