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Prato, niente domiciliari per la sindaca Pd indagata per corruzione: dopo le dimissioni il gip nega l’arresto

Ilaria Bugetti resta indagata a piede libero. Il giudice ha invece disposto i domiciliari per il presunto corruttore, l'imprenditore massone Riccardo Matteini Bresci
Prato, niente domiciliari per la sindaca Pd indagata per corruzione: dopo le dimissioni il gip nega l’arresto
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Non andrà agli arresti domiciliari la sindaca dimissionaria di Prato Ilaria Bugetti, del Pd, indagata per corruzione dalla Procura antimafia di Firenze. A seguito dell’interrogatorio preventivo – obbligatorio in base alla legge Nordio – il gip ha respinto la richiesta di misura cautelare dei pm nei confronti della prima cittadina, disponendo invece i domiciliari per il presunto corruttore, l’imprenditore massone Riccardo Matteini Bresci, per cui la Procura aveva chiesto la custodia in carcere. Secondo l’accusa, Matteini ha finanziato le campagne elettorali di Bugetti (anche per il Consiglio regionale della Toscana) convogliando in suo favore i voti della massoneria in cambio dell’impegno a favorire provvedimenti in favore delle proprie aziende. Dopo aver ricevuto la convocazione per l’interrogatorio, la sindaca si è dimessa dalla carica.

In un comunicato, il procuratore di Firenze Filippo Spiezia riferisce che il gip “ha ritenuto la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per il reato di corruzione nei confronti di Riccardo Matteini Bresci e Ilaria Bugetti, riconoscendo tutti gli episodi contestati dalla Procura della Repubblica”. Secondo il giudice, afferma Spiezia, la sindaca “si è uniformata alle richieste dell’imprenditore in ragione del rapporto di amicizia e gratitudine a causa dei benefici ricevuti nel corso degli anni. Nei confronti del solo imprenditore, il gip, nell’applicare la misura, ha riconosciuto la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato affermando la tendenza dell’indagato a utilizzare le persone che ricoprono cariche pubbliche e che possono operare in suo favore piegando così ai suoi interessi la loro funzione”, prosegue il comunicato. La richiesta di domiciliari nei confronti della sindaca, invece, è stata rigettata per il “venir meno delle esigenze cautelari in seguito alle dimissioni dell’indagata dalla carica di primo cittadino di Prato”.

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