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La Guardia nazionale ferma manifestanti a Los Angeles. “Trump vuole tremila arresti di migranti al giorno”. Smentite deportazioni a Guantanamo

Tajani rassicura che nessun italiano irregolare sarà trasferito nel campo di detenzione a Cuba. Continuano le manifestazioni: inviate le forze speciali in cinque città a guida dem. La Guardia nazionale dispiegata anche in Texas
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I media statunitensi riferiscono che la Casa Bianca ha chiesto all’Immigration and Customs Enforcement – l’agenzia federale parte del Dipartimento della Sicurezza Interna che si occupa del contrasto all’immigrazione irregolare – di aumentare a 3mila gli arresti giornalieri di migranti che si trovano illegalmente negli Stati Uniti. Un obiettivo ben al di sopra di quello precedente, che era di mille fermi. Tutto questo mentre proseguono le proteste di Los Angeles per i raid anti immigrazione e le truppe della Guardia Nazionale hanno temporaneamente trattenuto alcuni civili: lo ha annunciato il comandante in carica, il maggior generale Scott Sherman, aggiungendo che i fermati sono stati rapidamente consegnati alle forze dell’ordine. Senza l’invocazione di poteri speciali, tuttavia, la guardia nazionale non può esercitare funzioni di polizia.

Notizie che arrivano in una giornata convulsa sul fronte delle politiche migratorie adottate dall’amministrazione Trump. Nelle scorse ore il Washington Post e Politico.com hanno riferito che a breve potrebbe iniziare la deportazione di 9mila migranti irregolari a Guantanamo, il centro di detenzione che sorge nell’enclave statunitense nel sud di Cuba, una volta destinato ai terroristi dell’11 settembre, che Trump ha adibito a centro di detenzione di immigrati illegali. Si tratterebbe di un aumento esponenziale rispetto alle circa 500 persone trattenute per brevi periodi sull’isola da febbraio, e di un passo avanti verso il piano annunciato dal presidente a gennaio che prevede l’utilizzo della struttura per ospitare fino a 30mila migranti. La ragione ufficiale dei trasferimenti, secondo Politico.com, è liberare posti letto nei centri di detenzione americani, ma l’utilizzo della famigerata struttura vuole anche inviare un segnale volto a scoraggiare l’immigrazione illegale. Secondo il Washington Post, tra le migliaia di stranieri che sarebbero destinati a Guantanamo ci sarebbero anche italiani e migranti provenienti da Gran Bretagna, Francia, Germania, Irlanda, Belgio, Paesi Bassi, Lituania, Polonia, Turchia e Ucraina. Nel pomeriggio dalla Casa Bianca è arrivata una prima smentita. “Questo articolo è una fake news. Non sta accadendo”, ha scritto su X la portavoce Karoline Leavitt postando l’immagine pubblicata dal quotidiano sormontata dal titolo originale dell’articolo.

Da Roma in mattinata erano arrivate rassicurazioni per gli italiani. Stando alla Farnesina sarebbero soltanto due i connazionali nella lista Usa degli stranieri che si trovano illegalmente negli Stati Uniti e che l’amministrazione Trump ipotizza di trasferire a Guantanamo. Di questi uno è stato già espulso e l’altro è in via di espulsione verso l’Italia. “Per ora si tratta di un articolo del Washington Post e non c’è nessun annuncio ufficiale – aveva detto il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, ospite di Non stop news su Rtl 102.5, -. Le prime informazioni che però vengono dal Dipartimento per la sicurezza nazionale ci dicono che Guantanamo verrebbe utilizzata per i clandestini di Stati che non accettano i rimpatri, cosa che invece l’Italia ha già detto all’amministrazione americana tempo fa che era disposta” a fare, “quindi non dovrebbero esserci possibilità per gli italiani di essere portati a Guantanamo”. Il titolare della Farnesina aveva aggiunto che per “domani pomeriggio è già in agenda una telefonata con il segretario di Stato Marco Rubio e cercherò di avere ulteriori chiarimenti, ma mi pare che questa sia una situazione da non drammatizzare perché gli italiani verrebbero ripresi in Italia”. “La diplomazia italiana è sempre al lavoro con successo – ha ribadito il titolare della Farnesina nel pomeriggio su X. Degli italiani irregolari fermati negli Usa nessuno andrà a Guantanamo. Continuiamo a lavorare con fiducia con il governo americano”.

Intanto è stata un’altra notte di scontri e tensioni in California e altre zone degli Stati Uniti dove migliaia di persone hanno continuato a scendere in strada per protestare contro le deportazioni degli immigrati considerati irregolari. La sindaca di Los Angeles, Karen Bass, ha dichiarato lo stato di emergenza locale e imposto un coprifuoco notturno nel centro della città, dopo diverse notti di disordini, vandalismi e saccheggi. La misura, valida dalle 20 ora locale di martedì alle 6 di mattina di mercoledì ora locale (le 15 ora italiana), riguarda un’area ristretta di circa 2,5 chilometri quadrati e si applica a tutti, eccetto residenti, giornalisti e operatori dei servizi di emergenza. Le proteste, inizialmente pacifiche, sono degenerate dopo il tramonto, con piccoli gruppi che hanno approfittato della confusione per danneggiare proprietà, incendiare veicoli e saccheggiare negozi.

Il Dipartimento di Polizia di Los Angeles ha annunciato che sono stati effettuati “decine di arresti” mentre diversi gruppi di manifestanti hanno continuato a radunarsi nella zona designata per il coprifuoco. “Diversi gruppi continuano a radunarsi sulla First Street tra Spring e Alameda”, si legge in un messaggio del Dipartimento pubblicato su X. “Questi gruppi vengono presi di mira e sono stati avviati arresti di massa”, prosegue la nota. In un post successivo la Polizia ha sottolineato che “decine di arresti sono stati effettuati” poiché i manifestanti non hanno lasciato il “luogo di un assembramento illegale”.

Dal 6 giugno sono stati arrestati “quasi 400 migranti illegali” nelle manifestazioni di Los Angeles, ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, in un briefing con la stampa. “Il presidente Trump non permetterà mai che la legge della strada prevalga in America”, ha sottolineato. “Quello che abbiamo visto accadere a Los Angeles, in California, negli ultimi giorni è vergognoso. Radicali di sinistra che sventolavano bandiere straniere hanno attaccato ferocemente gli agenti dell’Ice. Questi attacchi non erano diretti solo alle forze dell’ordine, ma alla cultura e alla società americana stessa”, ha aggiunto la portavoce.

Donald Trump, che nelle scorse ore contro il volere delle autorità locali ha inviato sul posto la Guardia Nazionale e i marines, ha definito i manifestanti a Los Angeles “animali” e “un nemico straniero” in un discorso tenuto a Fort Bragg in un celebrare il 250º anniversario dell’Esercito degli Stati Uniti, difendendo l’impiego dell’esercito contro i dimostranti contrari alle sue retate sull’immigrazione e promettendo di “liberare” la città della costa occidentale. I marines mobilitati sono settecento: attualmente non si trovano in città ma nell’area circostante, dove stanno seguendo un addestramento sulla gestione dei disordini civili. Il maggiore generale Scott Sherman, che guida il dispiegamento delle truppe, ha detto che gli uomini verranno inviati “presto” per le strade, ma non saranno equipaggiati con munizioni vive.

La democrazia è “sotto attacco davanti ai nostri occhi” e Trump sta “devastando il progetto storico dei nostri padri fondatori”, è stata la risposta del governatore della California, Gavin Newsom, che negli ultimi giorni si è ritagliato il ruolo di baluardo contro le ingerenze di Trump. Il presidente degli Stati Uniti “sta organizzando una retata militare in tutta Los Angeles”, ha affermato Newsom. “I regimi autoritari iniziano prendendo di mira le persone meno in grado di difendersi. Ma non si fermano qui, Trump e i suoi fedelissimi prosperano sulla divisione perché permette loro di acquisire più potere ed esercitare un controllo ancora maggiore”, ha aggiunto. Il governatore ha poi ha avvertito che la situazione che si sta sviluppando in California è solo l’inizio. “Questo riguarda tutti noi. Riguarda voi. La California potrebbe essere la prima, ma chiaramente non finirà qui. Altri Stati saranno i prossimi”, ha detto.

Anche governatore repubblicano del Texas Greg Abbott ha annunciato l’invio della Guardia Nazionale nello Stato per far fronte alle proteste contro la politiche migratorie dell’amministrazione Trump. “La Guardia Nazionale del Texas sarà dispiegata in diverse località dello Stato per garantire la pace e l’ordine, ha scritto su X il governatore. Le proteste pacifiche sono legali. Far del male a una persona o (danneggiare) una proprietà è illegale e comporterà l’arresto. La Guardia Nazionale del Texas utilizzerà ogni strumento e strategia per aiutare le forze dell’ordine a mantenere l’ordine”.

Ieri centinaia di persone hanno protestato anche a New York. Secondo il New York Post, la manifestazione contro l’Immigration and Customs Enforcement (Ice) a Lower Manhattan, è degenerata nella notte in violenti scontri tra manifestanti e polizia, con oltre 80 arresti. Il tabloid riferisce che migliaia di persone si sono radunate a Foley Square per protestare contro le deportazioni in corso nella città, al grido di “Abolire l’Ice” e “cacciare l’Ice da New York”. Dopo ore di protesta pacifica, al calare del sole sono esplosi disordini, con lanci di oggetti contro gli agenti, uso di spray al peperoncino da parte della polizia e arresti brutali documentati in video. Tra i partecipanti anche figure istituzionali come la consigliera di Brooklyn Shahana Hanif e il Public Advocate Jumaane Williams, che hanno duramente attaccato il sindaco Eric Adams per il presunto sostegno alle operazioni Ice. “Il sindaco sta collaborando con Trump per militarizzare le nostre strade”, ha dichiarato Hanif. Williams ha invece accusato la Nypd di permettere che “l’Ice rapisca persone in città”.

Cortei anche a Chicago, l’altra città dove su ordine di Trump l’Ice ha condotto raid contro migranti illegali. E sale la preoccupazione in vista di sabato prossimo, quando a Washington si terrà la parata per i 250 anni delle Forze armate e si temono proteste. “Non lo so ma se ci sono i militari non potrà succedere niente”, ha commentato Trump. L’emittente Nbc News, citando fonti a conoscenza delle operazioni, ha informato che l’Ice invierà genti dell’unità d’élite dello “Special response team” in cinque città governate dai democratici dove sono previste nuove manifestazioni, tra cui Seattle, Chicago, Philadelphia e New York.

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