Separazione carriere, caos al Senato: FdI minaccia il “canguro”, le opposizioni in rivolta scrivono a La Russa

Tensione in Commissione Affari costituzionali al Senato durante l’esame della riforma sulla separazione delle carriere. Martedì sera le opposizioni hanno bloccato i lavori, protestando con toni accesi di fronte alla minaccia del presidente, Alberto Balboni di Fratelli d’Italia, di applicare anche in Commissione il cosiddetto “canguro“, il meccanismo parlamentare, previsto per accorciare il dibattito in Aula, che consente di votare in blocco gli emendamenti di contenuto simile. Una scelta che sarebbe un’altra tagliola alla discussione, dopo la decisione di calendarizzare il testo in assemblea per l’11 giugno anche senza il mandato al relatore, cioè nel caso in cui l’esame in Commissione non si riesca a concludere. La fretta dalla maggioranza serve a tagliare i tempi per l’ok definitivo al ddl, già approvato in prima lettura alla Camera ma in ritardo rispetto alla tabella di marcia fissata dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, che prevede i quattro via libera necessari entro l’estate in modo da tenere il referendum confermativo (necessario in caso di approvazione con una maggioranza inferiore ai due terzi) il prossimo anno. In questo modo, considerato il tempo necessario per emanare le leggi attuative, la riforma entrerebbe in vigore in tempo per la scadenza del Consiglio superiore della magistratura alla fine del 2026. L’organo di autogoverno delle toghe infatti viene rivoluzionato dal testo, che lo sdoppia in due Consigli diversi, uno per i giudici e uno per i pm.
Dopo un dibattito serrato in Commissione, Balboni ha sospeso la decisione annunciando che la questione dell’ammissibilità del “canguro” sarà decisa dalla Giunta per il regolamento di palazzo Madama. “È una forzatura inaccettabile, una cosa simile su una riforma costituzionale non si era mai vista. Non solo vogliono arrivare in Aula nella data da loro decisa, ma lo vogliono fare anche dando il mandato al relatore, cioè dopo aver concluso l’esame in Commissione facendo saltare tutti i nostri emendamenti. Una cosa così nessuno di noi la può accettare”, denuncia il capogruppo Pd in Commissione, il costituzionalista Andrea Giorgis. Durissima anche Alessandra Maiorino del M5s: “Pensare di impedire la discussione su una riforma costituzionale come la separazione delle carriere è scandaloso e di una violenza inaudita. Ieri notte si è quasi venuti alle mani nella stessa Commissione ed il clima è ormai irrespirabile. Questa gente è entrata con gli scarponi nei luoghi sacri della democrazia e sta calpestando ogni diritto, delle opposizioni e dei cittadini”, attacca in un video sui social.
Parlando con l’agenzia LaPresse, Balboni rivendica la volontà di applicare il “canguro” e accusa le opposizioni: “Ho consultato i precedenti, ho trovato un parere del presidente del Senato Pietro Grasso del 2017, che ha detto che il canguro è legittimo anche in Commissione purché il provvedimento sia calendarizzato a breve in Aula e la separazione delle carriere è calendarizzata in aula l’11 giugno, quindi è legittimo. Quando ho detto questo i colleghi di opposizione sono impazziti, ho visto scene sgradevoli”, afferma. “Fortunatamente non si è venuti alle mani. A usare quasi le mani sono stati alcuni senatori del Pd, la senatrice Valente mi ha messo le mani a dieci centimetri dalla faccia, Parrini urlava come un forsennato. Hanno dato in escandescenze, è stato uno spettacolo indecoroso per le istituzioni”. Solidarietà a Balboni da parte dei membri della Commissione del suo partito, Fratelli d’Italia: “L’opposizione, anche forte e vibrante è sempre legittima, ma sedersi sul banco della Presidenza, urlare e gesticolare a pochi centimetri dalla faccia del presidente sono scene che non si dovrebbero vedere mai in un consesso democratico”, scrivono in una nota.
A spalleggiare il presidente della Commissione Affari costituzionali anche la sua omologa in Commissione Giustizia, la senatrice leghista Giulia Bongiorno: “Credo che sia tutto assolutamente fisiologico”, risponde a chi le chiede un commento sulla vicenda. “Chi conosce i lavori parlamentari sa perfettamente che ci possono essere questi momenti in cui l’opposizione, di fronte a disegni di legge di questo genere, cerca un po’ di frenare. Detto questo, è una riforma necessaria ne sono profondamente convinta, quindi noi andremo avanti”. Sulla stessa linea il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto di Forza Italia: “Il mio ruolo non mi consente di esprimere giudizi. Dico soltanto che il cosiddetto “canguro” è previsto: è stato più volte applicato in Aula e può essere applicato anche in Commissione. Ripeto, è una scelta che compete solo e soltanto al presidente. Io obiettivamente non la trovo una forzatura“.
Nel pomeriggio i capigruppo di opposizione al Senato – Francesco Boccia del Pd, Stefano Patuanelli di M5S, Peppe De Cristofaro di Avs e Raffaella Paita di Iv – hanno scritto al presidente Ignazio La Russa per contestare l’intenzione di Balboni, definita “del tutto irragionevole, contraria alla natura costituzionale dell’atto in discussione e peraltro non suffragata né da consolidata prassi né da precedenti regolamentari. È nostro dovere”, aggiungono, “evidenziare come la stessa decisione di fissare una data per l’approdo in Aula del disegno di legge costituzionale, l’11 giugno 2025, a votazioni in Commissione appena iniziate, rappresenti di per sé una forzatura gravissima delle normali dinamiche parlamentari che debbono essere rispettate, specie se si intende riformare la Costituzione. Forzatura che risulta anomala nei tempi e nella modalità e non può in alcun modo giustificare l’introduzione surrettizia e anticipata del “canguro” sin dalle prime votazioni in Commissione, pena la lesione delle prerogative delle opposizioni e del principio di leale collaborazione tra maggioranza e opposizione”.
Interpellato sul tema a margine di un convegno, La Russa dà una risposta interlocutoria: “La questione sarà esaminata dalla Giunta del regolamento. Il tema di fondo è che se in Aula c’è una eccessiva proliferazione degli emendamenti è lecito accorpare questi emendamenti per materia. Ma è da valutare se sia altrettanto lecito fare questa operazione quando la somma degli emendamenti è in Commissione. Io lascio questa valutazione alla Giunta del regolamento, che avrà il compito di confermare o modificare una valutazione su questo tema”, afferma.