Spese per la difesa, Sánchez si ribella alla Nato: “Irragionevole il target del 5% del Pil”. E ora l’accordo è a rischio

Il premier spagnolo Pedro Sánchez dice no alla richiesta di aumentare al 5% del Pil le spese per la sicurezza e la difesa entro il 2032, formalizzata dal segretario della Nato Mark Rutte in una lettera inviata mercoledì agli Stati membri in vista del vertice dell’Alleanza atlantica, in progeamma all’Aja a fine mese. “Per la Spagna impegnarsi all’obiettivo del 5% sarebbe non solo irragionevole, ma anche controproducente: allontanerebbe la Spagna dalla spesa ottimale e ostacolerebbe gli sforzi dell’Ue per rafforzare il suo ecosistema di sicurezza e difesa”, scrive Sánchez in risposta a Rutte, dopo aver sospeso l’agenda in mattinata. Nel Paese iberico, infatti, rispettare il target implicherebbe un aumento delle spese per la difesa di ottanta miliardi di euro all’anno, quasi la metà delle uscite per le pensioni. L’opposizione di Madrid rischia di far saltare l’accordo, che richiede un voto all’unanimità: si prospettano dunque momenti di tensione al vertice dell’Aja. La linea del governo spagnolo e di altri Paesi Nato, riferisce El País, è che l’obiettivo non va stabilito in termini di percentuale fissa di spesa, ma di raggiungimento di determinate capacità. Non si può escludere – è il ragionamento fatto trapelare – che l’Europa raggiunga un giorno la soglia del 5% di fronte alla militarizzazione espansionistica della Russia, fissare ora questo target è prematuro.
A chiarire la posizione spagnola è il ministro delle Finanze Carlos Cuerpo, che ha reso dichiarazioni arrivando all’Eurogruppo, il vertice con i suoi omologhi dell’area euro a Lussemburgo: “A nostro avviso, la discussione non deve vertere su una percentuale ad hoc o arbitraria, ma sul rispetto degli impegni che ci consentono di coprire le capacità di cui abbiamo bisogno. Siamo consapevoli che alcuni Paesi andranno oltre il 2%, anche all’interno dell’Unione Europea. Lo abbiamo già detto in numerose occasioni, dobbiamo aiutarli e fornire loro un ulteriore elemento di solidarietà affinché il raggiungimento di tali cifre più elevate, anche il 5% in alcuni casi, non avvenga a scapito di altri elementi di finanziamento che impediscano loro di crescere o di finanziare investimenti produttivi o persino di rafforzare il welfare“, ha affermato Cuerpo. A questo fine, “come è stato fatto durante la pandemia” la Spagna ha proposto di destinare un “finanziamento comune” ai Paesi “che ne hanno più bisogno” che in questo caso sono quelli della frontiera orientale. Il ministro non ha voluto parlare di uno “scontro” tra Sánchez e il presidente Usa Donald Trump, il primo a pretendere dagli alleati la soglia del 5% del Pil.