“Nasco come cantautore negli anni 70, ho avuto successo negli 80 con i brani degli anni 60. Insomma, uno schizofrenico totale”: Ivan Cattaneo si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera, dagli esordi con Nanni Ricordi a una sua riflessione sulla musica di oggi: “Ma esiste ancora la musica? Quasi svaniti i suoi supporti fisici è tornata a vivere solo nell’aria. Oggi i ragazzini manco vogliono scaricarla o possederla: vanno su Youtube e il gioco è fatto”.
E ancora: “Oggi con autotune cantano tutti bene, ma cantano tutti la stessa canzone. Ai vertici delle classifiche ci sono Madonna, Jovanotti o quello del Caffè macchiato o Lucio Corsi, che non hanno poi una gran voce. E poi, parliamoci chiaro: avere una bella voce è un dono di natura, ma se non ci metti l’invenzione e la creatività… C’è una moltitudine di cantanti inutilmente bravi“.
Un passaggio sul suo essere stato tra i primi a fare coming out: “Ho fatto coming out quando ancora non si usava nemmeno la parola, prima di Pasolini, di Testori e di Tiziano Ferro. Sono stato, assieme a Mario Mieli, ad Angelo Pezzana e pochi altri uno dei padri fondatori del “Fuori!”. Debuttai al festival di Re Nudo cantando dopo Bennato e prima della Premiata Forneria Marconi. Mi presentai da solo con chitarra e voce dicendo che ero un cantautore omosessuale. Venne giù il mondo, un putiferio, gente che fischiava da ogni dove e che, insultandomi con le peggio parole omofobe, minacciava a momenti anche la lapidazione. Mi spiegarono poi che, per i comunisti di allora di Lotta Continua o Servire il popolo, l’omosessualità non era altro che un vizio piccolo borghese. Penso che i diritti civili non appartengano né alla sinistra né alla destra ma all’umanità stessa”.