Referendum, astenersi è diverso dal votare No: facciamo vedere ai politici che siamo bene attenti

di Franco Failli
I primi giorni di giugno ci sarà una consultazione referendaria. Già da un po’ di tempo si fronteggiano sui media le due diverse visioni del mondo, una delle quali porta a votare generalmente sì, e l’altra che porta a votare generalmente no. Poi, come ad ogni referendum italiano, esiste una terza fazione che tifa per un comportamento tale da sfruttare il meccanismo del mancato raggiungimento del quorum, per far sì che il referendum fallisca. L’idea è quella che l’insufficiente afflusso alle urne e la vittoria del no siano eventi del tutto equivalenti, dato che in entrambi i casi le leggi oggetto del referendum non subirebbero modifiche.
È vero che le leggi rimarrebbero invariate, ma non è vero che i due eventi, vittoria del no e scarso afflusso alle urne con conseguente fallimento del referendum, siano equivalenti in tutto e per tutto. Questo perché, a valle di un referendum per il quale non è stato raggiunto il quorum, è impossibile distinguere chi non è andato a votare perché voleva che le leggi non venissero modificate, e chi non è andato a votare perché se ne frega del tutto della politica e di ciò che riguarda le decisioni prese dai politici, di qualunque colore, che in quel momento sono al potere. E i politici in quel momento al potere saranno legittimati a pensare, e ad agire, come se la maggioranza della popolazione avesse detto: “Fate quello che vi pare. Non mi interessa“.
Purtroppo però era da molto tempo che i politici al potere, in Italia e in Europa, non si comportavano in modo così pericoloso per i popoli. Sarebbe quindi importante che i popoli facessero capire bene ai politici al potere che hanno ben incollati addosso gli occhi di una moltitudine di persone pronte a fargliela pagare molto cara se faranno qualcosa che arrecherà loro danno.
Sto parlando di guerra, ovviamente. Anzi, di guerre.
Non è il momento di dare la sensazione agli attuali governanti che possono fare quel che vogliono perché comunque la maggioranza assoluta della popolazione si disinteressa alle loro azioni. Andiamo a votare no o sì come pensiamo sia giusto, ma andiamoci, a ‘ste urne. Interessiamoci a quel che fanno i nostri amministratori e decisori. Facciamo vedere loro che siamo svegli e attenti. Facciamoli dormire preoccupati. Sono ben pagati. È un piccolo disagio che possono, e devono, sopportare, per evitare che noi ne dobbiamo sopportare di ben più tragici.