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La Germania studia il rilancio dell’economia con un pacchetto di incentivi all’elettrico e sgravi fiscali

La Germania studia il rilancio dell’economia con un pacchetto di incentivi all’elettrico e sgravi fiscali
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Il ministro delle Finanze tedesco Lars Klingbeil (Spd) ha presentato una prima proposta di legge di rilancio dell’economia, un cocktail di incentivi agli investimenti e sgravi fiscali per tentare di far uscire la Germania dalla stagnazione-recessione. Il testo della legge, anticipato dalla televisione ARD, prevede opzioni di ammortamento estese per veicoli e macchinari elettrici ed una riduzione progressiva dell’imposta sulle società dal 15 al 10%.

Il disegno di legge, volto ad attuare i punti derivanti dall’accordo di coalizione, mira ad alleggerire il carico fiscale sulle aziende anche dopo la fine della legislatura, migliorando la competitività del Paese. Sono previsti stimoli per una maggiore redditività degli investimenti delle aziende e rafforzare la loro liquidità. Dal 30 giugno per beni mobili come macchinari acquisiti nel triennio 2025 – 2027 è prevista la possibilità di un ammortamento speciale fino al 30%. Una misura simile era già stata decisa nell’ambito degli aiuti Covid per il 2020 e il 2021.

Il governo intende anche promuovere la mobilità elettrica, introducendo possibilità straordinarie di ammortamento integrale dell’acquisto di nuove auto aziendali a batteria, se effettuato tra luglio 2025 e dicembre 2027. Per tutti i tipi di veicoli commerciali, compresi camion e autobus, puramente elettrici, potrà essere detratto dalle imposte fino al 75% dei costi nell’anno di acquisto. In quello successivo si potrà detrarre ancora il 10%, nel secondo e terzo anno seguenti il 5% ciascuno, nel quarto anno successivo il 3% e nel quinto il 2%.

Una volta scaduto il piano di incentivi agli investimenti, l’aliquota dell’imposta sulle società verrà gradualmente ridotta dall’attuale 15% a partire dal 2028 per attestarsi al ​​10% nel 2032. Nel disegno di legge si prevede anche la riduzione dell’aliquota d’imposta sulla ritenzione degli utili che non vengono distribuiti ai soci ma restano in azienda, per essere investiti. Infine, si prevede di ampliare gli incentivi fiscali per la ricerca, in modo che le aziende investano di più in ricerca e sviluppo. Secondo i calcoli del quotidiano economico Handelsblatt le misure prospettate si traducono in agevolazioni per le aziende stimabili in 2,5 miliardi di euro nel 2025; 8,1 miliardi nel 2026 e fino a 11,3 miliardi di euro nel 2029.

Non si può dire quanto al disegno di legge abbia già contribuito il nuovo consigliere esterno del ministro delle Finanze, il professore quarantanovenne di Düsseldorf Jens Südekum, ma l’indirizzo della bozza di manovra è coerente con le sue visioni di aperto sostenitore di un’attiva politica industriale. Per finanziare gli incentivi le entrate dello Stato diminuirebbero, seppure con un effetto dilazionato. Nel 2025 la cifra sarà di 630 milioni di euro ed aumenterà poi nel 2026 a quattro miliardi fino a 17 miliardi di euro nel 2029. Il peso del gettito fiscale mancante dovrà essere distribuito tra Stato federale, Länder e Comuni.

L’economia tedesca dà segnali altalenanti, nel 2024 secondo i rilievi dell’istituto nazionale di statistica ha avuto un arretramento dello 0,2%, mantiene però un’inflazione contenuta allo 2,1% e per il 2025 l’Ifo Institut prevede una piccola ripresa (+0,2%). Su questo sfondo incombe, tuttavia, la mannaia dei dazi sull’acciaio che l’amministrazione americana vuole portare al 50% e delle altre tariffe commerciali prospettate d Washington. Giovedì il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, quando incontrerà Donald Trump alla Casa Bianca, oltre che di strategie comuni in difesa dell’Ucraina, affronterà senz’altro anche i dossier economici.

L’amministratore delegato di Volkswagen e Porsche, Oliver Blume, ha riportato l’agenzia Reuters, sta già cercando autonomamente di trovare un accordo con l’amministrazione americana per superare i dazi del 25% imposti al settore automobilistico, ventilando maggiori investimenti negli States, dove VW occupa già 20mila persone direttamente e più di 55mila nell’indotto con investimenti per 5,8 miliardi di dollari.

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