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Germania, Pil trimestrale meglio dalle attese. Ma il dato è “falsato” da export e armi

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Dati economici incoraggianti dalla Germania, primo partner commerciale dell’Italia. La crescita del Pil del primo trimestre 2025 è stata rivista al rialzo rispetto alla stima preliminare, passando da + 0,2 a + 0,4% sugli ultimi tre mesi 2024, quando si era registrato un arretramento dello 0,2%. Un ritocco che ha sorpreso gli analisti che si attendevano una conferma. La presidente dell’ufficio federale di Statistica Ruth Brand ha spiegato che la spina è arrivata soprattutto dalla produzione industriale e dalle esportazioni.

Quest’ultimo dato non è però così positivo come sembra. Il boom dell’export registrato in marzo è dovuto, come per altri paesi, alla corsa a inviare negli Stati Uniti quanti più prodotti possibile prima che entrino in vigore dazi annunciati dalla Casa Bianca. Una spinta che è destinata quindi ad esaurirsi gradualmente e non il frutto di una ritrovata competitività dei beni made in Germany.

Nei primi tre mesi 2025 sono cresciuti anche i consumi privati (+0,5%) mentre diminuiscono quelli dello Stato (-0,3%). Aumentano anche gli investimenti, in particolare nell’edilizia (+0,5%) e negli armamenti (+0,7%). Rispetto al primo trimestre 2024, tuttavia, il Pil è dello 0,2% più basso e, al netto degli effetti stagionali, si registra una stagnazione (0.0%). Nel primo trimestre del 2025 gli investimenti al netto dell’inflazione sono diminuiti dell’1% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Le ultime stime del Fondo monetario internazionale indicano per la Germania una crescita zero nell’intero 2025 e una ripresa a + 0,9% nel 2026.

Gli imprenditori tedeschi mostrano comunque un certo ottimismo. Migliorano infatti le attese sulle esportazioni, confermando una tendenza già osservata nelle ultime settimane. Secondo l’istituto Ifo le aspettative sono salite da -9,4% di aprile al -3% di maggio: “Il placarsi del conflitto doganale ha permesso agli esportatori di tirare un sospiro di sollievo” ha detto l’economista Klaus Wohlrabe. In particolare, salgono le attese sulle esportazioni nel settore automobilistico, quello meccanico ed elettrico. Al contrario scendono le attese per le industrie metallurgiche e per la chimica. Tuttavia, l’Ifo raccomanda cautela, poiché non esiste ancora un accordo di fondo tra gli Stati Uniti e l’Ue sui dazi.

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